“Il paziente al centro - la gestione integrata della cronicità” Il nuovo Piano Nazionale della Cronicità per tutte le persone che vivono con malattie croniche come il diabete o lo scompenso cardiaco La prevenzione con i vaccini e gli stili di vita, le molecole più innovative, la tecnologia e la ricerca per migliorare la qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari
Oggi che l’aspettativa di vita è sensibilmente aumentata gestire la cronicità significa anche migliorare la qualità di vita dei pazienti. Parole come comorbidità e politerapia appartengono alla vita di molti anziani quindi vuol dire assumere molti farmaci per patologie come il diabete o lo scompenso cardiaco ed è importante che il piano terapeutico sia accompagnato da una informazione semplice e rigorosa al paziente migliorare l’aderenza terapeutica. Si è parlato di tutto questo nel corso del Workshop “Il Paziente al centro - La gestione integrata della cronicità” organizzato da MSD Italia in seguito all’approvazione del “Piano Nazionale della Cronicità” per capire come il nuovo piano potrà migliorare la qualità di vita dei pazienti. Tra le patologie croniche sicuramente il diabete di tipo 2 occupa un ruolo di primo piano tant’è che a livello globale si parla di pandemia con numeri sempre crescenti di persone che anche a causa di stili di vita sbagliati vanno incontro al diabete, esistono però dei farmaci innovativi in grado di prevenire le crisi ipoglicemiche, e sarà importante che queste molecole sicure ed efficaci possano essere messe a disposizione di tutti i pazienti già nella fase precoce di malattia diabetica, quindi prescritti anche dal medico di medicina generale e non solo prescritti dai servizi di diabetologia come è oggi. Lo scompenso cardiaco è un’altra condizione estremamente diffusa fra i pazienti anziani, sia come conseguenza di un evento acuto come l’infarto - che con l’angioplastica oggi si supera brillantemente nella maggioranza dei casi - sia come patologia cronica e progressiva, ed è importante che i pazienti imparino a conoscere la loro patologia, seguendo le terapie e facendo i necessari controlli periodici basati su quelli che sono i fattori di rischio personali per poter vivere a lungo in buona salute. Gestire la cronicità è importante ma lo è altrettanto se non di più prevenirla con stili di vita adeguati (alimentazione, attività fisica…) e con tutte le armi a disposizione oggi come ad esempio i vaccini consigliati per la terza età che oltre a quello molto conosciuto e praticato per l’influenza sono quello antipneumococco – batterio responsabile della polmonite ma anche della meningite pneumococcica – e quello contro l’herpes zoster che vede le persone anziane particolarmente esposte e che incide fortemente anche sulla qualità di vita soprattutto in caso di nevralgia post erpetica.
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E per vivere meglio la cronicità è importante che la ricerca metta a disposizione strumenti utili ed efficaci, farmaci di ultima generazione in grado di guarire o rendere croniche patologie un tempo incurabili, ma anche innovazione tecnologica per migliorare la quotidianità dei pazienti e delle loro famiglie ed un’informazione corretta e rigorosa per coinvolgere il paziente nel suo percorso di cura, quell’empowerment che migliora l’aderenza terapeutica e di conseguenza l’aspettativa di vita di chi convive con una malattia cronica. Nel corso del Worshop abbiamo intervistato: Paola Pisanti, Direzione Generale Programmazione Sanitaria, Ministero della Salute Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato MSD Italia Giorgio Sesti, Presidente SID – Società Italiana Diabetologia Domenico Mannino, Presidente eletto AMD – Associazione Medici Diabetologi Francesco Fedele, Presidente FIC – Federazione Italiana di Cardiologia Michele Conversano, Presidente Happy Ageing