E' tempo di scegliere la scuola, come decidere il meglio per i bambini
I passaggi più delicati: l'Ingresso nella scuola d'infanzia, Scuola primaria (modulo o tempo pieno) Secondaria di primo grado (dalla maestra unica al corpo docente) Superiori (condivisione nella decisione)
Come scegliere la scuola giusta alla quale
iscrivere il proprio figlio? Ecco i consigli degli esperti di Psicologia Clinica dell’Ospedale
Pediatrico Bambino Gesù, rivolti ai genitori che dovranno
prendere questa non facile decisione entro il prossimo 15 febbraio. I
termini fissati dal Ministero dell’Istruzione riguardano: Scuola dell’Infanzia,
Primaria, Secondaria di Primo e Secondo grado e, per la prima volta, nelle
Regioni che hanno aderito, i corsi di istruzione e formazione presso i Centri
di formazione professionale regionali. Ad eccezione della Scuola dell’Infanzia,
per la quale resta l’obbligo di iscrizione cartacea, va adottata la procedura
on line.
L'ingresso nella scuola dell’Infanzia
Si tratta di un momento particolarmente delicato nello sviluppo di ogni bambino. Al di là della struttura da scegliere, è fondamentale che i genitori si dispongano ad accompagnare e sostenere il proprio figlio affinché l'inserimento avvenga nel modo più sereno e armonioso possibile. Si deve realizzare un momento di crescita tanto per lui quanto, indirettamente, per la sua famiglia.
È importante, affermano gli esperti dell’Ospedale della Santa Sede, che in questa fase si rispettino tempi e modalità proprie di ogni bambino, informandolo su cosa troverà (sia per quanto riguarda l’insegnante che per quanto riguarda i compagni), cosa farà e cosa gli verrà chiesto, adattandosi alle sue necessità in maniera elastica, sostenendolo e accompagnandolo in ogni momento importante (primo giorno, incontro con gli insegnanti, esplorazione degli spazi, introduzione alla classe).
Il piccolo va rassicurato sulla capacità dell'ambiente e dell'insegnante di prendersi cura di lui e dei suoi bisogni (mangiare, bere, evacuare, riposarsi, etc). L'insegnante della scuola a cui ci si rivolge dovrà illustrare ogni giorno le attività programmate, per rendere l'ambiente prevedibile e rassicurante. Al momento dell’iscrizione, sarà anche utile verificare che il bambino disponga di un piccolo spazio-contenitore solo suo (armadietto o altro) dove riporre le proprie cose e averne unico accesso.
Scuola Primaria: meglio modulo o tempo pieno?
La scelta tra modulo e tempo pieno va calibrata, possibilmente, sul particolare bambino, tenendo conto delle sue caratteristiche e delle sue eventuali difficoltà. In particolare, la scelta del modulo è indicata per coloro che manifestano difficoltà di attenzione, di apprendimento, oppure che devono effettuare particolari terapie in orario extrascolastico. Il ‘tempo pieno’, invece, permette di stare di più in classe tutti insieme. Se si adotta quest’ultima soluzione, da un lato si corre il rischio di aumentare lo stress dei ragazzi, in particolar modo quelli che soffrono il distacco prolungato dalla famiglia, ma dall’altro si favorisce l’integrazione tra loro. L’importante è che se il bambino si trattiene di più a scuola, non sia subissato di ulteriori compiti da svolgere al di là del normale orario scolastico.
Un ulteriore aspetto da verificare riguarda il metodo di insegnamento utilizzato: soprattutto in caso di Scuola Primaria, infatti, non deve essere di tipo ‘precoce’ rispetto alle normali potenzialità del bambino. Evitare istituti nei quali i professori marciano troppo spediti con il programma da portare a termine. Nella valutazione generale su quale scuola scegliere, quindi, è di fondamentale importanza verificare tutti questi aspetti parlando prima con i dirigenti scolastici e ovviamente con gli insegnanti della scuola a cui ci si rivolge.
La Secondaria di Primo grado e il passaggio dalla maestra unica al corpo docenti
Spesso Il passaggio dalle Elementari alle Medie si rivela problematico. E’ consigliabile individuare scuole vicine a dove si abita, in modo che i ragazzi socializzino anche al di là dei normali orari di lezione. Abitare vicino all’istituto, inoltre, svincola i ragazzi dalla necessità di essere per forza accompagnati dai genitori, consentendogli di raggiungere la scuola autonomamente.
Rispetto a prima, infatti, al bambino è richiesta una maggiore capacità di rendersi indipendente e, se il piccolo non è preparato psicologicamente, tale momento può essere problematico. Mentre, infatti, nella Scuola Primaria il piccolo vede la maestra unica come fosse la figura materna supplementare dalla quale sentirsi continuamente approvato o disapprovato, in quella Secondaria, dove c’è un maggior numero di docenti, questo rapporto risulta invece frammentato e quindi è più difficile mantenere l’approccio ottimale con ogni professore.
