Aspirina a Basse Dosi
per il trattamento e la prevenzione di malattie trombotiche cardiovascolari (infarto e ictus)
sia in persone a rischio sia nella popolazione sana (le linee guida statunitensi consigliano già dopo i 50 anni)
e nuovi studi nella prevenzione del tumore del colon-retto e delle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer
Prof. Carlo Patrono
La terapia antitrombotica con aspirina a basso dosaggio (cosiddetta aspirinetta) è ormai il trattamento d'elezione sia di eventi acuti cardiovascolari come l'infarto e l'ictus sia nella prevenzione delle patologie cardiovascolari, e questo vale tanto per persone con fattori di rischio quanto nella popolazione sana, tanto che le linee guida statunitensi hanno abbassato a 50 anni l'età in cui è consigliabile iniziare ad assumerla dopo naturalmente essersi consultati con il proprio medico. Ma una terapia oggi così consolidata ha alle spalle anni di ricerca che ne hanno validato l'efficacia. Ci racconta questa straordinaria avventura il Prof. Carlo Patrono, Direttore dell'Istituto di Farmacologia dell'Università Cattolica di Roma che nel Giugno 2013 ha ricevuto il Gran Prix Scientifique dall'Insitute de France, massimo riconoscimento Internazionale in campo cardiovascolare, proprio per i suoi studi sugli effetti dell'aspirina. Erano gli anni Settanta quando l'equipe del Prof. Patrono, dopo aver individuato il ruolo di alcune prostaglandine nella formazione di trombi iniziò a valutare la possibilità di bloccare la produzione delle prostaglandine da parte delle piastrine somministrando dell'aspirina. I risultati furono straordinari e negli anni successivi si capì che i medesimi risultati potevano essere ottenuti con dosi estremamente più basse del farmaco, le stesse che vengono somministrate oggi. Il Professore ci parla di quali siano i maggiori fattori di rischio per patologie come infarto e ictus, quali siano modificabili e quali invece no (l'età ad esempio, o la familiarità) e di come l'assunzione costante di aspirina a basse dosi possa davvero fare la differenza nella prevenzione primaria e anche secondaria (dopo un evento cardiovascolare). E ci parla anche dei nuovi studi sull'aspirina, concentrati nel confermare alcune ricerche preliminari che vedono l'aspirina in grado di prevenire alcuni tipi di tumore, specialmente quelli del tratto gastrointestinale, colorettali in primis, ma anche nella prevenzione di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer. A conferma che un farmaco messo in commercio alla fine dell'Ottocento (e il Professore ci racconta anche come fu inventata l'aspirina a partire dall'estratto della corteccia di salice) è ancora in grado di offrire nuovi spunti terapeutici che possono brillantemente competere con i nuovi farmaci biologici più all'avanguardia.
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