Gestione Psicologica del Tumore
Il ruolo dell'alleanza terapeutica medico-paziente nella comunicazione della diagnosi e come gestire il percorso di terapia personalizzando il sostegno psicologico - La famiglia, la sessualità, la ripresa della vita sociale dopo le cure, come affrontare gli snodi più difficili
Prof.ssa Gabriella Pravettoni, IEO - Istituto Europeo di Oncologia, Milano
Nonostante oggi il tumore sia una malattia guaribile in un sempre maggior numero di pazienti o comunque controllabile nel tempo al pari di molte altre malattie croniche, la diagnosi ha sempre un effetto destabilizzante su tutto il nucleo familiare ed è fondamentale che sia nel momento della comunicazione sia nel percorso di diagnosi e terapia vi sia un supporto psicologico per intercettare le fragilità, per tenere conto del vissuto del paziente, dei suoi bisogni emotivi, delle difficoltà familiari e sociali che incontra, per fornirgli gli strumenti più giusti per affrontare con coraggio e fiducia le cure. E per far questo è necessario che l'approccio sia personalizzato, che ci sia il tempo di un dialogo continuo fra medico e paziente, per valutare insieme quali siano gli snodi più difficili, per gestire al meglio il disagio delle cure - la fatigue ad esempio, o alcuni cali di attenzione durante la chemio, per aiutare anche i familiari, magari figli adolescenti che hanno difficoltà ad accettare la malattia di un genitore, perchè il supporto psicologico deve sostenere tutto il nucleo familiare per far sì che le energie siano concentrate nella guarigione. Parliamo di tutto questo con la Prof.ssa Gabriella Pravettoni, Direttrice dell'Unità di Ricerca Applicata in Scienze Cognitive e Psicologiche dello IEO, Istituto Europeo di Oncologia di Milano che ci ha spiegato che sempre più è necessario porre il paziente al centro di ogni decisione, coinvolgerlo nella scelta delle terapie e renderlo consapevole delle difficoltà e delle prospettive, valutando anche i suoi lati caratteriali per capire come aiutarlo al meglio, e per far questo è necessario che la consulenza psicologica sia offerta da medici preparati e formati che sappiano come approcciare il dolore e come accogliere anche le richieste di aiuto silenziose. Gli snodi fondamentali sono naturalmente la diagnosi e il periodo delle cure, ma anche il dopo, quando la guarigione è arrivata, perchè il paziente può aver bisogno di aiuto per ricostruire la propria vita dopo un'esperienza così stressante. E purtroppo in alcuni casi c'è da gestire anche la terminalità, altro momento delicato che richiede aiuto e supporto a tutto il nucleo familiare. Un capitolo tutto nuovo è poi quello del supporto psicologico in tutti coloro che hanno una familiarità per tumore e affrontano i test genetici perchè si deve essere preparati alla risposta, si deve prendere decisioni difficili e solo affiancati da uno specialista si può essere sereni nella scelta. Perchè per curare i tumori oggi si hanno sicuramente armi straordinarie a disposizione, ma se non si affianca anche una guarigione dell'anima l'esperienza rimarrà traumatica anche dopo che sarà stata superata - come dice sempre il Prof. Umberto Veronesi "è facile togliere un nodulo tumorale dal seno di una donna, molto più difficile è toglierlo dalla sua mente..." - e solo chiedendo aiuto e ricevendo ascolto dal proprio medico si può superare un'esperienza traumatica come quella oncologica.
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