Coronavirus: le Video Interviste con gli Specialisti Vai a: Coronavirus, le ultime news
UNA RISPOSTA CONTRO IL COVID-19, LA LATTOFERRINA
UNO STUDIO ITALIANO HA VALUTATO L'AZIONE ANTIVIRALE E ANTINFIAMMATORIA DELLA GLICOPROTEINA LATTOFERRINA, UNA COMPONENTE DELL'IMMUNITÀ INNATA NEI BAMBINI
PROF.SSA ELENA CAMPIONE, POLICLINICO TOR VERGATA, ROMA
Con il passare dei mesi aumentano le conoscenze sul virus Sars Cov 2 grazie ai numerosi studi che stanno cercando di comprendere i meccanismi alla base dell’insorgenza di sintomi così diversi fra loro, e naturalmente di mettere a punto un vaccino e identificare i target virali perfezionando terapie mirate al controllo della malattia che ricordiamolo ha causato ad oggi più di 15 milioni di casi con oltre 600 mila decessi.
Una evidenza che fin dall’inizio della pandemia è emersa chiaramente è che i bambini pur essendo contagiati dal virus hanno avuto sintomi più lievi rispetto agli adulti.
Questo ha fatto sì che i ricercatori si siano concentrati sul ruolo dell’immunità innata aspecifica che consente ai più piccoli di rispondere rapidamente ed efficacemente alle infezioni con la produzione di anticorpi.
Uno studio estremamente interessante in tal senso è stato effettuato da un team di clinici del Policlinico Tor Vergata e dell’Università Sapienza che hanno studiato le proprietà antivirali e antinfiammatorie della lattoferrina, una glicoproteina presente già nel latte materno, nel contrastare l’infezione da Sars Cov 2.
UNO STUDIO ITALIANO HA VALUTATO L'AZIONE ANTIVIRALE E ANTINFIAMMATORIA DELLA GLICOPROTEINA LATTOFERRINA, UNA COMPONENTE DELL'IMMUNITÀ INNATA NEI BAMBINI
PROF.SSA ELENA CAMPIONE, POLICLINICO TOR VERGATA, ROMA
Con il passare dei mesi aumentano le conoscenze sul virus Sars Cov 2 grazie ai numerosi studi che stanno cercando di comprendere i meccanismi alla base dell’insorgenza di sintomi così diversi fra loro, e naturalmente di mettere a punto un vaccino e identificare i target virali perfezionando terapie mirate al controllo della malattia che ricordiamolo ha causato ad oggi più di 15 milioni di casi con oltre 600 mila decessi.
Una evidenza che fin dall’inizio della pandemia è emersa chiaramente è che i bambini pur essendo contagiati dal virus hanno avuto sintomi più lievi rispetto agli adulti.
Questo ha fatto sì che i ricercatori si siano concentrati sul ruolo dell’immunità innata aspecifica che consente ai più piccoli di rispondere rapidamente ed efficacemente alle infezioni con la produzione di anticorpi.
Uno studio estremamente interessante in tal senso è stato effettuato da un team di clinici del Policlinico Tor Vergata e dell’Università Sapienza che hanno studiato le proprietà antivirali e antinfiammatorie della lattoferrina, una glicoproteina presente già nel latte materno, nel contrastare l’infezione da Sars Cov 2.
Prof. Massimo Biondi, Policlinico Umberto I, Università Sapienza, Roma
Intelligenza ed emotività adattativa: come usarle per avviare la ricostruzione
Una fra le parole più usate in questi giorni è ricostruzione, non solo come ripartenza sociale ma anche come ricostruzione di noi stessi, un nuovo perimetro emotivo entro cui delineare nuovi obiettivi, nuove priorità. Non è però facile emergere da mesi così complessi e dolorosi, e lo stress legato all'emergenza sanitaria e alla crisi sociale e lavorativa sono ostacoli spesso insormontabili che per essere superati richiedono un approccio nuovo, "allenare" pensieri ed emozioni per mettere in campo azioni che aiutino ad avere una visione prospettica, a focalizzare i bisogni con un'attitudine costruttiva e non ripiegata sul passato. Ci insegna come coltivare questa plasticità adattativa il Prof. Massimo Biondi, Università Sapienza di Roma - Policlinico Umberto I di Roma
Intelligenza ed emotività adattativa: come usarle per avviare la ricostruzione
Una fra le parole più usate in questi giorni è ricostruzione, non solo come ripartenza sociale ma anche come ricostruzione di noi stessi, un nuovo perimetro emotivo entro cui delineare nuovi obiettivi, nuove priorità. Non è però facile emergere da mesi così complessi e dolorosi, e lo stress legato all'emergenza sanitaria e alla crisi sociale e lavorativa sono ostacoli spesso insormontabili che per essere superati richiedono un approccio nuovo, "allenare" pensieri ed emozioni per mettere in campo azioni che aiutino ad avere una visione prospettica, a focalizzare i bisogni con un'attitudine costruttiva e non ripiegata sul passato. Ci insegna come coltivare questa plasticità adattativa il Prof. Massimo Biondi, Università Sapienza di Roma - Policlinico Umberto I di Roma
Prof. Giampaolo Tortora
Pazienti Oncologici più a rischio COVID? Uno studio del Policlinico Gemelli su chi assume farmaci che bloccano la produzione di citochine
Fra le tante criticità legate all'emergenza covid-19 il poter garantire una continuità terapeutica in sicurezza ai pazienti oncologici ha rappresentato una sfida cruciale per tutelare persone fragili, spesso immunodepresse a causa dei trattamenti e quindi maggiormente a rischio di esposizione al coronavirus, ma che avrebbero corso un rischio altrettanto alto sospendendo le terapie.
L’esperienza della Cina ci diceva che la percentuali dei pazienti oncologici contagiati in Cina è stata molto alte, ma fortunatamente in Italia i modelli organizzativi hanno funzionato bene consentendo percorsi Covid free, come nel caso del Policlinico Gemelli, una esperienza importante anche per i prossimi mesi in cui dovrà riprendere anche tutta l’attività di screening.
Ed è attualmente in corso uno studio per valutare se alcune terapie oncologiche che riducono l’infiammazione bloccando la produzione di citochine (che sappiamo essere responsabili della cosiddetta tempesta citochinica) non possano essere in qualche modo “protettive” rispetto alle complicanze legate al Covid 19.
Abbiamo parlato di tutto questo con il Prof. Giampaolo Tortora , direttore dell’Oncologia del Policlinico A. Gemelli IRCCS di Roma
Pazienti Oncologici più a rischio COVID? Uno studio del Policlinico Gemelli su chi assume farmaci che bloccano la produzione di citochine
Fra le tante criticità legate all'emergenza covid-19 il poter garantire una continuità terapeutica in sicurezza ai pazienti oncologici ha rappresentato una sfida cruciale per tutelare persone fragili, spesso immunodepresse a causa dei trattamenti e quindi maggiormente a rischio di esposizione al coronavirus, ma che avrebbero corso un rischio altrettanto alto sospendendo le terapie.
L’esperienza della Cina ci diceva che la percentuali dei pazienti oncologici contagiati in Cina è stata molto alte, ma fortunatamente in Italia i modelli organizzativi hanno funzionato bene consentendo percorsi Covid free, come nel caso del Policlinico Gemelli, una esperienza importante anche per i prossimi mesi in cui dovrà riprendere anche tutta l’attività di screening.
Ed è attualmente in corso uno studio per valutare se alcune terapie oncologiche che riducono l’infiammazione bloccando la produzione di citochine (che sappiamo essere responsabili della cosiddetta tempesta citochinica) non possano essere in qualche modo “protettive” rispetto alle complicanze legate al Covid 19.
Abbiamo parlato di tutto questo con il Prof. Giampaolo Tortora , direttore dell’Oncologia del Policlinico A. Gemelli IRCCS di Roma
SOS MAMMA, per una gravidanza serena nonostante il coronavirus
CINZIA NIOLU - Professore Associato Psichiatria Università Tor Vergata Roma
La gravidanza è uno dei momenti più intensi della vita di una donna ma in questi giorni la preoccupazione legata al coronavirus rende difficile vivere serenamente le visite di controllo, i corsi preparatori al parto, e appunto il parto. Fra le tante iniziative il programma SOS Mamma del Policlinico Tor Vergata di Roma che offre ascolto e soprattutto risposte a tutte le future mamme o le mamme in difficoltà emotiva per aiutarle a godere comunque di un momento così gioioso come quello della nascita di un bambino. Ci presenta il progetto SOS Mamma la Prof.ssa Cinzia Niolu, RESPONSABILE SOS MAMMA, Policlinico Tor Vergata Roma
CINZIA NIOLU - Professore Associato Psichiatria Università Tor Vergata Roma
La gravidanza è uno dei momenti più intensi della vita di una donna ma in questi giorni la preoccupazione legata al coronavirus rende difficile vivere serenamente le visite di controllo, i corsi preparatori al parto, e appunto il parto. Fra le tante iniziative il programma SOS Mamma del Policlinico Tor Vergata di Roma che offre ascolto e soprattutto risposte a tutte le future mamme o le mamme in difficoltà emotiva per aiutarle a godere comunque di un momento così gioioso come quello della nascita di un bambino. Ci presenta il progetto SOS Mamma la Prof.ssa Cinzia Niolu, RESPONSABILE SOS MAMMA, Policlinico Tor Vergata Roma
PROF. ANTONIO GASBARRINI – DIRETTORE AREA DI MEDICINA INTERNA, GASTROENTEROLOGIA E ONCOLOGIA MEDICA
Ospedali sicuri nella fase 2: i percorsi Covid free per prevenzione, urgenze, cronicità
Riprendere l'attività e mantenere alta la guardia contro tutte le altre problematiche di salute
Quanti sono gli esami diagnostici rimandati in queste settimane? E le visite di controllo? Sicuramente molte, come pure molti sono i percorsi terapeutici che hanno dovuto essere rimodulati, ma alcune patologie necessità di continuità assistenziale, alcuni interventi urgenti non possono essere rimandati, come pure una indagine diagnostica, dal momento che sappiamo bene come la diagnosi precoce sia essenziale per poter trattare efficacemente alcune patologie come quelle oncologiche. Senza contare che lo stress di questi giorni sta influenzando negativamente l’andamento di molte patologie autoimmuni, e slatentizzando alcuni disturbi fino ad ora sotto controllo. Il Prof. Gasbarrini ci racconta di come il Policlinico Gemelli si stia dotando di un percorso “pulito” che garantisca in sicurezza l’accesso ai pazienti che debbano recarsi in ospedale - il dato di un netto alo di accessi al pronto soccorso per disturbi cardiovascolari dimostra quanto sia pericoloso trascurare alcuni sintomi - perché l’emergenza Covid va gestita e affrontata con tutte le energie possibili ma va anche mantenuta alta la guardia contro tutte le altre problematiche di salute, e sapere di potersi recare in ospedale con fiducia e in sicurezza è un prezioso passo avanti verso il ritorno alla normalità.
