Aumentano i casi di farmacoresistenza alla TBC,
malattia ormai rara ma non sconfitta su cui è bene non abbassare la guardia
In Italia l'incidenza della
tubercolosi (Tbc) resta invariata, ma aumentano le forme farmaco-resistenti. Si tratta
della malattia infettiva più diffusa al mondo eppure è tra le più sottovalutate. Nel nostro
Paese il numero dei casi
notificati ogni anno oscilla tra i 4 mila e i 5 mila, ma il problema della farmacoresistenza è cresciuto negli ultimi anni.
I pediatri dell'Ospedale Bambino Gesù, nella Giornata Mondiale della lotta alla
Tubercolosi invitano a non abbassare la guardia.
"L'incidenza della malattia è molto bassa - spiega Alberto Villani, responsabile di Pediatria Generale e Malattie Infettive del Bambino Gesù a margine di un convegno sull'argomento - ma dal punto di vista della resistenza ai farmaci siamo saliti di un gradino: nel 2006 i casi resistenti alla terapia, sia tra gli adulti che tra i bambini, erano 129 e di questi 28 multiresistenti (cioè resistenti ai due dei più potenti farmaci antitubercolari) invece nel 2011 siamo arrivati a 390 resistenti di cui 81 multiresistenti. E' vero che si tratta di numeri 'piccoli', ma in forte crescita".
"Con le resistenze – dichiara la dottoressa Laura Lancella dell'Alta Specializzazione in Tubercolosi Pediatrica del Bambino Gesù - alcuni tra i farmaci più comunemente utilizzati finora perdono di gran lunga efficacia. Inoltre, prima si riteneva vi fosse un unico microbatterio, un solo germe da affrontare. Adesso, invece, sappiamo che ce ne sono diversi e possiamo identificarli grazie alle nuove tecnologie. In Italia sono presenti laboratori in grado di individuare, con tecniche rapide, i ceppi di micobatteri resistenti alle usuali terapie antitubercolari così da approntare una cura mirata.Tra 3 oppure 5 anni – prosegue Laura Lancella - di queste forme multi-resistenti ne avremo ancora di più ed ecco perché non dobbiamo abbassare la soglia dell'attenzione. Nella Tbc tradizionale, in caso di adeguato trattamento abbiamo una guarigione che riguarda il 95 e il 99 per cento dei casi, ma nelle forme multiresistenti le statistiche scendono addirittura al 50 per cento".
Fonte: Ufficio Stampa Ospedale Pediatrico "Bambino Gesù" di Roma
"L'incidenza della malattia è molto bassa - spiega Alberto Villani, responsabile di Pediatria Generale e Malattie Infettive del Bambino Gesù a margine di un convegno sull'argomento - ma dal punto di vista della resistenza ai farmaci siamo saliti di un gradino: nel 2006 i casi resistenti alla terapia, sia tra gli adulti che tra i bambini, erano 129 e di questi 28 multiresistenti (cioè resistenti ai due dei più potenti farmaci antitubercolari) invece nel 2011 siamo arrivati a 390 resistenti di cui 81 multiresistenti. E' vero che si tratta di numeri 'piccoli', ma in forte crescita".
"Con le resistenze – dichiara la dottoressa Laura Lancella dell'Alta Specializzazione in Tubercolosi Pediatrica del Bambino Gesù - alcuni tra i farmaci più comunemente utilizzati finora perdono di gran lunga efficacia. Inoltre, prima si riteneva vi fosse un unico microbatterio, un solo germe da affrontare. Adesso, invece, sappiamo che ce ne sono diversi e possiamo identificarli grazie alle nuove tecnologie. In Italia sono presenti laboratori in grado di individuare, con tecniche rapide, i ceppi di micobatteri resistenti alle usuali terapie antitubercolari così da approntare una cura mirata.Tra 3 oppure 5 anni – prosegue Laura Lancella - di queste forme multi-resistenti ne avremo ancora di più ed ecco perché non dobbiamo abbassare la soglia dell'attenzione. Nella Tbc tradizionale, in caso di adeguato trattamento abbiamo una guarigione che riguarda il 95 e il 99 per cento dei casi, ma nelle forme multiresistenti le statistiche scendono addirittura al 50 per cento".
Fonte: Ufficio Stampa Ospedale Pediatrico "Bambino Gesù" di Roma