In 6 piatti il dolore di chi ne soffre attraverso le frasi più toccanti dei loro racconti
«Il mio disturbo alimentare è il mio giudice interiore, che mi svaluta e mi porta a sentirmi non accettata, immeritevole, inadeguata». In Italia, oltre 3 milioni di persone hanno pensieri simili.
Eppure, quando parliamo di disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (DNA), esistono ancora molti tabù e stereotipi, e una scarsa consapevolezza sulle vere origini del problema: i disturbi della mente. Infatti, i DNA sono frutto di diverse cause di natura biologica, psicologica e sociale e colpiscono la psiche oltre che il corpo.
Se da una parte la fascia di età si abbassa, dall’altra i casi sono in forte aumento, oggi si stimano 8/10 casi su 100.000 abitanti sul territorio italiano.
La diagnosi arriva spesso in ritardo, dopo almeno 2-3 anni dall’inizio della patologia, ed è accompagnata quasi sempre da una forte resistenza alle cure.
Si è passati dai 680.569 nuovi casi del 2019 ai 1.680.456 nuovi casi del 2023. Stiamo assistendo dal 2019 ad oggi ad un progressivo calo dell’età mediana e della proporzione di ricoveri di sesso femminile rispetto a quelli maschili, confermando un abbassamento dell’età di insorgenza dei DNA (il 20% della popolazione ammalata nel 2023 è sotto i 14 anni) e un incremento nella popolazione maschile (nella fascia tra i 12 e i 17 anni il 20% delle persone colpite sono maschi) *
Solo nel 2022 il numero di decessi con diagnosi correlate ai disturbi della alimentazione e della nutrizione (anoressia, blimia e disturbo da alimentazione incontrollata) sono stati complessivamente 3.158**, con una variabilità più alta nelle regioni dove sono scarse o addirittura assenti le strutture di cura (Campania, Sardegna, Sicilia, Puglia) con una età media di 35 anni (che significa che una alta percentuale di questo numero ha una età inferiore a 25 anni).
Per questo motivo, nasce, grazie alla lunga esperienza del Gruppo KOS e dei suoi centri psichiatrici accreditati con il SSN, l’iniziativa "Disordini nascosti", realizzata a partire dall'ascolto delle storie dei pazienti da parte del suo team medico multidisciplinare (psichiatri, psicologi, dietisti, nutrizionisti, tecnici della riabilitazione psichiatrica).
Mettendo al centro le storie dei pazienti, le loro sensazioni e il loro malessere, è nata una collezione di 6 piatti, che racconta come le cause dei disturbi alimentari siano, a tutti gli effetti, da ricercare nella mente.
Ogni piatto ci permette di entrare nei pensieri patologici di chi ha un disturbo alimentare, facendoci capire quanto il rapporto distorto con il cibo sia legato a un profondo disagio interiore.
L'iniziativa ha lo scopo, attraverso le frasi dei pazienti e le illustrazioni, di sensibilizzare la nostra società sulla complessità dei percorsi di cura e riabilitazione, che un paziente con DNA deve affrontare.
KOS è un gruppo sanitario privato italiano, che opera principalmente nella riabilitazione psichiatrica, funzionale e nell'assistenza sociosanitaria. Offre percorsi clinico-riabilitativi specializzati nei disturbi dell’umore e dell’ansia, della personalità e dell'alimentazione, sia nei suoi 20 centri psichiatrici (9 cliniche specialistiche psichiatriche e 11 comunità terapeutiche) presenti in 9 regioni italiane sia attraverso un servizio di telemedicina. KOS nel corso degli anni è diventato un punto di riferimento nella cura dei disturbi alimentari e oggi è il primo gruppo in Italia per numero di posti letto dedicati a queste patologie.
“Ad incidere sulla comparsa di questi disturbi sono la disregolazione emotiva, il perfezionismo, la tendenza al sottopeso e al sovrappeso, la presenza di disturbi alimentari in famiglia – afferma il Dott. Adolfo Bandettini di Poggio, Direttore Medico Psichiatria Gruppo KOS. Queste patologie colpiscono prevalentemente soggetti giovani e i danni non si limitano solo alla psiche ma coinvolgono tutto il corpo. Per questo motivo l’approccio di KOS alla cura dei disturbi alimentari è multidisciplinare. I percorsi clinico-riabilitativi si articolano in diversi interventi terapeutici e coinvolgono psichiatri, pediatri, terapisti, dietisti, psicologi e educatori. Le cure mirano non solo al recupero fisiologico e nutrizionale, volto al ripristino delle corrette abitudini alimentari, ma anche a quello sociale grazie a un intervento riabilitativo – prosegue Bandettini di Poggio - con il coinvolgimento della famiglia. Il trattamento nei centri KOS è intensivo e riabilitativo e può durare dai 2 ai 6 mesi. Successivamente, il paziente può proseguire un percorso diurno e ambulatoriale. Ai due percorsi si aggiunge un servizio di telemedicina per i follow-up a distanza.”
Per consentire la presa in carico di questi pazienti, KOS affianca il Servizio Sanitario Nazionale grazie alla presenza capillare sul territorio. Offre circa 100 posti letto accreditati per la cura dei disturbi alimentari attraverso la sua rete clinica specializzata con le strutture Villa Margherita di Vicenza, l’Istituto Neuroscienze Neomesia e Villa Armonia a Roma, Villa dei Pini a Firenze, Villa Rosa e Villa Pineta a Modena, Ville di Nozzano a Lucca.
Proprio presso la Casa di Cura Villa dei Pini è stato attivato un percorso riabilitativo per i pazienti nella fascia di età 12-16 anni, nato grazie alla collaborazione ormai decennale con l’Asl Toscana Centro, che coinvolge l’Ospedale pediatrico Meyer. Inoltre, a partire dal gennaio 2024, il Gruppo KOS ha avviato una collaborazione scientifica con la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, con particolare riguardo al settore della psichiatria e psicologica, volta al potenziamento, presso l’Istituto Neuroscienze Neomesia, dei percorsi di riabilitazione dei disturbi della nutrizione e alimentazione.
“I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione sono disturbi complessi e frequenti negli adolescenti e nei giovani adulti. Le ripercussioni sulla vita fisica, psichica e relazionale delle persone possono essere gravi e compromettere un normale sviluppo psicofisico, creando a volte alterazioni mediche anche croniche – dichiara il Prof. Gabriele Sani, Responsabile del Dipartimento di Psichiatria della Fondazione Policlinico Universitario "Agostino Gemelli" IRCCS. - L’anoressia, la bulimia, il binge eating disorder sono problemi di salute pubblica che stanno colpendo ragazzi sempre più giovani di ambo i sessi. Una diagnosi chiara e precoce aumenta notevolmente la possibilità di cura. Il trattamento deve essere multidisciplinare e comprendere la figura dello psichiatra, dello psicologo, del tecnico della riabilitazione psichiatrica, dell’internista e di eventuali altri specialisti a secondo della necessità individuali – prosegue Sani - inoltre vanno coinvolti i MMG e i pediatri di base per arrivare ad una diagnosi il più precoce possibile. Infine, ma non ultimo, coloro che sono coinvolti nella comunicazione pubblica devono essere in grado di veicolare messaggi corretti, che abbattano lo stigma ed escludano messaggi potenzialmente patogeni. In questa difficile battaglia, siamo tutti coinvolti e la chiara collaborazione tra strutture sanitarie e riabilitative pubbliche e private e tra esperti delle diverse professioni è di centrale importanza.”