Ospedali sicuri nella fase 2: i percorsi Covid free per prevenzione, urgenze, cronicità
Riprendere l'attività e mantenere alta la guardia contro tutte le altre problematiche di salute
Quanti sono gli esami diagnostici rimandati in queste settimane? E le visite di controllo? Sicuramente molte, come pure molti sono i percorsi terapeutici che hanno dovuto essere rimodulati, ma alcune patologie necessità di continuità assistenziale, alcuni interventi urgenti non possono essere rimandati, come pure una indagine diagnostica, dal momento che sappiamo bene come la diagnosi precoce sia essenziale per poter trattare efficacemente alcune patologie come quelle oncologiche. Senza contare che lo stress di questi giorni sta influenzando negativamente l’andamento di molte patologie autoimmuni, e slatentizzando alcuni disturbi fino ad ora sotto controllo. Il Prof. Gasbarrini ci racconta di come il Policlinico Gemelli si stia dotando di un percorso “pulito” che garantisca in sicurezza l’accesso ai pazienti che debbano recarsi in ospedale - il dato di un netto alo di accessi al pronto soccorso per disturbi cardiovascolari dimostra quanto sia pericoloso trascurare alcuni sintomi - perché l’emergenza Covid va gestita e affrontata con tutte le energie possibili ma va anche mantenuta alta la guardia contro tutte le altre problematiche di salute, e sapere di potersi recare in ospedale con fiducia e in sicurezza è un prezioso passo avanti verso il ritorno alla normalità.
DOTT. SSA CLAUDIA SALA, Toscana Life Sciences
SARS-CoV-2: PROGETTO DI RICERCA PER ISOLARE ANTICORPI MONOCLONALI UMANI DA PAZIENTI CONVALESCENTI A SCOPO PROFILATTICO, TERAPEUTICO E PER FUTURI VACCINI
La fondazione Toscana Life Science ha avviato un PROGETTO DI RICERCA in collaborazione con l’Istituto Lazzaro Spallanzani PER SVILUPPARE ANTICORPI MONOCLONALI CONTRO IL CORONAVIRUS
LA TECNICA REVERSE VACCINOLOGY 2.0 PERMETTERÀ DI ISOLARE ANTICORPI MONOCLONALI UMANI DA PAZIENTI CONVALESCENTI CON L’INTENTO DI UTILIZZARLI A SCOPO PROFILATTICO e TERAPEUTICO E COME ESCA MOLECOLARE PER LA RICERCA DI ANTIGENI PER LO SVILUPPO DI VACCINI.
OBIETTIVO: FARE RICERCA TRASLAZIONALE, IN GRADO DI PRODURRE RISULTATI UTILIZZABILI A BREVE TERMINE NELL’ATTIVITÀ DI CURA.
L’approccio SPERIMENTALE del gruppo di ricerca vAMRes presso Fondazione Toscana Life Sciences
SARS-CoV-2: PROGETTO DI RICERCA PER ISOLARE ANTICORPI MONOCLONALI UMANI DA PAZIENTI CONVALESCENTI A SCOPO PROFILATTICO, TERAPEUTICO E PER FUTURI VACCINI
La fondazione Toscana Life Science ha avviato un PROGETTO DI RICERCA in collaborazione con l’Istituto Lazzaro Spallanzani PER SVILUPPARE ANTICORPI MONOCLONALI CONTRO IL CORONAVIRUS
LA TECNICA REVERSE VACCINOLOGY 2.0 PERMETTERÀ DI ISOLARE ANTICORPI MONOCLONALI UMANI DA PAZIENTI CONVALESCENTI CON L’INTENTO DI UTILIZZARLI A SCOPO PROFILATTICO e TERAPEUTICO E COME ESCA MOLECOLARE PER LA RICERCA DI ANTIGENI PER LO SVILUPPO DI VACCINI.
OBIETTIVO: FARE RICERCA TRASLAZIONALE, IN GRADO DI PRODURRE RISULTATI UTILIZZABILI A BREVE TERMINE NELL’ATTIVITÀ DI CURA.
L’approccio SPERIMENTALE del gruppo di ricerca vAMRes presso Fondazione Toscana Life Sciences
PROF. MICHELE MIRAGLIA DEL GIUDICE
I BAMBINI NELLA FASE 2: I CONSIGLI PER VIVERE SERENAMENTE UN'ESTATE CON NUOVE REGOLE
La fase 2 è quella in cui dovremo imparare a convivere con il virus, mettendo noi stessi e gli atri in sicurezza con comportamenti responsabili come il distanziamento fisico e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale come le mascherine. Ma se gli adulti questo è semplice da comprendere per i bambini l’idea di uscire senza poter “sperimentare” il mondo come loro abitudine, ad esempio giocando in modo ravvicinato con altri bambini, toccando oggetti e superfici nuove, non sarà facile e soprattutto ai più piccoli dovremo pian piano insegnare nuove regole di comportamento per un’estate diversa, in cui ci saranno giochi diverse, tempi diversi, momenti di convivialità diversi. Per consigliare i genitori abbiamo parlato con il Prof. Miraglia del Giudice, Docente di Pediatria all’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli” che ci ha parlato di come si potranno organizzare le attività all’aperto dei bambini - le mascherine devono essere indossate solo dai tre anni in su e devono essere di misura pediatrica e anti soffocamento - di come dovranno essere organizzate le giornate senza scuola, mantenendo ritmi costanti, di come si dovrà aiutare i bambini più timidi ad avvicinarsi alla ripresa delle attività scolastiche in autunno, di come sia importante riscoprire il racconto, la condivisione e la scoperta di nuovi hobby e interessi perché l’estate per i bambini è sempre stato il momento dell’anno in cui “crescere”, fare nuove amicizie, appassionarsi ad uno sport o ad uno strumento musicale, e per quanto possibile è essenziale che i bambini vivano la loro infanzia con tutto lo stupore e l’emozione delle scoperte quotidiane.
I BAMBINI NELLA FASE 2: I CONSIGLI PER VIVERE SERENAMENTE UN'ESTATE CON NUOVE REGOLE
La fase 2 è quella in cui dovremo imparare a convivere con il virus, mettendo noi stessi e gli atri in sicurezza con comportamenti responsabili come il distanziamento fisico e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale come le mascherine. Ma se gli adulti questo è semplice da comprendere per i bambini l’idea di uscire senza poter “sperimentare” il mondo come loro abitudine, ad esempio giocando in modo ravvicinato con altri bambini, toccando oggetti e superfici nuove, non sarà facile e soprattutto ai più piccoli dovremo pian piano insegnare nuove regole di comportamento per un’estate diversa, in cui ci saranno giochi diverse, tempi diversi, momenti di convivialità diversi. Per consigliare i genitori abbiamo parlato con il Prof. Miraglia del Giudice, Docente di Pediatria all’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli” che ci ha parlato di come si potranno organizzare le attività all’aperto dei bambini - le mascherine devono essere indossate solo dai tre anni in su e devono essere di misura pediatrica e anti soffocamento - di come dovranno essere organizzate le giornate senza scuola, mantenendo ritmi costanti, di come si dovrà aiutare i bambini più timidi ad avvicinarsi alla ripresa delle attività scolastiche in autunno, di come sia importante riscoprire il racconto, la condivisione e la scoperta di nuovi hobby e interessi perché l’estate per i bambini è sempre stato il momento dell’anno in cui “crescere”, fare nuove amicizie, appassionarsi ad uno sport o ad uno strumento musicale, e per quanto possibile è essenziale che i bambini vivano la loro infanzia con tutto lo stupore e l’emozione delle scoperte quotidiane.
I RICORDI DELLA FASE 1: COSA cosa ci lascia nel cuore e nella mente l'emergenza coronavirus
Ora che stiamo avvicinandoci alla fase 2, in cui dovremo comunque mantenere alta la soglia di attenzione perchè il coronavirus è ancora fra noi, e solo a nostra responsabilità potrà tenerci e tenere gli altri al sicuro, siamo portati a fare qualche riflessione con noi stessi su cosa ci è rimasto dentro di questa esperienza così improvvisa e drammatica, quanto ci ha cambiato, come abbiamo reagito, quali emozioni sono state le nostre compagne nei lunghi giorni in casa, cosa abbiamo scoperto su noi stesi e su come vogliamo che sia il nostro futuro. Lasciateci le vostre riflessioni, i vostri commenti, condividiamo le emozioni e i pensieri che ci stanno accompagnando in queste ore. Grazie a Giulia Santilli per averci regalato la sua meravigliosa voce.
Ora che stiamo avvicinandoci alla fase 2, in cui dovremo comunque mantenere alta la soglia di attenzione perchè il coronavirus è ancora fra noi, e solo a nostra responsabilità potrà tenerci e tenere gli altri al sicuro, siamo portati a fare qualche riflessione con noi stessi su cosa ci è rimasto dentro di questa esperienza così improvvisa e drammatica, quanto ci ha cambiato, come abbiamo reagito, quali emozioni sono state le nostre compagne nei lunghi giorni in casa, cosa abbiamo scoperto su noi stesi e su come vogliamo che sia il nostro futuro. Lasciateci le vostre riflessioni, i vostri commenti, condividiamo le emozioni e i pensieri che ci stanno accompagnando in queste ore. Grazie a Giulia Santilli per averci regalato la sua meravigliosa voce.
PROF. FRANCESCO RIVA
LE VISITE ODONTOIATRICHE IN SICUREZZA DOPO L'EMERGENZA COVID - COME RENDERE GLI STUDI "COVID FREE"
Sono molte le cose che non abbiamo potuto fare nel periodo di lockdown legato all’emergenza corona virus, fra queste sicuramente le visite del proprio odontoiatra perché il rischio del contagio in una visita che non permette l’uso di mascherine era ed è ancora ad alto rischio. Molte persone hanno avuto problemi con le otturazioni, con un dente scheggiato, con una carie, ma solo le urgenze come gli ascessi hanno potuto essere trattati. Con la graduale ripresa dell’attività clinica anche gli studi medici stanno organizzandosi in modo da garantire la massima sicurezza per i pazienti e per gli operatori sanitari, e per capire come sarà possibile rendere uno studio odontoiatrico “Covid Free” abbiamo parlato con il Prof. Francesco Riva, già direttore dell’UOC di Chirurgia Odontostomatologica Policlinico Umberto I Istituto Eastman e Consigliere CNEL che ci ha spiegato come siano necessari tre passaggi: 1) la certezza che pazienti e operatori sanitari non siano positivi, e qui un gioco essenziale lo giocheranno i tamponi che si spera presto possano essere eseguiti anche in strutture convenzionate per poter abbreviare i tempi di attesa e poter così garantire informazioni al maggior numero di persone possibili, 2) la disponibilità di mascherine certificate CE che offrano quindi garanzie assolute, cosa al momento non facile perché il numero di mascherine è ancora insufficiente, e di altri dispositivi di sicurezza come visiere e tute monouso, 3) la sanificazione degli studi odontoiatrici in sicurezza e in questo la tecnologia può essere di aiuto in quanto sono già disponibili nuovi prodotti come un gel sanificante riconosciuto dal Ministero della Salute che può uccidere il virus sulle superfici ed essere così un prezioso alleato per riprendere l’attività odontoiatrica in sicurezza per pazienti e operatori.
