Artrite Reumatoide e Farmaci Biologici Lo studio dei parametri metabolici del paziente per sapere se i farmaci saranno efficaci ed evitare così terapie inutili o dannose Nuovi strumenti d'indagine per la diagnosi precoce - Gli stili di vita che possono aiutare e quelli dannosi come il fumo Prof. Guido Valesini - Policlinico Umberto I, Roma
L'artrite reumatoide, malattia infiammatoria cronica di origine autoimmune che colpisce, soprattutto nella fase iniziale, le piccole articolazioni delle mani, ha beneficiato negli ultimi anni di terapie innovative, i farmaci biologici che permettono a molti pazienti di controllare la malattia nel tempo. Ma non tutti i pazienti hanno una buona risposta agli anticorpi monoclonali di ultima generazione e per evitare terapie inutili che possono anche dare effetti collaterali a pazienti che non ne trarrebbero comunque benefici è oggi possibile studiare il profilo metabolomico di un paziente (con una procedura che consente di tracciare il profilo di quello che succede da un punto di vista metabolico in un soggetto in particolari circostanze, in situazioni basali, a seguito di esposizioni ambientali e a seguito di assunzione di determinati farmaci) così da somministrare le terapie biologiche solo a chi ne trarrà realmente beneficio. E per parlare dello studio che permette queste informazioni, pubblicato su Plos One abbiamo parlato con uno degli autori, il Prof. Guido Valesini, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche al Policlinico Umberto I di Roma e Professore Ordinario di Reumatologia a La Sapienza Università di Roma che ci ha spiegato come oggi la diagnosi di artrite reumatoide si avvalga di strumenti di indagine sofisticati come l'ecografia articolare e particolari analisi sul sangue così da poter arrivare ad una diagnosi precoce che consente di avviare un percorso di cura personalizzato - anche grazie allo studio della risposta metabolica personale appunto - che tenga sotto controllo l'evoluzione della malattia. Ma accanto ai farmaci anche lo stile di vita è importante e si sa ormai con certezza che il fumo di sigaretta è un aggravante dell'infiammazione e quindi va assolutamente evitato, mentre una alimentazione attenta (e con uno scarso apporto proteico) e una costante attività fisica - che prevenga anche l'obesità, altro fattore negativo - possono aiutare nel migliorare la qualità di vita.
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