Parte oggi anche a Roma il progetto “Fiocchi in Ospedale”, per iniziativa di Save the Children e del Policlinico Universitario Agostino Gemelli, prima nel Lazio, dopo le esperienze pilota avviate dall’Organizzazione - dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti - a Milano (Ospedale Niguarda, in collaborazione con Mitades), Napoli (Ospedale Cardarelli, in collaborazione con Pianoterra) e Bari (Policlinico, in collaborazione con il Melograno), in cui in poco più di 2 anni di attività sono state sostenute un totale di 11.722 persone, tra bambini, mamme e familiari.
Obiettivo del progetto è contribuire a migliorare le condizioni dei bambini fin dai primi giorni di vita, attraverso il sostegno al neonato e ai genitori, in sinergia con l’ospedale e il territorio e con particolare attenzione alle mamme e ai nuclei più vulnerabili.
Nella Capitale, il progetto vede la collaborazione fra Save the Children e il Policlinico Agostino Gemelli che ha destinato a Fiocchi in Ospedale uno spazio all’interno del reparto di ostetricia (ala N) all’interno del Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna, della Vita nascente, del Bambino e dell’Adolescente: qui, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 14, le future mamme e le neo-mamme possono contare sull’aiuto di operatrici qualificate. Il progetto mette a disposizione: uno sportello di consulenza, anche con mediazione culturale e linguistica; attività di sostegno all’allattamento, accudimento e puericultura, supporto psicologico e sociale. Per le madri in situazioni di particolare vulnerabilità economica e sociale è previsto un sostegno materiale (pannolini, accessori e prodotti per la cura del neonato) e la possibilità di dimissioni protette.
“L’arrivo di un bambino rappresenta un momento particolarmente delicato per la mamma e per l’intera famiglia e necessita di un adeguato accompagnamento non solo medico ma anche sociale ed emotivo. Questo purtroppo non sempre avviene e le donne e le coppie possono trovarsi sole davanti alle sfide della genitorialità, con esiti anche molto gravi come l'acuirsi di forme depressive post partum o di un clima di violenza psicologica e fisica, che possono compromettere in modo serio il benessere del neo-nato. Il progetto Fiocchi in Ospedale intende fornire un primo ascolto e riferimento, soprattutto alle donne e coppie più in difficoltà, in rete con tutti i servizi territoriali”, spiega Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children.
“Fiocchi in ospedale è uno dei nostri progetti più preziosi poiché dedicato a gestanti, neomamme, coppie o nuclei familiari che mostrano situazioni di fragilità e di disagio sociale, emotivo, psicologico, relazionale. E’ quindi un’attenzione speciale quella che vogliamo rivolgere alle famiglie in difficoltà, non solo dal punto di vista medico e clinico, ma anche psicologico e sociale, estendendo la nostra collaborazione anche alle strutture del territorio, futuro, ma anche presente, della Medicina integrata”, sottolinea il Prof. Giovanni Scambia Direttore del Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna, della Vita nascente, del Bambino e dell’Adolescente del Policlinico Gemelli di Roma.
Il percorso nascita nel Lazio
Secondo i dati evidenziati nel rapporto “Madri in arrivo“ recentemente pubblicato da Save the Children sul percorso nascita in Italia, nel Lazio sono circa 53 mila i parti all’anno, di cui 3.349 al Policlinico Gemelli (pari al 6,3%); 40 le Unità Operative perinatali , delle quali 10 effettuano meno di 500 parti all'anno e sono quindi al disotto dello standard previsto dalle linee guida ministeriali per la sicurezza del parto. Una mamma ogni 10 ha 40 anni o più, dato che posiziona il Lazio al secondo posto in Italia per le maternità over 40, dopo la Sardegna (10,9%); oltre il 41% dei nati viene al mondo con un parto cesareo, percentuale che colloca il Lazio al 5° posto in Italia, dopo Campania, Molise, Sicilia e Puglia, e 5 punti percentuali sopra la già alta media italiana. 3,9 per mille il tasso di mortalità infantile (in linea con la media italiana).Per quanto riguarda l’ allattamento al seno, vi ricorre l‘85,5% della mamme, per una durata in media di 8 mesi l’anno, con una flessione di quasi il 2% rispetto al 2000.
Sul versante dei servizi socio-assistenziali per la salute materno-infantile e la prima infanzia, i consultori pubblici sono 161, 0,6 ogni 20 mila abitanti - quando la legge ne prevede 1 - mentre gli asili nido pubblici prendono in carica il 16,7 di bambini nella fascia di età 0-2 anni. Un dato superiore al 12,3% della media nazionale ma inferiore a quello di regioni quali Emilia Romagna (25), Valle d'Aosta (21,7), Toscana (20,3), Friuli Venezia Giulia (19,6).
“I dati sui servizi e le strutture sanitarie e sociali a sostegno del percorso nascita nel Lazio evidenziano alcune criticità“, prosegue Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children. “Per esempio 1/4 dei Punti Nascita non è in linea con i parametri indicati dalle linee guida nazionali, perché vi si effettuano meno di 500 parti l’anno. Queste strutture sono spesso prive di sistemi di trasporto di urgenza materno e neonatale, di terapia intensiva neonatale e di doppia guardia ostetrica e ginecologica. Di conseguenza rischiano di non avere l’efficienza richiesta”.
“Un altro punto di attenzione riguarda il numero molto elevato di parti cesarei che lascia presupporre un utilizzo non sempre appropriato di questo intervento, a cui si può decidere di ricorrere per semplificare l’organizzazione ospedaliera piuttosto che come intervento salvavita ”, spiega ancora il Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children.