LE VISITE ODONTOIATRICHE IN SICUREZZA DOPO L'EMERGENZA COVID - COME RENDERE GLI STUDI "COVID FREE"
Sono molte le cose che non abbiamo potuto fare nel periodo di lockdown legato all’emergenza corona virus, fra queste sicuramente le visite del proprio odontoiatra perché il rischio del contagio in una visita che non permette l’uso di mascherine era ed è ancora ad alto rischio. Molte persone hanno avuto problemi con le otturazioni, con un dente scheggiato, con una carie, ma solo le urgenze come gli ascessi hanno potuto essere trattati. Con la graduale ripresa dell’attività clinica anche gli studi medici stanno organizzandosi in modo da garantire la massima sicurezza per i pazienti e per gli operatori sanitari, e per capire come sarà possibile rendere uno studio odontoiatrico “Covid Free” abbiamo parlato con il Prof. Francesco Riva, già direttore dell’UOC di Chirurgia Odontostomatologica Policlinico Umberto I Istituto Eastman e Consigliere CNEL che ci ha spiegato come siano necessari tre passaggi: 1) la certezza che pazienti e operatori sanitari non siano positivi, e qui un gioco essenziale lo giocheranno i tamponi che si spera presto possano essere eseguiti anche in strutture convenzionate per poter abbreviare i tempi di attesa e poter così garantire informazioni al maggior numero di persone possibili, 2) la disponibilità di mascherine certificate CE che offrano quindi garanzie assolute, cosa al momento non facile perché il numero di mascherine è ancora insufficiente, e di altri dispositivi di sicurezza come visiere e tute monouso, 3) la sanificazione degli studi odontoiatrici in sicurezza e in questo la tecnologia può essere di aiuto in quanto sono già disponibili nuovi prodotti come un gel sanificante riconosciuto dal Ministero della Salute che può uccidere il virus sulle superfici ed essere così un prezioso alleato per riprendere l’attività odontoiatrica in sicurezza per pazienti e operatori.
PROF. STANISLAO RIZZO, Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS
LE CONGIUNTIVITI DA COVID E LA PRESENZA DI CORONAVIRUS NELLE LACRIME: LE EVIDENZE SCIENTIFICHE
Il primo medico a segnalare l’esistenza del coronavirus fu un oculista cinese, che aveva visitato un paziente con una congiuntivite che presentava anche sintomi respiratori. Una conferma viene oggi dall’aver recentemente isolato la presenza del virus nelle lacrime e dai numerosi pazienti covid che sono risultati positivi anche ad un tampone congiuntivale. I sintomi della congiuntivite nei pazienti positivi al coronavirus sono quelli tipici, occhi rossi, prurito, a volte aumentata sensibilità alla luce e in alcuni casi la manifestazione a livello oculare potrebbe rappresentare un segno precoce della malattia. Evitare di toccarsi gli occhi con le mani per non far penetrare il virus è un’accortezza importante per tutti noi, soprattutto quando si è fuori casa ovviamente. E per valutare come la congiuntiva possa essere una “spia” dell’infezione al Policlinico Gemelli è stato avviato uno studio su 50 pazienti sottoposti a tampone congiuntivale da cui sono emrsi dati interessanti che ci racconta il Prof. Rizzo, Direttore Oculistica della Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS che ci parla anche della misure da mettere in campo per rendere uno studio oculistico Covid free mettendo in sicurezza pazienti ed operatori sanitari e di come l’utilizzo delle lenti a contatto in questo periodo debba essere se possibile evitato preferendo gli occhiali o al massimo preferendo quelle giornaliere usa e getta da maneggiare con estrema cura dell’igiene delle mani
LE CONGIUNTIVITI DA COVID E LA PRESENZA DI CORONAVIRUS NELLE LACRIME: LE EVIDENZE SCIENTIFICHE
Il primo medico a segnalare l’esistenza del coronavirus fu un oculista cinese, che aveva visitato un paziente con una congiuntivite che presentava anche sintomi respiratori. Una conferma viene oggi dall’aver recentemente isolato la presenza del virus nelle lacrime e dai numerosi pazienti covid che sono risultati positivi anche ad un tampone congiuntivale. I sintomi della congiuntivite nei pazienti positivi al coronavirus sono quelli tipici, occhi rossi, prurito, a volte aumentata sensibilità alla luce e in alcuni casi la manifestazione a livello oculare potrebbe rappresentare un segno precoce della malattia. Evitare di toccarsi gli occhi con le mani per non far penetrare il virus è un’accortezza importante per tutti noi, soprattutto quando si è fuori casa ovviamente. E per valutare come la congiuntiva possa essere una “spia” dell’infezione al Policlinico Gemelli è stato avviato uno studio su 50 pazienti sottoposti a tampone congiuntivale da cui sono emrsi dati interessanti che ci racconta il Prof. Rizzo, Direttore Oculistica della Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS che ci parla anche della misure da mettere in campo per rendere uno studio oculistico Covid free mettendo in sicurezza pazienti ed operatori sanitari e di come l’utilizzo delle lenti a contatto in questo periodo debba essere se possibile evitato preferendo gli occhiali o al massimo preferendo quelle giornaliere usa e getta da maneggiare con estrema cura dell’igiene delle mani
PROF. GIACINTO MIGGIANO
LEGAME FRA NUTRIZIONE E IMMUNITA' IL SUPPORTO NUTRIZIONALE NEI PAZIENTI COVID PER AIUTARE LA FUNZIONE DEL SISTEMA IMMUNITARIO
I 45 MACRO E MICRO NUTRIENTI ESSENZIALI
Oltre ai farmaci che vengono oggi testati contro il Covid 19 e all’ossigeno terapia, un tassello essenziale nell’assistenza ai pazienti è anche un adeguato supporto nutrizionale nell’assistenza ai pazienti per evitare stati di malnutrizione proteico energetica e sarcopenia, condizioni che sono strettamente legate a perdita di massa magra e di proteine viscerali come albumina e trasferrina, strettamente legate ad una buona funzione del sistema immunitario.
Si tratta nella maggior parte di casi di pazienti con difficoltà a deglutire, astenia, che passano lunghi giorni allettati e rischiano così di perdere peso. E’ quindi importante che già nelle prime 24/48 h il paziente venga avviato ad una valutazione nutrizionale con uno screening (Nutitional Risk Screening) abbinando anche degli esami del sangue di parametri quali ferro, acido folico, vitamina D per una valutazione precoce del suo stato nutrizionale in modo da poter avviare interventi tempestivi con un adeguato apporto di macro e micro nutrienti con alimenti semplici e semiliquidi o di intervenire con una nutrizione enterale, quindi con un sondino naso gastrico, o nei casi più severi con la nutrizione entrale cioè in vena.
Ed essendo noto il legame fra immunità e nutrizione per tutta la popolazione in questo momento di emergenza sanitaria legata al coronavirus è importante mantenere un corretto apporto dei micro e macronutrienti (sono 45 quelli essenziali) per mantenere una corretta funzionalità del sistema immunitario che possa così aiutarci a difenderci dal coronavirus.
LEGAME FRA NUTRIZIONE E IMMUNITA' IL SUPPORTO NUTRIZIONALE NEI PAZIENTI COVID PER AIUTARE LA FUNZIONE DEL SISTEMA IMMUNITARIO
I 45 MACRO E MICRO NUTRIENTI ESSENZIALI
Oltre ai farmaci che vengono oggi testati contro il Covid 19 e all’ossigeno terapia, un tassello essenziale nell’assistenza ai pazienti è anche un adeguato supporto nutrizionale nell’assistenza ai pazienti per evitare stati di malnutrizione proteico energetica e sarcopenia, condizioni che sono strettamente legate a perdita di massa magra e di proteine viscerali come albumina e trasferrina, strettamente legate ad una buona funzione del sistema immunitario.
Si tratta nella maggior parte di casi di pazienti con difficoltà a deglutire, astenia, che passano lunghi giorni allettati e rischiano così di perdere peso. E’ quindi importante che già nelle prime 24/48 h il paziente venga avviato ad una valutazione nutrizionale con uno screening (Nutitional Risk Screening) abbinando anche degli esami del sangue di parametri quali ferro, acido folico, vitamina D per una valutazione precoce del suo stato nutrizionale in modo da poter avviare interventi tempestivi con un adeguato apporto di macro e micro nutrienti con alimenti semplici e semiliquidi o di intervenire con una nutrizione enterale, quindi con un sondino naso gastrico, o nei casi più severi con la nutrizione entrale cioè in vena.
Ed essendo noto il legame fra immunità e nutrizione per tutta la popolazione in questo momento di emergenza sanitaria legata al coronavirus è importante mantenere un corretto apporto dei micro e macronutrienti (sono 45 quelli essenziali) per mantenere una corretta funzionalità del sistema immunitario che possa così aiutarci a difenderci dal coronavirus.
PROF. STEFANO VELLA, Infettivologo e Docente Global Health, Università Cattolica di Roma
I TRE OBIETTIVI FUTURI NELLA LOTTA AL COVID 19: FARMACI DEDICATI, COMPRENDERE MEGLIO L'IMMUNITA' E TESTARE VACCINI EFFICACI
Dopo un lungo periodo di emergenza legato all’infezione da coronavirus ci stiamo avviando alla cosiddetta fase 2, un fase di convivenza con il virus che è ancora in circolazione soprattutto in alcune zone d’Italia, una fase in cui l’attenzione della comunità scientifica sarà focalizzata su tre aspetti: il primo la messa a punto di nuovi farmaci antivirali mirati solo ed esclusivamente contro il coronavirus, il secondo una miglior comprensione della tipologia di anticorpi che sviluppa una persona che abbia avuto il COVID, se siano neutralizzanti o meno, mettendo in campo studi approfonditi sul tipo di immunità e memoria immunitaria che può derivarne, se parziale o persistente, perché i test di immunità hanno al momento solo un valore epidemiologico e non conferiscono alcuna certezza o “patente “ di immunità, e il terzo grande capitolo riguarderà lo sforzo della comunità internazionale per mettere a punto un vaccino efficace, per il quale sono al lavoro già numerosissimi gruppi di ricerca, con varie ipotesi in campo, dai vaccini su acidi nucleici, più veloci nella realizzazione ma poco efficaci sull’uomo, a vaccini con proteine ricombinanti o virus inattivato fino a vaccini con tecnologie innovative che si spera possano diventare in futuro la vera arma per arrestare la circolazione del coronavirus.
I TRE OBIETTIVI FUTURI NELLA LOTTA AL COVID 19: FARMACI DEDICATI, COMPRENDERE MEGLIO L'IMMUNITA' E TESTARE VACCINI EFFICACI
Dopo un lungo periodo di emergenza legato all’infezione da coronavirus ci stiamo avviando alla cosiddetta fase 2, un fase di convivenza con il virus che è ancora in circolazione soprattutto in alcune zone d’Italia, una fase in cui l’attenzione della comunità scientifica sarà focalizzata su tre aspetti: il primo la messa a punto di nuovi farmaci antivirali mirati solo ed esclusivamente contro il coronavirus, il secondo una miglior comprensione della tipologia di anticorpi che sviluppa una persona che abbia avuto il COVID, se siano neutralizzanti o meno, mettendo in campo studi approfonditi sul tipo di immunità e memoria immunitaria che può derivarne, se parziale o persistente, perché i test di immunità hanno al momento solo un valore epidemiologico e non conferiscono alcuna certezza o “patente “ di immunità, e il terzo grande capitolo riguarderà lo sforzo della comunità internazionale per mettere a punto un vaccino efficace, per il quale sono al lavoro già numerosissimi gruppi di ricerca, con varie ipotesi in campo, dai vaccini su acidi nucleici, più veloci nella realizzazione ma poco efficaci sull’uomo, a vaccini con proteine ricombinanti o virus inattivato fino a vaccini con tecnologie innovative che si spera possano diventare in futuro la vera arma per arrestare la circolazione del coronavirus.
