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Mamme che uccidono i propri bambini, perchè?
 Meccanismi di rimozione o elaborazione portano a modificare il ricorso e il  racconto nel tempo - Intercettare la depressione e il disagio psichico prima che sfoci in tragedia
Prof. Giancarlo Nivoli


Purtroppo la cronaca periodicamente riporta episodi apparentemente incomprensibili ed inaccettabili di mamme che uccidono i propri bambini, spesso in seguito ad una depressione post partum non diagnosticata o per disturbi psichici non curati appropriatamente. Ma cosa accade nella mente di una mamma che arriva ad uccidere il proprio figlio? E come mai nel racconto successivo le versioni cambiano passando da una rimozione ad una elaborazione diversa dei fatti? E come decidere il suo reinserimento in famiglia? Ne abbiamo parlato con il Prof. Giancarlo Nivoli, Presidente della Società Italiana di Psichiatria Forense e Professore Emerito di Psichiatria che in passato si è occupato  tra le altre della perizia di Anna Maria Franzoni, che ci ha spiegato come sia estremamente difficile entrare nel cuore e nelle menti di donne che hanno commesso un simile delitto, perchè nel loro racconto le emozioni si sovrappongono, i ricordi si contraddicono, la realtà si confonde con il delirio. E in sede processuale stabilire l'infermità mentale è un compito arduo, come pure decidere il suo ritorno in famiglia e il ricongiungimento con gli altri figli, perchè se è vero che in caso di depressione con le cura adeguate si può tornare ad una integrità mentale assoluta, nel caso di schizofrenia affettiva il disturbo tende a persistere e il rischio di ritorno a casa potrebbe essere molto alto. Motivazioni scientifiche ed etiche si intrecciano, il giudizio è sempre difficile e i dubbi restano, oltre naturalmente al dolore per eventi tanto dolorosi, ecco perchè una campagna di prevenzione della depressione perinatale e post partum è fondamentale per scongiurare tali tragedie, prevenzione che può e deve partire dalla famiglia, che non deve aver vergogna di chiedere aiuto, perchè una donna nel momento successivo al parto si trova in una fase estremamente delicata e talvolta un percorso di cura può essere l'unico modo per superarla.
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