Fibrillazione Atriale Resistente innovativo trattamento integrato aritmologico-chirurgico in toracoscopia 3D nei casi in cui l'ablazione non sia definitiva Prof. Gianluca Polvani, Centro Cardiologico Monzino, Milano
La fibrillazione atriale è il tipo di aritmia più diffusa (ne soffre circa il 2% della popolazione in prevalenza maschile) e nonostante sia nella maggior parte dei casi benigna comporta uno sforzo del cuore che può portare nel tempo a scompenso ma soprattutto può dare origine a trombi che sono causa di ictus cerebrale (la complicanze più temibile della fibrillazione). Ecco perchè è così importante trattare la fibrillazione nel modo più corretto e personalizzato per ogni paziente. L'intervento principe fino ad oggi è stata l'ablazione, una tecnica percutanea che riesce ad interrompere il segnale elettrico difettoso, ma che in alcuni casi non riesce a risolvere il problema definitivamente tant'è che dopo qualche tempo alcuni pazienti ripresentano aritmie- e si parla in questi casi di fibrillazione atriale cronica o resistente. Ma da qualche tempo al Centro Cardiologico Monzino di Milano è stata messa a punto una nuova tecnica, e per conoscerla meglio abbiamo incontrato il Prof. Gianluca Polvani, Direttore dell'Unità di Cardiochirurga 2 del Centro Cardiologico Monzino, che ha eseguito nell'ultimo anno quasi cento interventi su pazienti selezionati che non avevano risposto al trattamento di ablazione tradizionale con un successo dell'oltre il 90%, e che ci ha spiegato che la nuova tecnica consiste in un trattamento integrato aritmologico-chirurgico che si esegue in una sala ibrida multifunzionale che prevede una prima fase di elettrofisiologia in cui viene effettuato un mappaggio elettroanatomico per individuare i focolai dove il segnale elettrico è alterato e una seconda fase di chirurgia mininvasiva in toracoscopia 3D e a cuore battente in cui, grazie ad un device estremamente sofisticato che viene fatto passare intorno all'atrio, vengono isolate le aree in cui il segnale elettrico è difettoso e trattate per ripristinare un ritmo regolare. L'ultima fase è un controllo elettrofisiologico per verificare l'avvenuto ripristino del ritmo ma soprattutto che non vi siano neanche a livello di immagine dei focolai di attività elettrica nelle aree trattate, e nel caso siano rimasti dei piccoli foci ancora in grado di provocare fibrillazioni questi vengono trattati in quella stessa sede completando così l'intervento.
Cliccare su 1080p per vedere il Video in Alta Definizione Cliccare sul Rettangolo in basso a destra per lo Schermo Intero