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Ascessi e Fistole Anali
Come avviene la formazione di una ascesso - Il passaggio da ascesso a fistola
La diagnosi con la Ecografia Endoanale
Le tecniche chirurgiche a seconda del tipo di fistola per evitare la complicanza dell'incontinenza fecale
Prof. Carlo Ratto, Fondazione Policlinico A. Gemelli, Roma
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La fistola anale è quasi sempre conseguenza di un precedente ascesso, una cavità piena di pus che si viene a formare nella zona dell'ano o del retto, dove sono presenti delle ghiandole che si possono ostruire favorendo così l'infezione e l'accumulo di liquido infetto, il pus appunto.  I sintomi possono essere dolore, febbre ma anche semplicemente un fastidio in zona anale. In alcuni casi l'ascesso si risolve spontaneamente con la fuoriuscita del materiale infetto ma in altri è necessario drenarlo chirurgicamente. Il passaggio dall'ascesso alla fistole avviene quando a livello degli sfinteri anali si forma un passaggio, una fistola appunto, che non si richiude completamente, e che consente la continua formazione e fuoriuscita di pus, o ancor peggio  il ricrearsi di un ascesso. A quel punto è necessario un intervento chirurgico ma come scegliere la tecnica più indicata in base alla tipologia di fistola? Lo abbiamo chiesto al Prof. Carlo Ratto, Specialista in Colo-proctologia alla Fondazione Policlinico A. Gemelli di Roma che ci ha spiegato come lo studio della fistola attraverso l'ecografia tridimensionale  endoanale consenta di capire la profondità della fistola  - se ad esempio attraversa uno solo o entrambi gli sfinteri anali - e scegliere di conseguenza la tecnica chirurgica più indicata  -  oggi sono disposizione del chirurgo varie tecniche, oltre a nuove metodiche in sperimentazione fra cui l'utilizzo di cellule staminali o di un laser dedicato - perchè l'intervento ha due obiettivi: il primo chiaramente risolvere la fistola e il secondo, non meno importante, evitare la complicanza dell'incontinenza fecale che può comportare un grave disagio sociale al paziente.


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