L'analisi del testo all'interno della medicina narrativa
Dall'analisi del racconto di malattia (e delle parole che si usano) si può capire quali siano i punti di forza e le fragilità di ogni paziente e aiutarlo a gestire le malattie croniche (come la sclerosi multipla)
Dott.ssa Maria Giulia Marini
Le parole che utilizziamo svelano il nostro stato d'animo, indicano l'atteggiamento nei confronti della vita, la reazione agli accadimenti più o meno importanti... E quando quelle parole le scriviamo, per noi stessi o per gli altri, tendiamo a visualizzare i nostri pensieri sulla carta, elaborandoli talvolta, facendoli diventare esperienza. Ma ci sono momenti in cui lo scrivere non è più solo uno sfogo transitorio o il letterario stream of consciousness bensì diventa parte integrante di un percorso di vita. E' quando una malattia, soprattutto se grave o cronica, irrompe nella nostra vita, scardinando certezze e progetti e aprendo una voragine di fronte a noi. In quel caso il racconto di malattia e di vita diventa parte della terapia, perchè la medicina narrativa fa propria la necessità del paziente di raccontare se stesso e la trasforma in uno strumento per aiutarlo a meglio gestire le inquietudini, a meglio sopportare le terapie, a meglio convivere con patologie anche invalidanti. Ma può fare anche di più, può analizzare il testo che il paziente ha scritto andando a verificare quali siano le parole ricorrenti in chi attua un coping positivo, e al contrario individuando quali termini siano più familiari in chi non riesce a reagire, individuando così i punti di forza e le fragilità di ogni paziente. E per parlare di questo approccio alla medicina narrativa abbiamo incontrato la Dott.ssa Maria Giulia Marini, Epidemiologa e Counselor per la Fondazione ISTUD, che ci ha parlato di un recente progetto in cui pazienti con sclerosi multipla sono state invitate a raccontare la loro esperienza ed il loro stato d'animo e di come sia emerso chiaramente che le persone che meglio reagivano alla malattia avevano usato frequentemente parole come ottimismo, amore, curiosità e gentilezza, cardini per vivere serenamente con una patologia cronica, emozioni e sentimenti che ricorrevano e che erano una sorta di "scudo" contro la depressione e la non accettazione della malattia. Ecco quindi che l'analisi del testo fornisce indicazioni che possono essere un modello per confrontarsi con i pazienti e offrire loro degli spunti di riflessione qualora siano in difficoltà e non riescano a trovare la strada da soli, e fornisca anche uno specchio di ciò che un medico dovrebbe conoscere oltre ai sintomi, e cioè il vissuto del paziente, il suo atteggiamento nei confronti della vita e della malattia, perchè solo conoscendo chi si sta curando lo si potrà fare al meglio.
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