Per ciò che riguarda i servizi socio-assistenziali sul territorio, la rete dei consultori è al disotto del numero previsto ed è largamente inadeguata anche la disponibilità di asili pubblici. Inoltre, soprattutto nella città di Roma, i consultori non hanno spesso le risorse sufficienti per equipe multidisciplinari e quindi rischiano di essere dei semplici duplicati di un ambulatorio ostetrico.
“Pur con alcune debolezze, l‘assistenza perinatale appare in media di buon livello mentre più carente ci sembra la rete di servizi sociali che entra in gioco soprattutto dopo il parto e che risulta piuttosto frammentata“, prosegue Raffaela Milano. “E‘ necessario intervenire per rafforzare il sostegno sociale alle madri e ai bambini ed è per questo che abbiamo voluto avviare il progetto Fiocchi in Ospedale anche nel Lazio dove rileviamo una crescente <<sofferenza sociale>>, con il 12% di minori in povertà assoluta. Ci auguriamo che il progetto possa essere assunto e replicato anche da altri ospedali della Capitale e della Regione”, conclude Raffaela Milano.
Obiettivi
Avere dei figli oggi per alcune fasce della popolazione rappresenta un fattore di rischio economico e sociale, tanto che l’aumento della povertà assoluta si registra soprattutto nelle famiglie con figli, in particolare se piccoli. La povertà colpisce fin dai primi giorni di vita (secondo l’ Istat i minori in povertà assoluta sono 1.434.000 - pari al 13,8%) e in molti casi l’indigenza va a sovrapporsi a situazioni di disagio personale e sociale, quali solitudine, depressione post-partum, carenza di servizi adeguati dedicati, inefficacia dei consultori familiari territoriali e necessità delle strutture sanitarie di avere tempi di degenza limitati.
Il progetto “Fiocchi in Ospedale” ha l’obiettivo di migliorare le condizioni dei bambini fin dai primi giorni di vita, sostenendo i genitori e cercando di accrescere il benessere del nucleo familiare, attraverso una collaborazione con l’ospedale e il territorio e un’azione di sostegno alle mamme e alle famiglie.
Il progetto interviene sia per prevenire casi di maltrattamento e abuso,. sia per segnalare e affrontare situazioni di disagio sociale e socio-economico, sia, infine, per contribuire a migliorare le competenze e le reti di sostegno dei genitori e ridurre condizioni di isolamento e incertezza nelle quali si possono trovare.
Gli ospedali coinvolti
Il progetto è presente nei seguenti ospedali: Bari – Policlinico, da luglio 2012 , Milano – Niguarda ‘Ca Granda, da luglio 2012, Napoli – A.O. Cardarelli, da luglio 2013, Policlinico Agostino Gemelli, da aprile 2015.
Le attività
Le attività previste includono: l’attivazione di uno sportello/postazione all’interno dei reparti materno - infantili, il rafforzamento delle collaborazioni tra i reparti di ostetricia, ginecologia e neonatologia, la presa in carico e cura della mamma e del bambino, la facilitazione delle collaborazioni tra le unità del materno-infantile e i servizi territoriali, nonchè la realizzazione di una dimissione protetta nei casi particolarmente critici (mamme sole, giovani, straniere, donne in condizioni di povertà, emergenza abitativa, tossicodipendenze, sfruttamento e abuso). Per le quasi mamme e neomamme in situazioni di vulnerabilità economica e sociale è previsto un sostegno materiale (pannolini, accessori e prodotti per la cura del neonato) con l’obiettivo, concordato con la famiglia, di migliorare le condizioni di benessere del bambino e tutelare i suoi diritti primari. “Fiocchi in Ospedale”, per ogni realtà ospedaliera, si integra con altri progetti già presenti a livello locale e prevede la collaborazione dei servizi sociali dell’amministrazione comunale e/o municipale, dei servizi socio-sanitari e delle realtà associative con un’esperienza pluriennale nel sostegno alle madri in situazioni di disagio.
I beneficiari
Fiocchi in Ospedale è realizzato in collaborazione con alcuni partner locali: l’associazione Mitades a Milano, Pianoterra a Napoli e Il Melograno centro di informazione maternità e nascita a Bari, ed è attivo presso gli ospedali Niguarda di Milano, Cardarelli di Napoli, Policlinico di Bari, Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Le attività del progetto hanno coinvolto tra settembre 2012 e dicembre 2014 un totale di 11.722 persone, tra mamme, bambini e familiari contattati o coinvolti in specifici servizi o presi in carico. In particolare 2.687 mamme hanno preso parte ai servizi offerti dal progetto e 526 minori sono stati presi in carico con le loro mamme, attraverso percorsi personalizzati e condivisi con i servizi sanitari ospedalieri e/o territoriali.
Il Comitato Scientifico di Fiocchi in Ospedale
Oltre al networking con tutti gli attori territoriali (servizi sociali, servizi socio-sanitari, servizi del pubblico e del terzo settore che si occupano di infanzia, pediatri), Fiocchi in Ospedale si avvale del contributo di un Comitato Scientifico che in questi anni ha visto diversi momenti di incontro e confronto. Il Comitato è composto, tra gli altri, da rappresentanti della Società Italiana Pediatria, dell’Associazione Culturale Pediatri, del Consiglio Nazionale dell’Ordine Assistenti Sociali, dell’Istituto Mario Negri, dalle associazioni Caf e Melograno e si avvale della supervisione dell’Istituto Superiore di Sanità. Il Comitato Scientifico ha stilato delle linee di indirizzo sul Percorso Nascita inteso come momento di attenzione ai bisogni della donna per favorire il benessere del bambino e lavorare in maniera preventiva su alcuni specifici fattori di rischio.
Fonte: Ufficio Stampa Policlinico Agostino Gemelli, Roma