Gli adolescenti fra sfide, impulsività, fragilità e trasgressione Gli sport e le mode estreme come sfida a se stessi e agli altri - La competizione edipica e la fantasia di onnipotenza Come i social modificano il concetto di successo e fallimento - Il ruolo del gruppo e il bisogno di sentirsi accettati La presenza della famiglia per aiutare i ragazzi a costruirsi una personalità oltre gli stereotipi Prof. Luigi Janiri, Policlinico Agostino Gemelli, Roma
Gli adolescenti sono sempre alla ricerca di emozioni forti, di esperienze al limite, di spingere il limite sempre un po' più avanti, con sport estremi, con sfide che mettono a rischio la loro incolumità, con atteggiamenti trasgressivi e ribellione in famiglia... ma perchè questo atteggiamento? E come possiamo contrastarlo evitando che compiano gesti pericolosi per emulazione, spirito di gruppo o semplice sfida? Lo abbiamo chiesto al Prof Luigi Janiri, Direttore dell'Unità di Consultazione Psichiatrica del Policlinico Agostino Gemelli di Roma che ci ha spiegato come in parte la spiegazione sia biologica perchè il cervello degli adolescenti è ancora in via di maturazione e ha degli squilibri evolutivi che gli fanno percepire come molto intensa la pulsione all'impulsività dal momento che tutti i giovani hanno un bisogno fisiologico di una maggiore stimolazione di sistemi legati alla produzione di dopamina e noradrenalina e di come stimoli ambientali come l'emulazione o l'appartenenza ad un gruppo, o anche l'uso di sostanze (cocaina, cannabis...) e di alcool possano aumentare l'impulsività e ridurre il controllo- Tutto questo, unito alla ricerca della gratificazione - anche questo bisogno legato al funzionamento ancora non perfettamente equilibrato dei sistemi del sistema nervoso centrale legati alla gratificazione e controllati dal lobo frontale - può portare ad un comportamento costantemente testo a superare i limiti, tant'è che per definire questo tipo di atteggiamento adolescenziale si parla di Sensation Seeeking (la ricerca di sensazioni), di Risk Taking (intraprendere attività che prevedano un rischio) e di Novelty Seeking (quindi il bisogno spasmodico di novità). Tutto questo significa sfidare se stessi e gli altri, soprattutto all'interno di un gruppo - anche per non diventare oggetto di bullismo non accettando di "superare la prova" magari in uno dei anti sport o mode estreme come il parkour (quindi saltare da un tetto ad un altro) o lo schivare all'ultimo minuto un treno in corsa - - e naturalmente il mondo dei social amplifica e rilancia la sfida perchè il giudizio si allarga al mondo virtuale e perchè il confronto con i pari può sconfinare in un fallimento amplificato che rischia di far perdere l'autostima ad un adolescente precipitandolo in una fragilità esistenziale che un adulto per quanto attento difficilmente potrà comprendere.
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Il rischio maggiore è che il consiglio di un genitore non venga ascoltato, e che da una sana competizione edipica (che da sempre oppone gli adolescenti ai genitori) si passi ad una fantasia di onnipotenza (ipertrofia dell'Io) all'interno della quale si pensa di essere invincibili e di poter affrontare e vincere qualunque sfida. Il ruolo della famiglia naturalmente è difficile - in equilibrio fra rigore che rischia di stimolare ancora di più la trasgressione - e la complicità che rischia di non far comprendere al ragazzo l'importanza di alcune regole e di alcuni limiti da non superare - ma fondamentalmente è quello di essere accanto agli adolescenti nel percorso di crescita ed aiutarli a comprender che la cosa più importante è affermare la propria personalità imparando anche a dire no e a sottrarsi se gli amici propongono un gioco estremo e pericoloso, perchè essere se stessi oltre gli stereotipi proposti spesso dai medica, dal cinema e dal mondo virtuale può essere molto più trasgressivo della trasgressione a tutti i costi, soprattutto oggi che trasgredire è diventata una regola banale che appartiene alle persone che si adeguano alle mode e seguono gli altri perchè non sanno affermare se stessi indipendentemente dal giudizio di chi vorrebbe far sentire inadeguato chi non si sottopone ai riti collettivi di sfide pericolose che tante volte sono terminate con tragedie e sofferenze.