Malattia di Alzheimer fra problema clinico e sociale Conoscere i fattori di rischio e i segnali d'allarme per una diagnosi precoce e percorsi terapeutici che possano rallentare l'andamento e controllare i sintomi - L'attenzione al disagio del nucleo familiare per una rete di sostegno nel quotidiano
La malattia di Alzheimer sottrae ricordi e consapevolezza di sè, costringe le famiglie ad elaborare un lutto virtuale man mano che il proprio caro si chiude nel suo mondo inaccessibile, e comporta difficoltà non solo cliniche ma anche sociali, di assistenza, di solitudine, di stanchezza fisica e psicologica. E per aiutare il paziente e il suo nucleo familiare c'è bisogno di un approccio innovativo che parta da una diagnosi precocissima - fatta dall'analisi clinica delle difficoltà del paziente (che possono essere la classica difficoltà di memoria ma anche cambiamento d'umore, depressione o isolamento) ma anche di indagini diagnostiche all'avanguardia come la pet o la risonanza che mettano in evidenza gli accumuli di proteina beta amiloide - per far sì che alcuni farmaci che in passato non avevano dato risposta positiva quando somministrati in pazienti in fase avanzata possano invece essere utili nel rallentare l'evoluzione della malattia. Altrettanto importante è che nel percorso di malattia ci sia attenzione a tutto quel corollario di disagio psicologico e sociale che va gestito con un approccio multidisciplinare e con una rete sociale che possa supportare la famiglia nel progredire della malattia. E anche le istituzioni devono essere presenti per fronteggiare l'emergenza sociale e sanitaria rappresentata dalla malattia di Alzheimer che si avvia a diventare - con l'invecchiamento della popolazione - una versa epidemia che andrà gestita con impegno e competenza per far sì che ogni paziente possa beneficiare di percorsi di sostegno personalizzati e che ogni famiglia non si trovi mai sola a gestire una malattia crudele. Si è parlato di tutto questo in un convegno dedicato all'Alzheimer nel corso del quale abbiamo intervistato: Prof. Paolo Maria Rossini, Direttore dell’istituto di Neurologia del Policlinico “Gemelli” di Roma Dott.ssaRossella Liperoti, Geriatra dell’Unità Valutativa Alzheimer, Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma Prof.Mario Melazzini, Presidente AIFA
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