PROF. MICHELE MIRAGLIA DEL GIUDICE - Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
LE ALLERGIE IN ETA' PEDIATRICA DURANTE LA PANDEMIA DA COVID 19
COME COMPORTARSI CON LE TERAPIE ? QUALI ACCORTEZZE PER GLI ALLERGENI INDOOR ?
Una primavera diversa quella del 2020, in cui si rimane maggiormente in casa, ma non per questo si è al riparo dagli allergeni che sono presenti nell’aria, e che si annidano anche fra le pareti domestiche, tant’è che le fonti di allergie cosiddette indoor come l’acaro della polvere provocano reazioni allergiche anche importanti.
Le allergie respiratorie poi sono in questi giorni una fonte di preoccupazione perché una tosse persistente o una difficoltà respiratoria può essere ricondotta alla presenza del coronavirus e ingenerare allarme. Anche nei bambini, che fortunatamente colpiti solo marginalmente dall’infezione da Covid 19 ma che affrontano la stagione allergica con qualche incertezza in più, legata all’assunzione di farmaci - farmaci immunosoppressori o biologici, come comportarsi? - alla modalità di somministrazione - aerosol sì o no? – alla decisione se affrontare i test.
E per chiarire i dubbi dei genitori abbiamo intervistato il Prof. Michele Miraglia del Giudice, Professore di Pediatria presso la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e Docente di Allergologia presso la Scuola di Specializzazione in Pediatria
LE ALLERGIE IN ETA' PEDIATRICA DURANTE LA PANDEMIA DA COVID 19
COME COMPORTARSI CON LE TERAPIE ? QUALI ACCORTEZZE PER GLI ALLERGENI INDOOR ?
Una primavera diversa quella del 2020, in cui si rimane maggiormente in casa, ma non per questo si è al riparo dagli allergeni che sono presenti nell’aria, e che si annidano anche fra le pareti domestiche, tant’è che le fonti di allergie cosiddette indoor come l’acaro della polvere provocano reazioni allergiche anche importanti.
Le allergie respiratorie poi sono in questi giorni una fonte di preoccupazione perché una tosse persistente o una difficoltà respiratoria può essere ricondotta alla presenza del coronavirus e ingenerare allarme. Anche nei bambini, che fortunatamente colpiti solo marginalmente dall’infezione da Covid 19 ma che affrontano la stagione allergica con qualche incertezza in più, legata all’assunzione di farmaci - farmaci immunosoppressori o biologici, come comportarsi? - alla modalità di somministrazione - aerosol sì o no? – alla decisione se affrontare i test.
E per chiarire i dubbi dei genitori abbiamo intervistato il Prof. Michele Miraglia del Giudice, Professore di Pediatria presso la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e Docente di Allergologia presso la Scuola di Specializzazione in Pediatria
L'EMERGENZA CORONAVIRUS E LE DIFFICOLTA' DI CHI NECESSITA DI TRASFUSIONI DI SANGUE
L'emergenza coronavirus è stata traumatica per tutti ma per le persone che hanno bisogno di trasfusioni di sangue come terapia salvavita ci sono state preoccupazioni in più, legate alla difficoltà di accedere ai centri trasfusionali e alla carenza di sangue che per alcuni giorni si p vissuta a causa della riduzione del numero di donatori. Una esperienza che ci racconta Raffaele Vindigni Presidente UNITED ONLUS
L'emergenza coronavirus è stata traumatica per tutti ma per le persone che hanno bisogno di trasfusioni di sangue come terapia salvavita ci sono state preoccupazioni in più, legate alla difficoltà di accedere ai centri trasfusionali e alla carenza di sangue che per alcuni giorni si p vissuta a causa della riduzione del numero di donatori. Una esperienza che ci racconta Raffaele Vindigni Presidente UNITED ONLUS
PROF. RAFFAELE LANDOLFI, FONDAZIONE POLICLINICO A. GEMELLI IRCCS, ROMA
RISCHIO TROMBO-EMBOLICO E UTILIZZO DELL'EPARINA A BASSO PESO MOLECOLARE NEI PAZIENTI COVID
Tra le varie opzioni terapeutiche per la lotta al Covid 19 c’è anche l’utilizzo dell’eparina per contrastare le alterazioni della coagulazione, e in particolare l’aumentato rischio trombotico.
Sappiamo infatti che in molti pazienti viene evidenziato un elevato D Dimero, un valore che indica la presenza di alterazioni della coagulazione, e che esiste un elevato rischio trombo embolico legato ad una diffusa infiammazione dei vasi che può essere paragonata ad una vasculite. La profilassi antitrombotica con eparina a basso peso molecolare è quindi un’arma in più per proteggere questi pazienti dai danni legati ad una coagulazione eccessiva .
Sulla base di osservazioni in vitro l’AIFA recentemente ha avviato anche una sperimentazione multicentrica per valutare l’efficacia di eparina anche come antinfiammatorio e antivirale ma in attesa dei risultati dello studio al momento l’impiego di eparina ha una valenza terapeutica solo come farmaco per la prevenzione di una complicanza da Covid, la trombosi.
Ne abbiamo parlato con il Prof. Raffaele Landolfi Direttore dell' UNITÀ OPERATIVA COMPLESSAClinica Medica e Malattie Vascolari
RISCHIO TROMBO-EMBOLICO E UTILIZZO DELL'EPARINA A BASSO PESO MOLECOLARE NEI PAZIENTI COVID
Tra le varie opzioni terapeutiche per la lotta al Covid 19 c’è anche l’utilizzo dell’eparina per contrastare le alterazioni della coagulazione, e in particolare l’aumentato rischio trombotico.
Sappiamo infatti che in molti pazienti viene evidenziato un elevato D Dimero, un valore che indica la presenza di alterazioni della coagulazione, e che esiste un elevato rischio trombo embolico legato ad una diffusa infiammazione dei vasi che può essere paragonata ad una vasculite. La profilassi antitrombotica con eparina a basso peso molecolare è quindi un’arma in più per proteggere questi pazienti dai danni legati ad una coagulazione eccessiva .
Sulla base di osservazioni in vitro l’AIFA recentemente ha avviato anche una sperimentazione multicentrica per valutare l’efficacia di eparina anche come antinfiammatorio e antivirale ma in attesa dei risultati dello studio al momento l’impiego di eparina ha una valenza terapeutica solo come farmaco per la prevenzione di una complicanza da Covid, la trombosi.
Ne abbiamo parlato con il Prof. Raffaele Landolfi Direttore dell' UNITÀ OPERATIVA COMPLESSAClinica Medica e Malattie Vascolari
PAOLA ROGLIANI - Direttore UOC Malattie Respiratorie Policlinico Tor Vergata
LA TEMPESTA CITOCHINICA E LA POLMONITE INTERSTIZIALE, COME COMBATTERLE
E’ sempre più evidente che le complicanze più gravi per i pazienti colpiti da Covid 19 non sono tanto legate al virus in sé quanto alla cosiddetta tempesta citochinica , una reazione violente delle difese immunitarie che anziché difendere l’organismo dal virus attaccano gli organi e in particolare i polmoni provocando la polmonite interstiziale. ‘obiettivo dei farmaci è quello di placare e rimodulare la risposta immunitaria nelle varie fasi di malattia, i 3 gradi di severità in cui è stata suddivisa, e quindi il momento in cui l’infezione inizia, la fase in cui l’infezione raggiunge i polmoni e che può essere rilevata con una tac polmonare e la fase successiva di infiammazione sistemica, quindi la tempesta citochinica. Le categorie di farmaci in sperimentazione al momento vanno dagli anticorpi monoclonali utilizzati per l’artrite reumatoide (il tocilizumab è stato il primo ma altri ne stanno seguendo) farmaci utilizzati in ematologia per contrastare la cosiddetta graft , cioè una grave reazione immunitaria dopo un trapianto di midollo, e anche un farmaco antinfiammatorio classico come il cortisone.
LA TEMPESTA CITOCHINICA E LA POLMONITE INTERSTIZIALE, COME COMBATTERLE
E’ sempre più evidente che le complicanze più gravi per i pazienti colpiti da Covid 19 non sono tanto legate al virus in sé quanto alla cosiddetta tempesta citochinica , una reazione violente delle difese immunitarie che anziché difendere l’organismo dal virus attaccano gli organi e in particolare i polmoni provocando la polmonite interstiziale. ‘obiettivo dei farmaci è quello di placare e rimodulare la risposta immunitaria nelle varie fasi di malattia, i 3 gradi di severità in cui è stata suddivisa, e quindi il momento in cui l’infezione inizia, la fase in cui l’infezione raggiunge i polmoni e che può essere rilevata con una tac polmonare e la fase successiva di infiammazione sistemica, quindi la tempesta citochinica. Le categorie di farmaci in sperimentazione al momento vanno dagli anticorpi monoclonali utilizzati per l’artrite reumatoide (il tocilizumab è stato il primo ma altri ne stanno seguendo) farmaci utilizzati in ematologia per contrastare la cosiddetta graft , cioè una grave reazione immunitaria dopo un trapianto di midollo, e anche un farmaco antinfiammatorio classico come il cortisone.
