CARCINOMA OVARICO DISPONIBILE IL PARP INIBITORE NIRAPARIB IN PRIMA LINEA DOPO CHEMIOTERAPIA PER RIDURRE IL RISCHIO DI PROGRESSIONE DI MALATTIA SIA PER DONNE CON MUTAZIONE BRCA SIA PER DONNE SENZA MUTAZIONE
Nella lotta al cancro sappiamo quanto sia importante una diagnosi precoce, ma ci sono alcuni tumori, come ad esempio il carcinoma ovarico, che non dà segni macroscopici o sintomi specifici nella fase inziale e spesso viene diagnosticato solo in fase già avanzata. Per combattere il carcinoma ovarico oggi abbiamo però due alleati preziosi, e cioè il test genetico per la mutazione BRCA e la terapia di mantenimento con i Parp Inibitori, classe di farmaci che negli ultimi anni hanno rivoluzionato lo scenario terapeutico affiancando la chemioterapia. Oggi parliamo in particolare di niraparib, un parp inibitore frutto della ricerca GSK che dopo aver dato ottimi risultati in pazienti in fase avanzata di malattia è stato ora approvato anche come terapia di mantenimento in prima linea dopo chemioterapia, a seguito di numerosi studi hanno dimostrato la sua efficacia nel ridurre il rischio di progressione della malattia. Un ulteriore importante valore è quello che si tratta del primo parp inibithor che ha indicazione per tutte le donne con tumore ovarico, sia in presenza che in assenza della mutazione BRCA. Si tratta fra l’altro di una terapia orale da assumere a domicilio, il che fa capire quale impatto positivo abbia sulla qualità di vita delle donne e delle loro famiglie. Abbiamo parlato di questo nuovo scenario terapeutico e di come cambia o schema di trattamento dopo l'approvazione da parte di AIFA di niraparib con: Domenica Lorusso, Professore Associato di Ostetricia e Ginecologia Università Cattolica e Responsabile UOS Programmazione Ricerca Clinica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS Maria Sofia Rosati, Direttore medico oncoematologia GSK