Gestione del Paziente cronico nell'era della digitalizzazione L'innovazione tecnologica strumento prezioso (telemedicina, app, cartella digitale intelligenza artificiale, dispositivi wearable) ma in Italia ancora troppo pochi investimenti in sanità digitale rispetto agli altri paesi europei
Riuscire a rendere croniche patologie un tempo incurabili o comunque difficili da gestire nel lungo periodo è una grande conquista della medicina, ma allo stesso tempo pone sfide nuove, come la gestione della cronicità, una gestione complessa e multimodale, che richiede un impegno trasversale e che deve utilizzare tutti gli strumenti oggi a disposizione, primo fra tutti la digitalizzazione. Se consideriamo che circa il 40% dei residenti in Italia è affetto da almeno una patologia cronica è facile capire come l’innovazione digitale rappresenti una straordinaria opportunità per migliorare appropriatezza, aderenza, prognosi e qualità di vita dei pazienti con una o più malattie croniche, come ad esempio il diabete, patologia cronica per eccellenza, ma rispetto ad altri paesi europei l’Italia è ancora fanalino di coda per investimenti in sanità digitale e in progetti come la telemedicina, la cartella clinica digitale, dispositivi wearable per il monitoraggio, app e intelligenza artificiale, un gap che dovrà essere colmato al più presto per migliorare l’assistenza su tutto il territorio nazionale. Nel corso del Convegno "Gestione del paziente cronico nell'era della digitalizzazione" organizzato al Senato dalla Fondazione Roche abbiamo intervistato: Mariapia Garavaglia, Presidente Fondazione Roche Paolo Locatelli, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano Valeria Tozzi, Associate Professor of Practice SDA Bocconi e Direttore del Master MiMS, Università Bocconi di Milano Massimo Balestri, General Manager di Roche Diabetes Care Italy
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