Prof. GAETANO PALUDETTI - FONDAZIONE POLICLINICO A. GEMELLI IRCCS
COVID 19: problematiche a carico delle prime vie respiratorie e gestione dei sintomi
La diagnosi di COVID 19 avviene spesso attraverso l'esecuzione di tamponi nasali, e molti pazienti COVID fra i vari sintomi presentano una perdita di olfatto e di gusto oltre a mal di gola e naso congestionato, quindi la figura dell'otorinolaringoiatra è una fra quelle che per primo può identificcare le persone ppotenzialmente positive. Talvolta l'infiammazione delle prime vie respiratorie si trasferisce poi all'albero respiratorio (polmoni in primis) e richiede quindi una assistenza ventilatoria con ossigeno terapia o con una respirazione assistita. In tutte queste fasi le problematiche legate a disturbi otorino laringoiatrici devono essere seguiti con attenzione - e in sicurezza per evitare l'aerosol che si diffonde nel corso di una visita e ancor di più di manovre invasive come la tracheotomia che quando necessaria dovrebbe essere eseguita "dall'interno" per ridurre i rischi. Parliamo di tutto questo con il Prof. Gaetano Paludetti
COVID 19: problematiche a carico delle prime vie respiratorie e gestione dei sintomi
La diagnosi di COVID 19 avviene spesso attraverso l'esecuzione di tamponi nasali, e molti pazienti COVID fra i vari sintomi presentano una perdita di olfatto e di gusto oltre a mal di gola e naso congestionato, quindi la figura dell'otorinolaringoiatra è una fra quelle che per primo può identificcare le persone ppotenzialmente positive. Talvolta l'infiammazione delle prime vie respiratorie si trasferisce poi all'albero respiratorio (polmoni in primis) e richiede quindi una assistenza ventilatoria con ossigeno terapia o con una respirazione assistita. In tutte queste fasi le problematiche legate a disturbi otorino laringoiatrici devono essere seguiti con attenzione - e in sicurezza per evitare l'aerosol che si diffonde nel corso di una visita e ancor di più di manovre invasive come la tracheotomia che quando necessaria dovrebbe essere eseguita "dall'interno" per ridurre i rischi. Parliamo di tutto questo con il Prof. Gaetano Paludetti
PROF.SSA KETTY PERIS, FONDAZIONE POLICLINICO A. GEMELLI IRCCS
LE MANIFESTAZIONI CUTANEE DEL COVID 19: IN QUALI PAZIENTI, COME SI MANIFESTANO
Le manifestazioni dell'infezione COVID 19 sono molte e molto diverse fra loro, non solo polmoni organo bersaglio dell'auto infiammazione, ma anche vasculite con infiammazione dei vasi, e oggi sappiamo anche manifestazioni cutanee come evidenziato da alcuni dermatologi che hanno segnalato eruzioni, rush cutanei, pomfi tipo orticaria, e anche una sorta di geloni a mani e piedi di alcuni pazienti, soprattutto i più giovani. Un segnale in più quindi, da conoscere e studiare come ci ha spiegato la Prof.ssa Ketty Peris, Direttore della UOC di Dermatologia del Policlinico A. Gemelli di Roma
LE MANIFESTAZIONI CUTANEE DEL COVID 19: IN QUALI PAZIENTI, COME SI MANIFESTANO
Le manifestazioni dell'infezione COVID 19 sono molte e molto diverse fra loro, non solo polmoni organo bersaglio dell'auto infiammazione, ma anche vasculite con infiammazione dei vasi, e oggi sappiamo anche manifestazioni cutanee come evidenziato da alcuni dermatologi che hanno segnalato eruzioni, rush cutanei, pomfi tipo orticaria, e anche una sorta di geloni a mani e piedi di alcuni pazienti, soprattutto i più giovani. Un segnale in più quindi, da conoscere e studiare come ci ha spiegato la Prof.ssa Ketty Peris, Direttore della UOC di Dermatologia del Policlinico A. Gemelli di Roma
IL PRONTO SOCCORSO EMOTIVO PER PAZIENTI, FAMILIARI E PERSONALE SANITARIO
ALBERTO SIRACUSANO - Direttore UOC Psichiatria Policlinico Tor Vergata, Roma
I PROGETTI “RIMENIAMO INSIEME”, “SE E’ TROPPO BUIO CHIAMACI” E “DEFUSING EMOTIVO”
C’è il coronavirus da combattere ma c’è anche l’ansia, la paura, l’isolamento di chi lo affronta e di chi lo combatte. I livelli di stress in queste settimane sono molto elevati in tutta la popolazione ma sicuramente i pazienti, i ,oro cari e il personali sanitario ha bisogno di poter avere un supporto emotivo per sopportare il carico di stress legato all’esperienza che stanno vivendo, AL Policlicino Tor Vergata di Roma è stato avviato un progetto di Defusing Emotivo per gli operatori sanitari, una tecnica di pronto soccorso emotivo per una miglior gestione emotiva dell’emergenza, una tecnica basata sulla discussione incoraggiata/facilitata sui propri stati emotivi difficoltosi da gestire. E per i pazienti e i familiari è attivo il progetto “Rimanere Insieme” con la possibilità di utilizzare degli I pad per tenersi in contatto anche da lontano è attiva anche una help line “Se è troppo buio chiamaci” (06.20.90.39.99) per poter ricevere un supporto emotivo qualora il carico psicologico fosse troppo pesante da gestire e ci si senta sperduti, una aiuto per l’elaborazione del vissuto traumatico.
ALBERTO SIRACUSANO - Direttore UOC Psichiatria Policlinico Tor Vergata, Roma
I PROGETTI “RIMENIAMO INSIEME”, “SE E’ TROPPO BUIO CHIAMACI” E “DEFUSING EMOTIVO”
C’è il coronavirus da combattere ma c’è anche l’ansia, la paura, l’isolamento di chi lo affronta e di chi lo combatte. I livelli di stress in queste settimane sono molto elevati in tutta la popolazione ma sicuramente i pazienti, i ,oro cari e il personali sanitario ha bisogno di poter avere un supporto emotivo per sopportare il carico di stress legato all’esperienza che stanno vivendo, AL Policlicino Tor Vergata di Roma è stato avviato un progetto di Defusing Emotivo per gli operatori sanitari, una tecnica di pronto soccorso emotivo per una miglior gestione emotiva dell’emergenza, una tecnica basata sulla discussione incoraggiata/facilitata sui propri stati emotivi difficoltosi da gestire. E per i pazienti e i familiari è attivo il progetto “Rimanere Insieme” con la possibilità di utilizzare degli I pad per tenersi in contatto anche da lontano è attiva anche una help line “Se è troppo buio chiamaci” (06.20.90.39.99) per poter ricevere un supporto emotivo qualora il carico psicologico fosse troppo pesante da gestire e ci si senta sperduti, una aiuto per l’elaborazione del vissuto traumatico.
Il viaggio del coronavirus nel nostro corpo e le armi per arrestarlo nella fase viremica e in quella auto-infiammatoria
PROF. ANTONIO GASBARRINI – DIRETTORE AREA DI MEDICINA INTERNA, GASTROENTEROLOGIA E ONCOLOGIA MEDICA
Cosa succede al nostro corpo quando il coronavirus entra nell’organismo e compie il suo viaggio nelle vie respiratorie? La risposta del sistema immunitaria perché è così abnorme? Le sperimentazione cliniche di farmaci off label (quindi messi a punto ed approvati per altre patologie) che risultati stanno dando? La protezione con le mascherine può arrestare la diffusione e la trasmissione? Lo abbiamo chiesto al Prof. Antonio Gasbarrini per conoscere le evidenze scientifiche al momento e le molecole più promettenti per contrastare il virus e la polmonite interstiziale.
PROF. ANTONIO GASBARRINI – DIRETTORE AREA DI MEDICINA INTERNA, GASTROENTEROLOGIA E ONCOLOGIA MEDICA
Cosa succede al nostro corpo quando il coronavirus entra nell’organismo e compie il suo viaggio nelle vie respiratorie? La risposta del sistema immunitaria perché è così abnorme? Le sperimentazione cliniche di farmaci off label (quindi messi a punto ed approvati per altre patologie) che risultati stanno dando? La protezione con le mascherine può arrestare la diffusione e la trasmissione? Lo abbiamo chiesto al Prof. Antonio Gasbarrini per conoscere le evidenze scientifiche al momento e le molecole più promettenti per contrastare il virus e la polmonite interstiziale.
AIFA HA AUTORIZZATO L'AVVIO DI UNO STUDIO MULTICENTRICO PER L'USO DI EPARINA A BASSO PESO MOLECOLARE CONTRO IL COVID 19 PER INGANNARE IL VIRUS E BLOCCARE L'ATTACCO ALLE CELLULE
A seguito dei risultati emersi dai test condotti in Cina l’Aifa l’agenzia italiana del farmaco ha autorizzato l’avvio dello studio multicentrico INHIXACOVID 19 per valutare la sicurezza e l’efficacia di un anticoagulante, l’enoxaparina sodica, che è una eparina a basso peso molecolare, per contrastare le alterazioni della coagulazione e le complicanze trombotiche nei pazienti Covid che sappiamo rappresentano una fra le più importanti variabili associate a mortalità.
Già da gennaio l’OMS aveva raccomandato di prevenire il tromboembolismo utilizzando dosaggi standard di eparina sottocute, che non sempre risultava sufficiente prevenire le complicanze però, e alla luce di recenti evidenze scientifiche è nata l’idea di promuovere la sperimentazione anche in Italia impiegando a scopo terapeutico un dosaggio medio-alto del farmaco.
I dati che giungono dall’Oriente suggeriscono un ruolo dell’eparina a basso dosaggio molecolare nel limitare l’azione patogena del virus. L’eparina infatti ha una struttura molto simile ad una molecola presente sulla superficie cellulare del nostro organismo, l’eparan solfato, che è usata dal SARS COV 2 per aderire alla cellula prima di entrarvi e liberare all’interno sostanze tossiche chiamate citochine. L’anticoagulante attrae il virus che si attacca alla molecola del farmaco e il virus viene così ingannato e anziché aggredire le cellule sane aggredisce l’eparina.
Saranno 14 i centri italiani coinvolti nello studio nella speranza
A seguito dei risultati emersi dai test condotti in Cina l’Aifa l’agenzia italiana del farmaco ha autorizzato l’avvio dello studio multicentrico INHIXACOVID 19 per valutare la sicurezza e l’efficacia di un anticoagulante, l’enoxaparina sodica, che è una eparina a basso peso molecolare, per contrastare le alterazioni della coagulazione e le complicanze trombotiche nei pazienti Covid che sappiamo rappresentano una fra le più importanti variabili associate a mortalità.
Già da gennaio l’OMS aveva raccomandato di prevenire il tromboembolismo utilizzando dosaggi standard di eparina sottocute, che non sempre risultava sufficiente prevenire le complicanze però, e alla luce di recenti evidenze scientifiche è nata l’idea di promuovere la sperimentazione anche in Italia impiegando a scopo terapeutico un dosaggio medio-alto del farmaco.
I dati che giungono dall’Oriente suggeriscono un ruolo dell’eparina a basso dosaggio molecolare nel limitare l’azione patogena del virus. L’eparina infatti ha una struttura molto simile ad una molecola presente sulla superficie cellulare del nostro organismo, l’eparan solfato, che è usata dal SARS COV 2 per aderire alla cellula prima di entrarvi e liberare all’interno sostanze tossiche chiamate citochine. L’anticoagulante attrae il virus che si attacca alla molecola del farmaco e il virus viene così ingannato e anziché aggredire le cellule sane aggredisce l’eparina.
Saranno 14 i centri italiani coinvolti nello studio nella speranza
PROF.SSA FRANCESCA COSMI - TECNOLOGIA 3D PER LA STAMPA DI MASCHERE PER L'OSSIGENO IN TERAPIA SUB INTENSIVA E DISPOSITIVI DI SICUREZZA
Nell’emergenza legata al coronavirus i reparti di terapia intensiva hanno vissuto giornate drammatiche legate anche alla difficoltà di avere sufficienti dispositivi per aiutare i pazienti che necessitavano di assistenza respiratoria. E la tecnologia ha giocato un ruolo importante per trovare soluzioni nel minor tempo possibile come dimostra l’esperienza della professoressa Cosmi dell’Università di Trieste, co- fondatrice di M2TEST e creatrice di BES TEST, un sistema basato su una biopsia virtuale, radiografia tramite strumento a bassissime radiazioni, alle basi delle falangi della mano per valutare la qualità dell'osso e prevenire quindi l'osteoporosi.
Nell’emergenza legata al coronavirus i reparti di terapia intensiva hanno vissuto giornate drammatiche legate anche alla difficoltà di avere sufficienti dispositivi per aiutare i pazienti che necessitavano di assistenza respiratoria. E la tecnologia ha giocato un ruolo importante per trovare soluzioni nel minor tempo possibile come dimostra l’esperienza della professoressa Cosmi dell’Università di Trieste, co- fondatrice di M2TEST e creatrice di BES TEST, un sistema basato su una biopsia virtuale, radiografia tramite strumento a bassissime radiazioni, alle basi delle falangi della mano per valutare la qualità dell'osso e prevenire quindi l'osteoporosi.
