Anoressia nelle bambine e nelle adolescenti
Intercettare i segnali del disturbo per avere maggiori possibilità di guarigione - Una equipe multidisciplinare per coinvolgere le ragazze e le loro famiglie - La prevenzione con l'educazione alimentare - Scrivere di sè come terapia e come aiuto per gli altri
Per far sì che parole come anoressia e disturbi del comportamento alimentare vengano conosciute ma soprattutto comprese meglio, e per far sì che le famiglie nel corso degli anni vengano aiutate a stare vicino nel modo giusto alle ragazze che ne soffrono, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ha organizzato un incontro in cui si è voluto sottolineare ancora una volta come l’anoressia sia una patologia complessa e multifattoriale che va intercettata il più precocemente possibile per poterla sconfiggere, tanto più che l’età di insorgenza si è abbassata sempre di più, andando a colpire anche bambine molto piccole. Naturalmente il rifiuto del cibo nasconde un disagio esistenziale profondo ed è importante riuscire a cogliere i segnali di sofferenza e le richieste d’aiuto che le ragazze mandano con i loro corpi sempre più magri, ed è importante quindi che la malattia sia affrontata con tutte le armi a disposizione, a cominciare dalle conoscenze raggiunte negli anni. E per fare prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare è fondamentale fare una corretta educazione alimentare anche nei bambini più piccoli, per insegnar loro ad avere un rapporto sereno con il cibo e anche per combattere il fenomeno dell’obesità infantile oggi così in crescita. Ma per affrontare un percorso corretto di guarigione è fondamentale che le famiglie possano contare su un supporto multidisciplinare che li coinvolga e li renda partecipi in ogni tappa del cammino delle loro figlie, una accoglienza a 360° che solo un centro specializzato può offrire.
E se confidare la sofferenza che si nasconde dietro un disturbo alimentare può essere difficile e non sempre le ragazze hanno la forza di chiedere aiuto ai propri genitori uno strumento importante può essere quello della scrittura che consenta di mettere nero su bianco i propri pensieri e di condividerli con altri, magari su un social network per sentirsi meno soli e per poter, una volta guariti, aiutare chi ha bisogno di un consiglio, di un confronto o di incoraggiamento.
E se confidare la sofferenza che si nasconde dietro un disturbo alimentare può essere difficile e non sempre le ragazze hanno la forza di chiedere aiuto ai propri genitori uno strumento importante può essere quello della scrittura che consenta di mettere nero su bianco i propri pensieri e di condividerli con altri, magari su un social network per sentirsi meno soli e per poter, una volta guariti, aiutare chi ha bisogno di un consiglio, di un confronto o di incoraggiamento.
Approfondimenti
Prof. Stefano Vicari
Anoressia malattia multifattoriale - I segnali che i genitori possono cogliere |
Prof. Giuseppe Morino
La prevenzione dell'anoressia con l'educazione alimentare |
Dott.ssa Valeria Zanna
Il percorso multidisciplinare di Cura del Bambino Gesù |
Dott.ssa Ilaria Caprioglio
Raccontare l'Anoressia in un libro per aiutare se stessi e gli altri |
Altre Interviste con il Prof. Stefano Vicari
Cliccare su 1080p per vedere i Video in Full HD
Cliccare sul rettangolo in basso a destra per lo Schermo Intero
Cliccare sul rettangolo in basso a destra per lo Schermo Intero