Artrosi dell'Anca Come fare prevenzione con i nuovi test per la predisposizione - Come rallentarne l'evoluzione con accorgimenti e tecniche Nuovo trattamento non chirurgico (anche per i grandi anziani) per rimuovere la fibrosi (Capsule Stretching Lavage Injection) Chirurgia artroscopica per la rimozione degli osteofiti - Chirurgia protesica con tecniche fast track e valutazione funzionale biodinamica pre operatoria - Il ruolo della riabilitazione post chirurgica Prof. Giuliano Cerulli, Policlinico Agostino Gemelli, Roma
L'artrosi dell'anca - patologia tanto comune quanto invalidante nelle sue forme più severe -può e deve essere trattata in modo estremamente personalizzato a seconda dello stadio più o meno avanzato dell'artrosi, dell'età del paziente, di altre patologie che potrebbero rendere l'intervento protesico complesso... Si va quindi dalle terapie conservative a innovative tecniche non chirurgiche (Ca.S.L.I.) - per un allungamento meccanico che rimuova il tessuto fibrotico intorno all'articolazione prima di eseguire un lavaggio con fisiologica e delle infiltrazioni con acido ialuronico o cortisonici - alla chirurgia artroscopica - per limare gli osteofiti ed ampliare il movimento tagliando la capsula - fino alla chirurgia protesica con tecniche fast track per tempi di recupero minori ma soprattutto con una valutazione funzionale biodinamica pre operatoria. E per conoscere le tecniche più all'avanguardia di trattamento dell'artrosi dell'anca abbiamo incontrato il Prof. Giuliano Cerulli, Direttore della Clinica Ortopedia del Policlinico Agostino Gemelli di Roma a cui abbiamo chiesto come si possa fare prevenzione primaria con i corretti stili di vita fin da giovani (evitando di essere sovrappeso, facendo una moderata ma costante attività fisica e oggi anche effettuando dei test sul sangue di ultima generazione per identificare chi ha una predisposizione a sviluppare artrosi precocemente). A fianco a questo tipo di prevenzione molto importante è anche la cosiddetta prevenzione secondaria, quella che riguarda le persone che hanno cominciato ad avvertire i primi sintomi ma possono rallentarne l'evoluzione con il controllo del peso, limitando alcune attività come il salire le scale, sedendo su sedie alte, ma anche recuperando un corretto schema motoroa insegnando loro il giusto passo, anche qualora debbano utilizzare un bastone. I trattamenti come dicevamo sono molto innovativi e conservativi, al punto che una nuova tecnica messa a punto dal Prof. Cerulli detta Ca.S.L.I. (Capsule Stretching Lavage Injection) prevede un trattamento non chirurgico che permetta un allungamento meccanico mediante la trazione progressiva dell'arto per frantumare il tessuto fibrotico che si forma intorno all'articolazione artrosica, proseguendo poi con una lavaggio eco guidato a base di fisiologica seguito da una infiltrazione di acido ialuronico o cortisonici.
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Questo trattamento, essendo eseguito con una blanda anestesia e avendo un tempo minimo di esecuzione è indicato anche per i grandi anziani e per pazienti con comorbidità che renderebbero l'intervento di protesi più rischioso. Un altro approccio, specialmente quando la cartilaginea non è del tutto distrutta ma solo danneggiata, quindi in fase precoce di artrosi, è la chirurgia laparoscopica che permette di eliminare quegli spunzoni di osso intorno all'articolazione, i cosiddetti osteofiti. La chirurgia protesica infine, preceduta dalla valutazione funzionale biodinamica, con tempi di recupero che vanno dalle 24 ore ai 4/5 giorni di ricovero, con la possibilità di riprendere anche l'attività fisica dopo adeguata fisioterapia. Tante opportunità quindi che però devono essere scelte in base al profilo specifico di chi soffre d'artrosi, optando per il trattamento che permetterà ad ogni paziente di superare il dolore e di recuperare la massima funzionalità possibile dell'articolazione, che significa anche autonomia e socialità.