Fumare nel primo trimestre di gravidanza
aumenta fino al 70% il rischio di problemi cardiovascolari nel feto
(soprattutto se la mamma ha più di 35 anni)
Vai all'intervista con il Prof. Corosu su come affrontare bene una gravidanza,
quale dieta seguire, qual controlli fare, come prepararsi al parto...
Che il fumo in gravidanza sia un fattore di rischio per il feto è ormai un dato acclarato sulla base di molti studi ma l'ultimo in ordine di tempo, prendendo in esame n campione vastissimo, alza il livello di pericolo facendoci sapere che fumare soprattutto nel primo trimestre di gravidanza alza fino al 70% i rischio di far nascere il bambino con malformazioni cardiache più o meno gravi, soprattutto se l'età della mamma supera i 35 anni. Lo studio è stato condotto dal Seattle Children's Hospital che ha preso in esame i dati clinici di 14.00 bambini nati con difetti cardiaci fra il 1989 e il 201 e li ha paragonati con i dati di 62.000 bambini nati sani nello stesso periodo. Fra i dati inseriti era anche richiesto alle mamme di indicare se avevano continuato a fumare durante la gravidanza, quanto e in particolare se avessero fumato durante il primo trimestre di gravidanza. analizzando la vastissima mole di dati è emerso che i bambini nati da mamme fumatrici avevano un aumentato rischio dal 50 al 70% di malattie cardiache congenite - difetti alle valvole, ai vasi che portano il sangue ai polmoni - e del 20% di avere fori tra le pareti cardiache che richiedono interventi chirurgici subito dopo la nascita. A conclusione dello studio i ricercatori hanno evidenziato che i fumo in gravidanza è responsabile di almeno l'1/2 % delle problematiche cardiache dei neonati. Una ragione di più per smettere di fumare già prima del concepimento se si tratta di una gravidanza programmata, o di smettere appena si scopre di essere in stato interessante. E approfittare dell'astinenza di nove mesi per smettere definitivamente, per la propria salute e anche per quella dei bambini che sono vittime non solo de fumo passivo se si fuma in loro presenza - tanto più che il fumo tende a depositarsi in basso e quidi li raggiunge più facilmente - ma anche del fumo cosiddetto di terza mano e cioè di quelle particelle che dalle sigarette si depositano su vestiti e capelli e che i bambini aspirano quando li si prende in braccio.