Presentati i dati più recenti degli studi di Fase III CONTACT-O2 e CheckMate -9ER
I risultati primari dello studio di fase III CONTACT-O2 dimostrano un beneficio statisticamente significativo della sopravvivenza libera da progressione per la combinazione di cabozantinib e atezolizumab di 6,3 mesi rispetto ai 4,2 mesi con una seconda terapia ormonale di nuova generazione (NHT), nel carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione
I dati del follow-up esteso a quattro anni dello studio di fase III CheckMate -9ER confermano i benefici di efficacia a lungo termine di cabozantinib in associazione a nivolumab rispetto a sunitinib nel carcinoma a cellule renali avanzato, con un vantaggio mediano assoluto in termini di sopravvivenza globale di 10,5 mesi. Inoltre, la sopravvivenza libera da progressione mediana è rimasta quasi raddoppiata (16,4 mesi rispetto a 8,4 mesi)
Ipsen ha annunciato i nuovi dati di cabozantinib in associazione a immunoterapia in diverse indicazioni che verranno presentati all’American Society of Clinical Oncology Genitourinary Symposium (ASCO GU), a San Francisco, Stati Uniti.
Con una presentazione orale (Abstract #18) verranno presentati i risultati primari dettagliati dello studio di Fase III CONTACT-02 sulla associazione di cabozantinib e atezolizumab rispetto al trattamento con una seconda terapia ormonale di nuova generazione (NHT) nei pazienti con carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione (mCRPC) e malattia misurabile nei tessuti molli extra-pelvici, in progressione a una precedente terapia con NHT.
Il carcinoma della prostata è il secondo tumore più comune negli uomini e la prognosi dei pazienti con malattia avanzata metastatica resistente alla castrazione è sfavorevole, con una sopravvivenza stimata di 1-2 anni.
“I risultati dello studio CONTACT-02 rappresentano un passo avanti importante nell’attuale panorama terapeutico e offrono i primi dati positivi di Fase III di questo tipo di associazione a beneficio dei pazienti, in attesa di ulteriori dati dall’analisi della sopravvivenza globale”, afferma Stéphane Oudard, Professore di Oncologia e Direttore della Oncology Clinical and Translational Research Unit del Georges Pompidou Hospital di Parigi, Francia. “Nello stadio avanzato di malattia metastatica resistente alla castrazione la prognosi è sfavorevole, con una sopravvivenza mediana di due anni e con opzioni terapeutiche ad oggi limitate”.
Verranno presentati inoltre i dati del follow-up esteso di quattro anni dello studio di fase III CheckMate -9ER (Abstract #362) che valuta l’associazione di cabozantinib e nivolumab rispetto a sunitinib nei pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato (aRCC) non precedentemente trattato.
Il carcinoma a cellule renali è la forma più comune di tumore del rene3,4e, per il 30% dei pazienti che presenta una diagnosi di malattia in fase avanzata, il tasso di sopravvivenza a 5 anni rimane basso, pari al 12%, senza una cura individuata per questa malattia.
“I dati dei nostri studi continuano a confermare il valore di cabozantinib per i pazienti con tumori difficili”, sostiene Christelle Huguet, EVP and Head of Research and Development, Ipsen. “In associazione all’immunoterapia, cabozantinib oggi sta offrendo benefici di sopravvivenza a lungo termine ai pazienti con il carcinoma a cellule renali in tutto il mondo, dimostrando al tempo stesso il suo potenziale futuro nel carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione, un’area con importanti bisogni insoddisfatti in cui, negli ultimi decenni, nessun altro studio di questa modalità si è dimostrato efficace”.
Cabozantinib
Cabozantinib è una piccola molecola che inibisce recettori multipli della tirosin-chinasi (RTKs) come VEGFR, MET, RET e la famiglia dei TAM (TYRO3, MER, AXL)7. Questi recettori di tirosin-chinasi sono coinvolti in processi cellulari normali e patologici, come l’oncogenesi, la metastasi, l’angiogenesi tumorale (la crescita di nuovi vasi sanguigni di cui i tumori hanno bisogno per crescere), la resistenza ai farmaci, la modulazione delle attività immunitarie e il mantenimento del microambiente tumorale
Il carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione (mCRPC)
Il carcinoma della prostata è il secondo tumore più comune negli uomini e il quarto più comune a livello globale. Nel 2020, si sono verificati più di 1,4 milioni di casi di tumore della prostata e circa 375.300 decessi a livello mondiale.1 Il tumore della prostata è considerato mCRPC quando si è diffuso oltre la prostata e non risponde alle terapie di soppressione degli androgeni, un trattamento comune per il tumore della prostata.11 Gli uomini affetti da mCRPC spesso presentano una prognosi sfavorevole, con una sopravvivenza stimata di 1-2 anni.
In Italia, nel 2023, sono state stimate circa 41.100 nuove diagnosi. Le neoplasie prostatiche sono le più frequenti nell’uomo (19,8% di tutti i tumori maschili).
Il carcinoma a cellule renali avanzato (aRCC)
Nel 2020 si sono registrate più di 400.000 nuove diagnosi di tumore del rene in tutto il mondo.
Tra queste, il carcinoma a cellule renali (RCC) è il tipo di tumore del rene più comune, costituendo circa il 90% dei casi. È due volte più frequente negli uomini e i pazienti maschi rappresentano più dei due terzi delle morti. Al momento della diagnosi, circa il 30% dei pazienti presenta RCC avanzato o metastatico. Se diagnosticato in stadio iniziale, il tasso di sopravvivenza a cinque anni è elevato, ma nei pazienti con RCC avanzato o metastatico all’ultimo stadio il tasso di sopravvivenza è molto più basso, pari a circa il 12%, per il quale al momento non esistono cure.
Nel 2023, in Italia, sono state stimate circa 12.700 nuove diagnosi (uomini = 7.900; donne = 4.800)