Dolore alla Spalla: diagnosi differenziale Infiammazione dei tendini della cuffia dei rotatori, artrosi, capsulite adesiva, calcificazioni Diagnosi clinica e strumentale - Terapia conservativa o chirurgica Nuove tecniche di riparazione con collagene di sintesi e protesi inverse per eliminare il dolore Prof. Giuseppe Milano, Policlinico Agostino Gemelli, Roma
Riferire al proprio medico di avere dolore alla spalla è un evento molto frequente, e soprattutto quando il dolore è severo con picchi notturni, può essere invalidante, e spesso si ricorre a degli antinfiammatori e antidolorifici generici per sopportare il dolore, senza però risolvere il problema. E per capire quale sia il percorso più giusto per ogni persona che lamenti un dolore alla spalla - sia ad insorgenza improvvisa sia che peggiora progressivamente negli anni - abbiamo incontrato il Prof. Giuseppe Milano, Professore Associato di Malattia dell'Apparato Locomotore all'Università Cattolica di Roma, Direttore dell'UOS della Chirurgia della Spalla al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, Vice presidente Società Italiana Chirurgia Ginocchio, Artroscopia e Traumatologia dello Sport e Vice Presidente della Società Europea della Spalla che ci ha spiegato come per poter eliminare definitivamente il dolore e recuperare la funzionalità dell'arto (in molti casi il dolore alla spalla impedisce di muovere il braccio ) sia fondamentale arrivare ad una diagnosi differenziale (cioè a stabilire dopo una diagnosi conica e strumentale con RX o Tac o risonanza magnetica) che spieghi l'origine del dolore che può essere douto ad una tendinite, quindi l'infiammazione dei tendini che formano la cuffia dei rotatori, oppure ad una rottura di alcuni di questi tendini dopo lunghi anni di infiammazione, oppure ancora ad una capsulite adesiva, o ad una artrosi degenerativa in cui la cartilagine si riduce progressivamente, o ancora all'insorgenza di calcificazioni a livello tendineo... patologie molto diverse quindi, che solo una attenta anamnesi, una visita e una indagine radiologica mirata (nel caso dell'artrosi e delle calcificazioni ad esempio una radiografia può essere più utile della risonanza) per arrivare ad una diagnosi precisa. In molti casi la terapia conservativa, quindi una fisioterapia mirata con terapisti specializzati, può essere utile, mentre il altri casi, come nel caso di una lesione dei tendini, la chirurgia è l'opzione migliore, e oggi può beneficiare di nuove tecniche mininvasive con un collagene di sintesi che sostituisce i tendini rotti. In caso di artrosi invece la protesi offre la possibilità di eliminare il dolore e nel caso oltre all'artrosi anche i tendini siano danneggiati si può ricorrere alla protesi inversa. E per un recupero funzionale completo dell'arto è importante che la chirurgia sia seguita da una riabilitazione dedicata e costane per alcuni mesi.
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