PROF. ANDREA FIORILLO - UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELLA Campania “Luigi Vanvitelli”
STUDIO "COVID 19 E SALUTE MENTALE": IMPATTO DELLA PANDEMIA E DELLA QUARANTENA
SULLA POPOLAZIONE, SUI MALATI, SUI MEDICI
Quando ci saremo lasciati alle spalle l‘emergenza coronavirus dovremo imparare a convivere con le misure di precauzione che saranno necessarie per un lungo periodo di tempo - come i dispositivi di sicurezza o il distanziamento fisico - ma dovremo anche capire come questa esperienza così dolorosa e improvvisa ci avrà cambiato, che impronta avrà lasciato sul cuore e sulla mente, e se avremo bisogno di aiuto per superare lo stress accumulato. Proprio per questo il Dipartimento di Salute mentale dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” sta conducendo in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e le Università Statale di Milano, “Milano Bicocca”, Perugia, Pisa, La Sapienza di Roma, la Cattolica di Roma, Ferrara, Trieste e Ancona, sta conducendo lo studio “Covid 19 e salute mentale” per valutare l’impatto della pandemia da Covid 19 e della quarantena sulla salute mentale della popolazione – pazienti e familiari che hanno affrontato il virus, i pazienti psichiatrici, il personale sanitario e la popolazione generale - per mettere a punto adeguati interventi di assistenza e cura. Un puzzle di emozioni e di scoperte su noi stessi a cui possiamo contribuire anche noi riempiendo il questionario al link https://ec.europa.eu/eusurvey/runner/COVIDSurvey2020
STUDIO "COVID 19 E SALUTE MENTALE": IMPATTO DELLA PANDEMIA E DELLA QUARANTENA
SULLA POPOLAZIONE, SUI MALATI, SUI MEDICI
Quando ci saremo lasciati alle spalle l‘emergenza coronavirus dovremo imparare a convivere con le misure di precauzione che saranno necessarie per un lungo periodo di tempo - come i dispositivi di sicurezza o il distanziamento fisico - ma dovremo anche capire come questa esperienza così dolorosa e improvvisa ci avrà cambiato, che impronta avrà lasciato sul cuore e sulla mente, e se avremo bisogno di aiuto per superare lo stress accumulato. Proprio per questo il Dipartimento di Salute mentale dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” sta conducendo in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e le Università Statale di Milano, “Milano Bicocca”, Perugia, Pisa, La Sapienza di Roma, la Cattolica di Roma, Ferrara, Trieste e Ancona, sta conducendo lo studio “Covid 19 e salute mentale” per valutare l’impatto della pandemia da Covid 19 e della quarantena sulla salute mentale della popolazione – pazienti e familiari che hanno affrontato il virus, i pazienti psichiatrici, il personale sanitario e la popolazione generale - per mettere a punto adeguati interventi di assistenza e cura. Un puzzle di emozioni e di scoperte su noi stessi a cui possiamo contribuire anche noi riempiendo il questionario al link https://ec.europa.eu/eusurvey/runner/COVIDSurvey2020
DANIELA CHIEFFO - Neuropsicologa dell’età evolutiva, Fondazione Policlinico A Gemelli IRCCS
Le paure dei bambini e come aiutarli a capire il Coronavirus
Stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti e di adattamento, una emergenza sanitaria ma anche emotiva, e se noi adulti razionalmente comprendiamo la situazione per i più piccoli questo è molto più difficile da comprendere ed accettare, e anche loro possono soffrire dell’isolamento , del non poter vedere i propri amici, perdendo da un giorno all’altro le loro abitudini. Abbiamo chiesto alla Dott. Daniela Chieffo, Neuropsicologa dell’età evolutiva presso la Fondazione Policlinico A Gemelli IRCCS di spiegarci quali sono i segnali che un bambino sta vivendo un disagio legato all’emergenza coronavirus, quali le loro paure più grandi, come aiutarli a gestire il tempo, i compiti, il gioco. Per farli restare sereni e pieni di interessi, costruendo insieme a loro progetti e idee per il futuro.
Le paure dei bambini e come aiutarli a capire il Coronavirus
Stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti e di adattamento, una emergenza sanitaria ma anche emotiva, e se noi adulti razionalmente comprendiamo la situazione per i più piccoli questo è molto più difficile da comprendere ed accettare, e anche loro possono soffrire dell’isolamento , del non poter vedere i propri amici, perdendo da un giorno all’altro le loro abitudini. Abbiamo chiesto alla Dott. Daniela Chieffo, Neuropsicologa dell’età evolutiva presso la Fondazione Policlinico A Gemelli IRCCS di spiegarci quali sono i segnali che un bambino sta vivendo un disagio legato all’emergenza coronavirus, quali le loro paure più grandi, come aiutarli a gestire il tempo, i compiti, il gioco. Per farli restare sereni e pieni di interessi, costruendo insieme a loro progetti e idee per il futuro.
PROF. ROBERTO CAUDA Direttore UOC di malattie Infettive della Fondazione Policlinico A Gemelli IRCCS
Le classi di farmaci più promettenti contro il coronavirus: antivirali, antinfiammatori, plasma
Come sappiamo ad oggi non esistono terapie o vaccini specifici contro l’infezione da coronavirus, ma sono numerose le sperimentazioni di farmaci utilizzati in modalità cosiddetta “off label” quindi approvati dagli enti regolatori per altre patologie ma che hanno dimostrato potenzialità anche per combattere il Covid 19, fra questi tre grandi categorie sono oggi inseriti in sperimentazioni e trials clinici.
Le classi di farmaci più promettenti contro il coronavirus: antivirali, antinfiammatori, plasma
Come sappiamo ad oggi non esistono terapie o vaccini specifici contro l’infezione da coronavirus, ma sono numerose le sperimentazioni di farmaci utilizzati in modalità cosiddetta “off label” quindi approvati dagli enti regolatori per altre patologie ma che hanno dimostrato potenzialità anche per combattere il Covid 19, fra questi tre grandi categorie sono oggi inseriti in sperimentazioni e trials clinici.
- i farmaci antivirali (fra questi la idrossiclorochina utilizzata per la malaria, farmaci di prima generazione per l’HIV, il remdesivir utilizzato per ebola, oltre ad alcuni antinfluenzali come avigan di cui tanto si è parlato sul web)
- gli antinfiammatori come ad esempio l’anticorpo monoclonale tocilizumab che ha come bersaglio la interleuchina 6, molecola pro infiammatoria responsabile della cosiddetta tempesta citochinica
- Il plasma di pazienti guariti che contiene quindi gli anticorpi contro il virus
PROF. GABRIELE SANI - UOC Psichiatria Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS
"RESILIENZA COVID 19": CONTENERE LO STRESS E I SUOI EFFETTI POTENZIANDO I MECCANISMI DI RESISTENZA
Una esperienza nuova, inaspettata e traumatizzante come quella che stiamo vivendo richiede un grande sforzo di adattamento, la forza di reagire potenziando i meccanismi di resilienza, la capacità di rispondere a degli stimoli negativi in modo adattativo e funzionale. Non è facile perchè la paura ci rende fragili ma ci sono delle azioni e dei comportamenti che possono aiutarci a superare questo momento così complesso. Ma quali sono i meccanismi compensativi che possono aiutarci? Ce lo spiega il Prof. Sani con un decalogo per utilizzare le nostre energie fisiche e psichiche che possono essere messe in campo questi giorni per sublimare l'angoscia e la paura, superando i limiti dell'isolamento e la preoccupazione. La metafora è quella della maratona, mettendo in campo un "allenamento" per calibrare le nostre energie per arrivare al traguardo nelle migliori condizioni possibili.
"RESILIENZA COVID 19": CONTENERE LO STRESS E I SUOI EFFETTI POTENZIANDO I MECCANISMI DI RESISTENZA
Una esperienza nuova, inaspettata e traumatizzante come quella che stiamo vivendo richiede un grande sforzo di adattamento, la forza di reagire potenziando i meccanismi di resilienza, la capacità di rispondere a degli stimoli negativi in modo adattativo e funzionale. Non è facile perchè la paura ci rende fragili ma ci sono delle azioni e dei comportamenti che possono aiutarci a superare questo momento così complesso. Ma quali sono i meccanismi compensativi che possono aiutarci? Ce lo spiega il Prof. Sani con un decalogo per utilizzare le nostre energie fisiche e psichiche che possono essere messe in campo questi giorni per sublimare l'angoscia e la paura, superando i limiti dell'isolamento e la preoccupazione. La metafora è quella della maratona, mettendo in campo un "allenamento" per calibrare le nostre energie per arrivare al traguardo nelle migliori condizioni possibili.
PROF. MASSIMO ANDREONI - Direttore UOC Malattie Infettive POLICLINICO TOR VERGATA, ROMA
I TEST DIAGNOSTICI PER LA DIAGNOSI E IL FOLLOW UP - LE TERAPIE OGGI E IN FUTURO - I TEMPI PER LA MESSA A PUNTO DEL VACCINO
Scopriamo insieme al Prof. Andreoni le evidenze scientifiche su:
TEST DIAGNOSTICI
I TEST DIAGNOSTICI PER LA DIAGNOSI E IL FOLLOW UP - LE TERAPIE OGGI E IN FUTURO - I TEMPI PER LA MESSA A PUNTO DEL VACCINO
Scopriamo insieme al Prof. Andreoni le evidenze scientifiche su:
TEST DIAGNOSTICI
- Tampone nasale e faringeo, test rapidi, test sul sangue per il dosaggio degli anticorpi - quali sono ad oggi quelli affidabili, come è la situazione in Italia, quale la strategie migliore sia in fase di diagnosi che di follow up
- Quali informazioni fornisce il tampone, quali la ricerca sul sangue, differenza fra IGM (contagio attivo) e IGG ( la memoria immunitaria)
- Nel follow up dei pazienti guariti (2 tamponi a distanza di 24 h, e poi?)
- La persistenza a livello gastrointestinale e i tamponi rettali
- Quali informazioni ad oggi sul Coronavirus e sul COVID 19 - Terapie off label oggi, e in futuro?
- In altre epidemie fu utilizzato il plasma dei guariti che contiene quindi anticorpi per ottenere plasma derivati quindi le immunoglobuline
- Quali informazioni state cercando ora sul virus per mettere a punto farmaci mirati
- Quali passaggi sono necessari per la messa a punto di un vaccino
- Quali prototipi di vaccino sono più promettenti
- I tempi di sperimentazione (efficacia e sicurezza)
PROF. MASSIMO DI MAIO, AO MAURIZIANO, TORINO
COVID 19 E PAZiENTI IN TERAPIA ONCOLOGICA: COME GARANTIRE CONTINUITA' TERAPEUTICA E RIDURRE I RISCHI DI CONTAGIO
Le persone che stanno affrontando un percorso oncologico ogni giorno combattono con la malattia, con i disturbi legati alle terapie, con le paure e le incertezze legate ad una patologia come il cancro. Ma in questi giorni affrontano anche la paura del coronavirus, del contagio, loro che sono più fragili ed esposti, e in molti si interrogano sull'opportunità di recarsi in Ospedale per proseguire le cure, temendo di poter contrarre il virus. Ma la continuità terapeutica è importante e la comunità scientifica sta facendo il possibile per garantire ad ogni paziente il miglior percorso, garantendo la possibilità di accedere agli ambulatori laddove necessario, favorendo la possibilità di proseguire la terapia a domicilio come nel caso di terapie orali, rimandando le visite di follow up quando lo si possa fare in sicurezza. Attenzioni importanti che devono far sentire i pazienti al sicuro, per poter continuare a lottare con tutte le armi a disposizione, con a fianco gli oncologi, in prima linea in questi giorni per essere ancora più vicini ai pazienti come ci racconta il Prof. Massimo Di Maio, Direttore dell'Oncologia Medica dell'AO Mauriziano di Torino.
