Come reagisce il cervello ad un ictus? Un studio clinico con l'analisi dell'EEG fornisce nuove informazioni sulla capacità cerebrale di isolare la porzione lesionata e potenziare quella sana L'importanza di una diagnosi tempestiva e di una riabilitazione personalizzata grazie alle nuove conoscenze neurofisiologiche e alle tecnologie d'avanguardia Dott. Pietro Caliandro, Policlinico Agostino Gemelli, Roma
Dopo un evento acuto come un ictus ischemico i tempi di recupero variano in base a molti parametri, alcuni dei quali noti altri più imponderabili tant'è che anche in caso di lesioni molto simili alcuni pazienti hanno un recupero completo mentre altri no. Capire il perchè di questa risposta è molto importante per poter impostare dei programmi di recupero sempre più personalizzati ed efficaci e per parlare di un recente studio pubblicato sulla rivista Neurorehabilitation and Neural Repair abbiamo incontrato il Dott. Pietro Caliandro, Specialista in Neurologia - Stroke Unit del Policlinico Agostino Gemelli di Roma che ha condotto lo studio su un gruppo di pazienti ancora in fase acuta post ictus analizzando l'attività elettrica del cervello con un'EEG che ha mostrato come in seguito ad un insulto il cervello è in grado di isolare la porzione lesionata potenziando quella sana in modo da poter compensare, grazie alla plasticità e alla capacità di creare nuove connessioni quando le vecchie siano andate perdute con la lesione per recuperare alcune funzioni (l'esempio fatto dal Dott. Caliandro è quello di un ipotetico viaggio da Roma ad Abu Dhabi la cui "linea diretta" sia stata interrotta dall'ictus ma possa essere recuperata con una linea Roma Milano Madrid Abu Dhabi) così da bypassare - isolando di fatto come ci mostra sulle immagini dell'attività elettrica - la zona colpita. Nuovi studi dovranno ora permettere di utilizzare queste nuove informazioni sulla base neurofisiologica in combinazione con le tecniche già a disposizione per la neuroriabilitazione (come la riabilitazione robotica, la stimolazione transcranica...) per permettere ad ogni paziente di ottenere il maggior recupero possibile, tanto più che oggi si sa per certo che la plasticità cerebrale consente di recuperare anche a distanza di vari mesi dall'evento acuto ed è quindi importante che la riabilitazione sia il cardine su cui ruota la ripresa sia nelle fasi subito successive all'evento sia nei mesi successivi. Senza dimenticare che la prima regola per far sì che un evento come l'ictus non lasci complicanze motorie o di linguaggio o di vigilanza è quello di riconoscerlo tempestivamente (una asimmetria della bocca o del viso, una difficoltà nell'articolare una parola, una sensazione di malfunzionamento o perdita di forza o formicolio di un'arto...) perchè i nuovi trattamenti come la trombolisi se effettuati nelle prime ore che seguono l'ictus ischemico possono permettere il ritorno ad una vita normale in pochi giorni.
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