Dai 14 anni in su: condivisione fondamentale
E’ importante che la scelta della Scuola Secondaria sia condivisa quanto più possibile con i ragazzi. I genitori, spesso senza esserne consapevoli, tendono a consigliare i ragazzi in relazione ai propri desideri piuttosto che all’effettivo orientamento del figli. E’ importante ponderare bene la scelta parlando in primo luogo con loro e ascoltando anche il parere degli insegnanti della Scuola Media appena conclusa. La fase di orientamento – concludono gli esperti di Psicologia Clinica del Bambino Gesù – è molto importante per la scelta dell’indirizzo scolastico che potrebbe condizionare, se non adatto, la salute psicologica dei ragazzi.
Fonte: Ufficio Stampa Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma
L'ingresso nella scuola dell’Infanzia
Si tratta di un momento particolarmente delicato nello sviluppo di ogni bambino. Al di là della struttura da scegliere, è fondamentale che i genitori si dispongano ad accompagnare e sostenere il proprio figlio affinché l'inserimento avvenga nel modo più sereno e armonioso possibile. Si deve realizzare un momento di crescita tanto per lui quanto, indirettamente, per la sua famiglia.
È importante, affermano gli esperti dell’Ospedale della Santa Sede, che in questa fase si rispettino tempi e modalità proprie di ogni bambino, informandolo su cosa troverà (sia per quanto riguarda l’insegnante che per quanto riguarda i compagni), cosa farà e cosa gli verrà chiesto, adattandosi alle sue necessità in maniera elastica, sostenendolo e accompagnandolo in ogni momento importante (primo giorno, incontro con gli insegnanti, esplorazione degli spazi, introduzione alla classe).
Il piccolo va rassicurato sulla capacità dell'ambiente e dell'insegnante di prendersi cura di lui e dei suoi bisogni (mangiare, bere, evacuare, riposarsi, etc). L'insegnante della scuola a cui ci si rivolge dovrà illustrare ogni giorno le attività programmate, per rendere l'ambiente prevedibile e rassicurante. Al momento dell’iscrizione, sarà anche utile verificare che il bambino disponga di un piccolo spazio-contenitore solo suo (armadietto o altro) dove riporre le proprie cose e averne unico accesso.
Scuola Primaria: meglio modulo o tempo pieno?
La scelta tra modulo e tempo pieno va calibrata, possibilmente, sul particolare bambino, tenendo conto delle sue caratteristiche e delle sue eventuali difficoltà. In particolare, la scelta del modulo è indicata per coloro che manifestano difficoltà di attenzione, di apprendimento, oppure che devono effettuare particolari terapie in orario extrascolastico. Il ‘tempo pieno’, invece, permette di stare di più in classe tutti insieme. Se si adotta quest’ultima soluzione, da un lato si corre il rischio di aumentare lo stress dei ragazzi, in particolar modo quelli che soffrono il distacco prolungato dalla famiglia, ma dall’altro si favorisce l’integrazione tra loro. L’importante è che se il bambino si trattiene di più a scuola, non sia subissato di ulteriori compiti da svolgere al di là del normale orario scolastico.
Un ulteriore aspetto da verificare riguarda il metodo di insegnamento utilizzato: soprattutto in caso di Scuola Primaria, infatti, non deve essere di tipo ‘precoce’ rispetto alle normali potenzialità del bambino. Evitare istituti nei quali i professori marciano troppo spediti con il programma da portare a termine. Nella valutazione generale su quale scuola scegliere, quindi, è di fondamentale importanza verificare tutti questi aspetti parlando prima con i dirigenti scolastici e ovviamente con gli insegnanti della scuola a cui ci si rivolge.
La Secondaria di Primo grado e il passaggio dalla maestra unica al corpo docenti
Spesso Il passaggio dalle Elementari alle Medie si rivela problematico. E’ consigliabile individuare scuole vicine a dove si abita, in modo che i ragazzi socializzino anche al di là dei normali orari di lezione. Abitare vicino all’istituto, inoltre, svincola i ragazzi dalla necessità di essere per forza accompagnati dai genitori, consentendogli di raggiungere la scuola autonomamente.
Rispetto a prima, infatti, al bambino è richiesta una maggiore capacità di rendersi indipendente e, se il piccolo non è preparato psicologicamente, tale momento può essere problematico. Mentre, infatti, nella Scuola Primaria il piccolo vede la maestra unica come fosse la figura materna supplementare dalla quale sentirsi continuamente approvato o disapprovato, in quella Secondaria, dove c’è un maggior numero di docenti, questo rapporto risulta invece frammentato e quindi è più difficile mantenere l’approccio ottimale con ogni professore.
Dai 14 anni in su: condivisione fondamentale
E’ importante che la scelta della Scuola Secondaria sia condivisa quanto più possibile con i ragazzi. I genitori, spesso senza esserne consapevoli, tendono a consigliare i ragazzi in relazione ai propri desideri piuttosto che all’effettivo orientamento del figli. E’ importante ponderare bene la scelta parlando in primo luogo con loro e ascoltando anche il parere degli insegnanti della Scuola Media appena conclusa. La fase di orientamento – concludono gli esperti di Psicologia Clinica del Bambino Gesù – è molto importante per la scelta dell’indirizzo scolastico che potrebbe condizionare, se non adatto, la salute psicologica dei ragazzi.
Fonte: Ufficio Stampa Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma