“Infliximab in somministrazione sottocutanea non solo genera vantaggi logistici per i pazienti, ma recenti studi clinici dimostrano anche una minore immunogenicità del farmaco, quindi una minor possibilità che nel tempo perda la propria risposta” sottolinea il Prof. Flavio Caprioli, Professore di Gastroenterologia dell’Università di Milano