COVID 19 E PAZiENTI IN TERAPIA ONCOLOGICA: COME GARANTIRE CONTINUITA' TERAPEUTICA E RIDURRE I RISCHI DI CONTAGIO
Le persone che stanno affrontando un percorso oncologico ogni giorno combattono con la malattia, con i disturbi legati alle terapie, con le paure e le incertezze legate ad una patologia come il cancro. Ma in questi giorni affrontano anche la paura del coronavirus, del contagio, loro che sono più fragili ed esposti, e in molti si interrogano sull'opportunità di recarsi in Ospedale per proseguire le cure, temendo di poter contrarre il virus. Ma la continuità terapeutica è importante e la comunità scientifica sta facendo il possibile per garantire ad ogni paziente il miglior percorso, garantendo la possibilità di accedere agli ambulatori laddove necessario, favorendo la possibilità di proseguire la terapia a domicilio come nel caso di terapie orali, rimandando le visite di follow up quando lo si possa fare in sicurezza. Attenzioni importanti che devono far sentire i pazienti al sicuro, per poter continuare a lottare con tutte le armi a disposizione, con a fianco gli oncologi, in prima linea in questi giorni per essere ancora più vicini ai pazienti come ci racconta il Prof. Massimo Di Maio, Direttore dell'Oncologia Medica dell'AO Mauriziano di Torino.
Prof Antonio Gasbarrini, Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS
Il modello di cura dei pazienti COVID e le evidenze scientifiche sul coronavirus
Il coronavirus era un virus sconosciuto fino a pochi mesi e nei laboratori di tutto il mondo si stanno moltiplicando gli sforzi per mettere a punto il vaccino e farmaci mirati. Nel frattempo negli ospedali italiani si sta cercando di organizzare un modello cura dei pazienti Covid con un approccio multidisciplinare per la gestione dei sintomi e soprattutto per prevenire e mitigare gli effetti della tempesta citochinica, quell'infiammazione polmonare che nei casi più gravi costringe il paziente ad essere trasferito in terapia intensiva. Ne abbiamo parlato con il Prof. Antonio Gasbarrini, Direttore dell'Area di Medicina Interna, Gastroenterologia e Oncologia Medica della Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS, dove è attivo l'Ospedle COVID 2. Con il Professore abbiamo parlato di:
- percorsi differenziati per pazienti positivi e reparti dedicati
- gestione multidisciplinare con medici di diverse aree per team dedicati
- sperimentazione di farmaci antivirali, anche in combinazione con farmaci che agiscono contro l'infiammazione legata alla iper produzione di interleuchina 6
- i progetti di ricerca su nuovi test diagnostici (sul sangue), nuovi farmaci, ruolo del microbiota
- la riabilitazione dei pazienti convalescenti
- le evidenze scientifiche su: vitamina D, vitamina C, trasmissione orofecale, sintomi gastrointestinali, persistenza del virus nell'organismo
Il modello di cura dei pazienti COVID e le evidenze scientifiche sul coronavirus
Il coronavirus era un virus sconosciuto fino a pochi mesi e nei laboratori di tutto il mondo si stanno moltiplicando gli sforzi per mettere a punto il vaccino e farmaci mirati. Nel frattempo negli ospedali italiani si sta cercando di organizzare un modello cura dei pazienti Covid con un approccio multidisciplinare per la gestione dei sintomi e soprattutto per prevenire e mitigare gli effetti della tempesta citochinica, quell'infiammazione polmonare che nei casi più gravi costringe il paziente ad essere trasferito in terapia intensiva. Ne abbiamo parlato con il Prof. Antonio Gasbarrini, Direttore dell'Area di Medicina Interna, Gastroenterologia e Oncologia Medica della Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS, dove è attivo l'Ospedle COVID 2. Con il Professore abbiamo parlato di:
- percorsi differenziati per pazienti positivi e reparti dedicati
- gestione multidisciplinare con medici di diverse aree per team dedicati
- sperimentazione di farmaci antivirali, anche in combinazione con farmaci che agiscono contro l'infiammazione legata alla iper produzione di interleuchina 6
- i progetti di ricerca su nuovi test diagnostici (sul sangue), nuovi farmaci, ruolo del microbiota
- la riabilitazione dei pazienti convalescenti
- le evidenze scientifiche su: vitamina D, vitamina C, trasmissione orofecale, sintomi gastrointestinali, persistenza del virus nell'organismo
Noi e il Coronavirus: le risorse mentali e i pensieri terapeutici per reagire
Prof. Massimo Biondi, Università Sapienza, AOU Umberto I, Roma
Essere preoccupati per la situazione, riconoscere che quella che stiamo vivendo è una vera e propria emergenza, ma allo stesso tempo avere la capacità di chiederci "cosa ci insegna questa esperienza?" e "quali risorse mentali ed emotive possiamo mettere in campo per reagire ora ed essere pronti a ripartire più forti?" è un atteggiamento che può aiutarci ad attraversare questa esperienza con una attitudine positiva. Spegnere i centri della paura è possibile accendendo i circuiti dell'azione, anche se in questo momento può essere solo un'azione progettuale, fatta di idee, di piani per il futuro, di vedere una luce davanti a noi. I pensieri positivi sono quelli che ci fanno apprezzare le rinunce di questi giorni come gesto collettivo di cura e premura, sono pianificare la "ricostruzione" dopo il dolore, riconoscere valorizzare le nostre risorse emotive e mentali per ripartire più forti.
Prof. Massimo Biondi, Università Sapienza, AOU Umberto I, Roma
Essere preoccupati per la situazione, riconoscere che quella che stiamo vivendo è una vera e propria emergenza, ma allo stesso tempo avere la capacità di chiederci "cosa ci insegna questa esperienza?" e "quali risorse mentali ed emotive possiamo mettere in campo per reagire ora ed essere pronti a ripartire più forti?" è un atteggiamento che può aiutarci ad attraversare questa esperienza con una attitudine positiva. Spegnere i centri della paura è possibile accendendo i circuiti dell'azione, anche se in questo momento può essere solo un'azione progettuale, fatta di idee, di piani per il futuro, di vedere una luce davanti a noi. I pensieri positivi sono quelli che ci fanno apprezzare le rinunce di questi giorni come gesto collettivo di cura e premura, sono pianificare la "ricostruzione" dopo il dolore, riconoscere valorizzare le nostre risorse emotive e mentali per ripartire più forti.
Prof.ssa ADRIANA BONIFACINO - PRESIDENTE INCONTRA DONNA
I BISOGNI DELLE PERSONE PIU' FRAGILI NEI GIORNI DEL COVID 19: LE INIZIATIVE PER LE PAZIENTI ONCOLOGICHE
In questi giorni di preoccupazione e incertezza alcune persone sono più esposte al rischio, e sono i pazienti oncologico, a cui si deve garantire la continuità terapeutica laddove possibile ma anche un supporto e un sostegno per non farli sentire soli, per rispondere ai loro dubbi, al bisogno di socialità, seppure una socialità molto diversa dal passato. La professoressa Bonifacino, Presidente di Incontra Donna e Responsabile dell'UDTS Unità Diagnostico Terapeutica di Senologia delll'AOU Sant'Andrea di Roma ci racconta le iniziative prese in questi giorni che vanno dall'avvio di un help line psicologica telefonica, alla possibilità di partecipare a dei corsi di teatro on line alla possibilità di seguire delle lezioni di ballo con Carolyn Smith e di alimentazione con chef e nutrizionisti, alla fornitura di parrucche per l'alopecia da chemioterapia fino al servizio domiciliare di pulizia del port a cath. Tante attenzioni per aiutare le famiglie che combattono il cancro e che in questi giorni devono continuare a sentire la vicinanza dei medici, degli infermieri e degli amici.
I BISOGNI DELLE PERSONE PIU' FRAGILI NEI GIORNI DEL COVID 19: LE INIZIATIVE PER LE PAZIENTI ONCOLOGICHE
In questi giorni di preoccupazione e incertezza alcune persone sono più esposte al rischio, e sono i pazienti oncologico, a cui si deve garantire la continuità terapeutica laddove possibile ma anche un supporto e un sostegno per non farli sentire soli, per rispondere ai loro dubbi, al bisogno di socialità, seppure una socialità molto diversa dal passato. La professoressa Bonifacino, Presidente di Incontra Donna e Responsabile dell'UDTS Unità Diagnostico Terapeutica di Senologia delll'AOU Sant'Andrea di Roma ci racconta le iniziative prese in questi giorni che vanno dall'avvio di un help line psicologica telefonica, alla possibilità di partecipare a dei corsi di teatro on line alla possibilità di seguire delle lezioni di ballo con Carolyn Smith e di alimentazione con chef e nutrizionisti, alla fornitura di parrucche per l'alopecia da chemioterapia fino al servizio domiciliare di pulizia del port a cath. Tante attenzioni per aiutare le famiglie che combattono il cancro e che in questi giorni devono continuare a sentire la vicinanza dei medici, degli infermieri e degli amici.
DOTT LORETO NEMI, NUTRIZIONISTA E DIETISTA
COVID 19 - LA CORRETTA ALIMENTAZIONE IN CASA: PRINCIPI NUTRIZIONALI ESSENZIALI, CONTROLLO CALORICO, PASTI BILANCIATI
Sono cambiate le nostre abitudini in questi giorni, anche quelle alimentari: Passiamo più ore a casa, lì'attività fisica ridotta, con maggior tempo libero, anche per cucinare. Ma cosa mangiare per assumere tutti i principi nutrizionali necessari a costruire un pasto bilanciato? Il Dott. Loreto Nemi ci da i giusti consigli per imparare a fare la spesa ottimizzando gli ingredienti, a suddividere le porzioni, a costruire un pasto equilibrato fra carboidrati, proteine, grassi... assumendo sempre frutta e verdura, non saltando mai la colazione, riuscendo a scegliere i tipi di cottura più sani e che consentano di conservare le proprietà nutrizionali di ogni alimento. Per mangiare bene, conciliando salute e gusto, assumendo tutti i nutrienti utili anche al nostro sistema immunitario, così prezioso sempre e in questi giorni in particolare.
COVID 19 - LA CORRETTA ALIMENTAZIONE IN CASA: PRINCIPI NUTRIZIONALI ESSENZIALI, CONTROLLO CALORICO, PASTI BILANCIATI
Sono cambiate le nostre abitudini in questi giorni, anche quelle alimentari: Passiamo più ore a casa, lì'attività fisica ridotta, con maggior tempo libero, anche per cucinare. Ma cosa mangiare per assumere tutti i principi nutrizionali necessari a costruire un pasto bilanciato? Il Dott. Loreto Nemi ci da i giusti consigli per imparare a fare la spesa ottimizzando gli ingredienti, a suddividere le porzioni, a costruire un pasto equilibrato fra carboidrati, proteine, grassi... assumendo sempre frutta e verdura, non saltando mai la colazione, riuscendo a scegliere i tipi di cottura più sani e che consentano di conservare le proprietà nutrizionali di ogni alimento. Per mangiare bene, conciliando salute e gusto, assumendo tutti i nutrienti utili anche al nostro sistema immunitario, così prezioso sempre e in questi giorni in particolare.
COVID 19: IN PARTENZA NUOVI STUDI CLINICI PER CONTRASTARE LE COMPLICANZE POLMONARI
Ogni giorno grazie allo sforzo dei ricercatori di tutto il mondo aumentano le conoscenze sul coronavirus e sulle manifestazioni cliniche del COVID 19, come ad esempio quella che viene chiamata tempesta citochinica, una risposta infiammatoria abnorme che porta alla sindrome da distress respiratorio acuto.
