Lo studio della predisposizione genetica all'alcolismo per terapie mirate
L'approccio multidisciplinare innovativo con analisi genetiche oltre al percorso psicologico e alla disintossicazione - I giovani e l'alcool, un problema culturale e non solo - La Familiarità e la prevenzione
Prof. Mauro Ceccanti, Policlinico Umberto I, Roma
La dipendenza dall'alcool ha sicuramente un'origine multifattoriale ma sempre più studi e ricerche stanno facendo emergere come ci sia una predisposizione genetica alla dipendenza e che l'approccio più innovativo all'alcolismo non può prescindere dall'analisi genetica che identifichi quei polimorfismi e quelle varianti geniche che possono dare tra l'altro indicazioni terapeutiche personalizzate, perchè è stato dimostrato che alcuni farmaci per la disintossicazione hanno dato buoni risultati in alcuni pazienti ma che non hanno nessuna risposta in coloro che hanno determinate alterazioni genetiche. Senza naturalmente dimenticare il ruolo fondamentale del supporto psicologico soprattutto nella fase iniziale della disintossicazione in cui il paziente e la sua famiglia vengono coinvolti in un percorso che aiuti a prendere coscienza della dimensione del problema e a cercare di affrontarlo con tutti i mezzi oggi a disposizione. E dei nuovi approcci per combattere la dipendenza da alcool parliamo con il Prof. Mauro Ceccanti, Direttore dell'Unità di Alcologia del Policlinico Umberto I di Roma che ci ha parlato dei nuovi studi che hanno portato alla luce la stretta relazione fra dipendenza da alcool e predisposizione genetica, di quali indagini possono essere effettuate per individuare i polimorfismi presenti, di come l'abuso sistematico di anni possa andare ad incidere sull'equilibrio chimico del nostro cervello in cui solitamente ad alcune sostanze del piacere come la dopamina si oppongono altre sostanze come il cortisolo o il neuropeptide y, equilibrio che in chi ha una dipendenza viene ad interrompersi creando una condizione perenne di malessere generato da sostanze quali l'ormone dello stress, portando ad un bisogno ancora maggiore di alcool. Conoscere quindi il profilo genetico di predisposizione alla dipendenza (e ci sono alcune etnie come quelle degli indiani d'America dove l'allele modificato è presente nell'85% della popolazione mentre ad esempio in Italia è presente solo nel 6%) è quindi un'approccio innovativo che deve sempre andare ad accompagnare il percorso di terapia psicologica o psichiatrica, il sostegno sociale a chi inizia un percorso lungo e faticoso e soprattutto la possibilità di una cura personalizzata fatta di farmaci, di terapia cognitivo-comportamentale e di supporto da parte di familiari e amici. Con il Professore parliamo poi di come si possa arginare il problema del bere compulsivo nei giovani, una moda pericolosa soprattutto per chi ha quella predisposizione genetica che potrebbe fargli sviluppare una dipendenza nel tempo. E per chi ha un genitore che ha o ha avuto dipendenza dall'alcool che risposte può dare la genetica, e che interventi di prevenzione si possono mettere atto? Perché se fino ad ora ci si è concentrati sulla possibilità di cura - che oggi sono decisamente più promettenti grazie a questo nuovo approccio legato alla conoscenza dei polimorfismi personali - è altrettanto importante riuscire ad intercettare il rischio prima ancora che diventi dipendenza.
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