Cirrosi ed Epatocarcinoma
Quali le cause più comuni di cirrosi epatica (epatite B e C, sindrome metabolica, obesità, alcool...)
Come prevenire con stili di vita e precauzioni le complicanze
come ipertensione portale, ascite o emorragie dovute a varici esofagee
Cosa fare per tenere sotto controllo una cirrosi al primo stadio
Terapie e sorveglianza attiva con ecografia periodica per cirrosi più avanzate
Epatocarcinoma: tecniche di resezione, di ablazione, di chemioembolizzazione o trapianto di fegato
Prof. Mario Angelico, Policlinico Tor Vergata, Roma
Una patologia come la Cirrosi Epatica può avere diverse cause tra cui le più frequenti sono le infezioni virali da Epatite B ed Epatite C, la sindrome metabolica trascurata che esordisce con steatosi epatica ma che nel tempo può trasformarsi in fibrosi e quindi cirrosi, o naturalmente l'abuso di alcool che danneggia il fegato portando allo sviluppo di cirrosi. Naturalmente prevenirne l'evoluzione modificando le abitudini a rischio è il percorso più corretto perchè una volta identificati i fattori di rischio - che per esempio nel caso di consumo di alcool devono tenere presente anche la capacità personale di metabolizzarlo - riuscire a cambiare stile di vita e ad evitare che si arrivi alla cirrosi è ciò che ci si dovrebbe prefiggere, utilizzando anche indagini di laboratorio periodiche che possano avvisare di qualche primo scompenso - ad esempio monitorando i valori delle transaminasi - soprattutto quando i fattori di rischio siano più di uno. Nel caso invece la malattia venga diagnosticata quando ha già dato i primi segni è importante stadiare la cirrosi per poter mettere in atto tutte le misure necessarie per mantenerla stabile nel tempo ed evitare così che dia origine a complicanze anche gravi come l'ascite, l'ipertensione portale o emorragie gastriche dovute a varici esofagee, o che si trasformi in epatocarcinoma. Parliamo di tutto questo con il Prof. Mario Angelico, Direttore dell'Unità di Epatologia del Policlinico Tor Vergata di Roma che ci spiega come sia necessario nei soggetti più a rischio riuscire a prevenire la comparsa di cirrosi e di come si possa, in caso di cirrosi al primo stadio, prendere provvedimenti per prevenire le complicanze dovute spesso ad errori anche banali come ad esempio un eccessivo apporto di acqua o un'alimentazione sbagliata... Una sorveglianza attiva con ecografie periodiche o con un nuovo esame all'avanguardia, la fibroelastometria per valutare l'elasticità del fegato è di grande aiuto per valutare l'evoluzione della malattia. Seguire queste semplici regole può a volte essere sufficiente per mantenere stabile una cirrosi lieve, ma in caso vi siano già danni importanti si deve allora attuare strategie diverse volte a risolvere l'ascite o le emorragie o l'ipertensione portale. E nel caso una cirrosi non diagnosticata per tempo esordisca con sintomi gravi che evidenziano la presenza di un epatocarcinoma si deve valutare il tipo di tumore, la grandezza, la posizione al fine di decidere la strategia migliore, che può essere di tipo chirurgico con la resezione o la ablazione attraverso un ago o una chemioembolizzazione. Il ricorso al trapianto di fegato nei casi in cui la chirurgia non sia possibile è un'opzione solo per determinati pazienti selezionati, che abbiano un quadro generale compatibile con l'intervento. Il Professor Angelico ci parla poi dei chemioterapici a disposizione in caso di epatocarcinoma e dei farmaci che sono allo studio al fine di utilizzarli come neoadiuvanti per portare pazienti non in grado di affrontare la chirurgia o il trapianto ad una condizione compatibile con l'opzione chirurgica.
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