Sempre più evidenze suggeriscono che la gravità della patologia polmonare sia strettamente legata all’intensificazione della produzione della citochina infiammatoria interleuchina 6, ecco perché sono numerosi gli studi che vedono protagonisti farmaci che agiscono proprio contro questa proteina pro infiammatoria.
E dopo il TOCILIZUMAB, farmaco usato nell’artrite reumatoide, già utilizzato da alcuni giorni in numerosi centri italiani contro il corona virus, parte in questi giorni all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, una fra le città più colpite dal virus, lo studio osservazionale caso controllo SISCO per valutare l’efficacia di SILTUXIMAB, un anticorpo monoclonale chimerico mirato proprio contro l’interleuchina 6 per il trattamento di pazienti con COVID 19 che abbiamo sviluppato gravi complicanze respiratorie.
EUSA Pahrma ha messo a disposizione il farmaco per uso compassionevole off label, fuori dall’indicazione per cui un farmaco è approvato quindi, e lo studio indagherà due gruppi di pazienti, il primo di persone ospedalizzate prima del trasferimento in terapia intensiva e l’altro di pazienti già in necessità di terapia intensiva e gli endopint primari saranno valutare la riduzione della necessità di ventilazione invasiva, la riduzione del ricovero in in terapia intensiva o la mortalità a 30gg.
I dati preliminari sono attesi per la fine di marzo 2020.
Ogni giorno grazie allo sforzo dei ricercatori di tutto il mondo aumentano le conoscenze sul coronavirus e sulle manifestazioni cliniche del COVID 19, come ad esempio quella che viene chiamata tempesta citochinica, una risposta infiammatoria abnorme che porta alla sindrome da distress respiratorio acuto.
Sempre più evidenze suggeriscono che la gravità della patologia polmonare sia strettamente legata all’intensificazione della produzione della citochina infiammatoria interleuchina 6, ecco perché sono numerosi gli studi che vedono protagonisti farmaci che agiscono proprio contro questa proteina pro infiammatoria.
E dopo il TOCILIZUMAB, farmaco usato nell’artrite reumatoide, già utilizzato da alcuni giorni in numerosi centri italiani contro il corona virus, parte in questi giorni all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, una fra le città più colpite dal virus, lo studio osservazionale caso controllo SISCO per valutare l’efficacia di SILTUXIMAB, un anticorpo monoclonale chimerico mirato proprio contro l’interleuchina 6 per il trattamento di pazienti con COVID 19 che abbiamo sviluppato gravi complicanze respiratorie.
EUSA Pahrma ha messo a disposizione il farmaco per uso compassionevole off label, fuori dall’indicazione per cui un farmaco è approvato quindi, e lo studio indagherà due gruppi di pazienti, il primo di persone ospedalizzate prima del trasferimento in terapia intensiva e l’altro di pazienti già in necessità di terapia intensiva e gli endopint primari saranno valutare la riduzione della necessità di ventilazione invasiva, la riduzione del ricovero in in terapia intensiva o la mortalità a 30gg.
I dati preliminari sono attesi per la fine di marzo 2020.
LE FONTI DI STRESS LEGATE AL CORONAVIRUS - Prof. Massimo Biondi
Perdita di normalità, incertezza del futuro, senso di irrealtà, nuove paure. Le immagini che vediamo ogni giorno cambiano la nostra vita e ci fanno sentire più fragili. E rinunciare alla nostra socialità stravolge il nostro essere. I costi psichici possono essere pesanti ed è importante non farsi sopraffare da stati d'animo negativi dando valore al nostro isolamento come gesto d'amore per gli altri. Ci ha parlato dello stress legato al Coronavirus il Prof. Massimo Biondi Professore Ordinario di Psichiatria all'Università Sapienza di Roma e Responsabile dell'Unità Operativa di Psichiatria e Psicofarmacologia AOU Umberto I di Roma
Perdita di normalità, incertezza del futuro, senso di irrealtà, nuove paure. Le immagini che vediamo ogni giorno cambiano la nostra vita e ci fanno sentire più fragili. E rinunciare alla nostra socialità stravolge il nostro essere. I costi psichici possono essere pesanti ed è importante non farsi sopraffare da stati d'animo negativi dando valore al nostro isolamento come gesto d'amore per gli altri. Ci ha parlato dello stress legato al Coronavirus il Prof. Massimo Biondi Professore Ordinario di Psichiatria all'Università Sapienza di Roma e Responsabile dell'Unità Operativa di Psichiatria e Psicofarmacologia AOU Umberto I di Roma
Nasce al Policlinico Gemelli l'Unità di Ricerca COVID 19
Mai come in questi giorni la ricerca scientifica è protagonista della lotta al corona virus e alla malattia che ne consegue, il Covid 19. E per fare tesoro di tutte le esperienze cliniche e le conoscenze scientifiche nasce al Gemelli l’Unità di Ricerca COVID 19 con l’obiettivo di attivare progetti di ricerca, studi clinici e collaborazioni scientifiche per comprendere e curare l’infezione da corona virus. L’unità sarà coordinata dal Prof. Giovanni Scambia, Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS che ha spiegato come la nuova Unità di Ricerca diventerà un punto di riferimento per mappare, pianificare e coordinare le iniziative di ricerca biomedica in tema COVID 19 come ad esempio nuovi test diagnostici e nuovi protocolli terapeutici, facendo al contempo tesoro dei big data prodotti dal Policlinico Gemelli e del suo know how epidemiologico.
Il prof Scambia ha spiegato che progetto prevede di mappare tutte le attività di ricerca all’interno dell’IRCCS da far confluire in un database dinamico messo a disposizione della comunità dei ricercatori per ottimizzare le collaborazioni e favorire l’interdisciplinarietà.
Sono già stati approvati molteplici progetti di ricerca fra cui l’identificazione di target diagnostici per percorsi personalizzati, la comprensione della risposta infiammatoria ‘esagerata’ (la cosiddetta ‘tempesta citochinica’) e l’individuazione di ‘predittori di risposta’ nei pazienti con COVID19.
Altri studi valuteranno l’andamento dell’infezione da COVID 19 nei pazienti con tumori solidi e l’effetto del virus sul tratto gastro intestinale e sul fegato.
Infine verrà avviato anche al Policlinico Gemelli il cosiddetto “Protocollo Pascale” per la sperimentazione dell’anticorpo monoclonale TOCILIZUMAB e partirà lo studio multicentrico ECMOCARD sulla tecnica ECMO, frontiera d’emergenza per ossigenare il sangue dei pazienti con polmonite bilaterale da COVID 19.
Mai come in questi giorni la ricerca scientifica è protagonista della lotta al corona virus e alla malattia che ne consegue, il Covid 19. E per fare tesoro di tutte le esperienze cliniche e le conoscenze scientifiche nasce al Gemelli l’Unità di Ricerca COVID 19 con l’obiettivo di attivare progetti di ricerca, studi clinici e collaborazioni scientifiche per comprendere e curare l’infezione da corona virus. L’unità sarà coordinata dal Prof. Giovanni Scambia, Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS che ha spiegato come la nuova Unità di Ricerca diventerà un punto di riferimento per mappare, pianificare e coordinare le iniziative di ricerca biomedica in tema COVID 19 come ad esempio nuovi test diagnostici e nuovi protocolli terapeutici, facendo al contempo tesoro dei big data prodotti dal Policlinico Gemelli e del suo know how epidemiologico.
Il prof Scambia ha spiegato che progetto prevede di mappare tutte le attività di ricerca all’interno dell’IRCCS da far confluire in un database dinamico messo a disposizione della comunità dei ricercatori per ottimizzare le collaborazioni e favorire l’interdisciplinarietà.
Sono già stati approvati molteplici progetti di ricerca fra cui l’identificazione di target diagnostici per percorsi personalizzati, la comprensione della risposta infiammatoria ‘esagerata’ (la cosiddetta ‘tempesta citochinica’) e l’individuazione di ‘predittori di risposta’ nei pazienti con COVID19.
Altri studi valuteranno l’andamento dell’infezione da COVID 19 nei pazienti con tumori solidi e l’effetto del virus sul tratto gastro intestinale e sul fegato.
Infine verrà avviato anche al Policlinico Gemelli il cosiddetto “Protocollo Pascale” per la sperimentazione dell’anticorpo monoclonale TOCILIZUMAB e partirà lo studio multicentrico ECMOCARD sulla tecnica ECMO, frontiera d’emergenza per ossigenare il sangue dei pazienti con polmonite bilaterale da COVID 19.
PROF. MASSIMO BIONDI
I RIBELLI DEL COVID19 - PERCHE' ALCUNE PERSONE NON RISPETTANO LE REGOLE?
Bisogno di negare una realtà che spaventa? Oppure sfida irresponsabile? Mancanza di senso civico e di responsabilità? O indifferenza verso gli altri? Ci stiamo chiedendo da giorni come mai ancora troppe persone escano ogni giorno, incuranti dei decreti e del significato profondo di un gesto tanto importante e tutto sommato semplice da rispettare. Abbiamo chiesto al Prof. Massimo Biondi, Professore Ordinario di Psichiatria all'Università Sapienza di Roma e Responsabile dell'Unità Operativa di Psichiatria e Psicofarmacologia AOU Umberto I di Roma di aiutarci a capire questi comportamenti.
I RIBELLI DEL COVID19 - PERCHE' ALCUNE PERSONE NON RISPETTANO LE REGOLE?
Bisogno di negare una realtà che spaventa? Oppure sfida irresponsabile? Mancanza di senso civico e di responsabilità? O indifferenza verso gli altri? Ci stiamo chiedendo da giorni come mai ancora troppe persone escano ogni giorno, incuranti dei decreti e del significato profondo di un gesto tanto importante e tutto sommato semplice da rispettare. Abbiamo chiesto al Prof. Massimo Biondi, Professore Ordinario di Psichiatria all'Università Sapienza di Roma e Responsabile dell'Unità Operativa di Psichiatria e Psicofarmacologia AOU Umberto I di Roma di aiutarci a capire questi comportamenti.
CORONAVIRUS - La speranza da nuovi farmaci
Covid 19 Inizia in Italia la sperimentazione dell’antivirale Remdesivir di Gilead per il trattamento del COVID-19 - Si tratta di due studi di fase 3 che coinvolgeranno i centri con maggior numero di pazienti in Italia - Il commento del Prof. Massimo Galli
Covid 19 Inizia in Italia la sperimentazione dell’antivirale Remdesivir di Gilead per il trattamento del COVID-19 - Si tratta di due studi di fase 3 che coinvolgeranno i centri con maggior numero di pazienti in Italia - Il commento del Prof. Massimo Galli
LA FRAGILITA' E IL CORONA VIRUS
Il corona virus si può raccontare in molti modi. In questi giorni si parla spesso di “persone fragili, o con patologie pregresse”, e allora abbiamo voluto ascoltare proprio chi quella fragilità la vive ogni giorno, e la conosce a fondo.
Oggi ci racconta la fragilità Claudia Santangelo Presidente dell'Associazione "Vivere senza stomaco si può"
Il corona virus si può raccontare in molti modi. In questi giorni si parla spesso di “persone fragili, o con patologie pregresse”, e allora abbiamo voluto ascoltare proprio chi quella fragilità la vive ogni giorno, e la conosce a fondo.
Oggi ci racconta la fragilità Claudia Santangelo Presidente dell'Associazione "Vivere senza stomaco si può"