Leucemia Acuta Promielocitica: guarire si può Terapie mirate chemio-free (arsenico e acido retinoico) per guarire oltre il 90% dei pazienti Diagnosi tempestiva e cure precoci
Se una volta si parlava genericamente di leucemia oggi, attraverso lo studio molecolare del tumore, si è in grado di distinguere numerosi sottotipi di tumori ematologici , ognuno con una sua specifica mutazione genetica. E una particolare forma di leucemia, la leucemia acuta promielocitica, malattia rara ad esordio fulminante ed acuto può oggi beneficiare di terapie innovative chemiofree che possono portare non solo al controllo della malattia nel tempo ma anche ad una completa guarigione. E proprio per conoscere meglio questa patologia del sangue caratterizzata da emorragie e astenia si è tenuta a Milano una conferenza stampa dal titolo “Leucemia Acuta Promielocitica: guarire si può” a sottolineare lo straordinario successo raggiunto con le nuove terapie a base di arsenico e acido retinoico che non prevedono quindi l’utilizzo di chemioterapici che comportano effetti collaterali gravi. E per offrire a tutti i pazienti le terapie più mirate è indispensabile che la diagnosi sia tempestiva e le cure iniziate fin dai primi sintomi, che è importante riconoscere al loro primo apparire, da piccole emorragie cutanee dette petecchie anche in assenza di traumi, a emorragie dal naso o dalle gengive, ad un senso di affaticamento e spossatezza immotivato, alla comparsa della febbre… tutti sintomi che devono portare ad un rapido ricovero per scongiurare il rischio maggiore, e cioè una emorragia intracranica. Abbiamo detto che oggi le terapie sono in grado di guarire la stragrande maggioranza dei pazienti, ma come si sono evolute nel tempo e quale è stato il ruolo della ricerca italiana nel metterle a punto?
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Il gruppo GIMEMA ha condotto da oltre 20 anni studi su farmaci alternativi alla chemioterapia e il primo successo fu l’utilizzo dell’acido retinoico a cui negli anni 80 si è aggiunto l’arsenico che permette di guarire i pazienti senza lasciare conseguenze nel tempo, tant’è che molte giovani pazienti oggi sono mamme. Nel corso della Conferenza Stampa abbiamo intervistato: Prof. Francesco Lo Coco, Professore Ordinario di Ematologia del Dipartimento di Biomedicina e prevenzione dell’Università Tor Vergata di Roma Prof.Felicetto Ferrara, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ematologia dell’Ospedale Cardarelli di Napoli Prof.Giuseppe Rossi, Direttore della Struttura Complessa di Ematologia e Dipartimento di Oncologia Clinica dell’ASST Spedali Civili di Brescia Dott.ssa Roberta Bonardi, Senior Business Unit Innovative Director di Teva Italia