Dormire bene nella terza età potrebbe rallentare il declino cognitivo legato all'ingrossamento dei ventricoli cerebrali a loro volta legati all'insorgenza di demenza
Partiamo da un dato già evidenziato da numerosi studi e cioè che l'ingrossamento dei ventricoli cerebrali p strettamente legato all'insorgenza di malattie neurodegenrative come l'Alzheimer. Quello che un nuovo studio dell'Università di Singapore ha messo in luce è il legame fra sonno e volume dei ventricoli cerebrali analizzando ogni due anni un campione di persone che avevano tutti superato i 55 anni, valutando con una serie di risonanze magnetiche periodiche il volume dei ventricoli cerebrali e facendo loro riempire dei questionari sulla qualità del sonno. Ebbene ciò che è emerso è che le persone che dichiaravano di dormire meno aveva anche un ingrossamento dei ventricoli cerebrali e talvolta un declino cognitivo. A questo punto è risultato chiaro che dormire almeno sette ore per notte possa essere un fattore "protettivo" dell'insorgenza di alcune forme di demenza e preservare comunque da un declino cognitivo accelerato.