I Nuovi Cementi Antibiotati in Ortopedia e Traumatologia
Il Ruolo nella Profilassi prima di un Impianto di Protesi o nella Chirurgia per Lesioni Ossee Traumatiche L'utilizzo in caso di Protesi Infette e l'importanza di usare Antibiotici Mirati dopo un Antibiogramma
Prof. Francesco Centofanti, istituto Codivilla-Putti, Cortina d'Ampezzo
L’utilizzo dei cementi antibiotati (quindi un cemento
caricato di antibiotico che possa prevenire o debellare un’infezione ossea) è
ormai prassi comune in ortopedia e traumatologia ma solo da poco si è passati
ad usare degli antibiotici mirati, anche in combinazione, dopo aver effettuato
un antibiogramma che identifichi il germe responsabile dell’infezione in modo
da non usare un antibiotico generico come accadeva fino a pochi anni fa - col rischio di fallimento dal momento che il
germe non rispondeva ovviamente ad un farmaco non mirato. Parliamo di tutto
questo con il Prof. Francesco Centofanti, Direttore dell’Unità Operativa di
Ortopedia e Traumatologia dell’Istituto Codivilla-Putti di Cortina d’Ampezzo
che ci spiega l’evoluzione dei cementi antibiotati e la possibilità oggi di
caricare il cemento con due o anche tre antibiotici diversi (specifici per gram
positivi, per gram negativi, per flora mista, per il bacillo di Kock, per la
Candida Albicans…) per riuscire a colpire con precisione il bersaglio. Con il Professore
parliamo dell’utilizzo dei cementi sia nella profilassi, per esempio nella
chirurgia per l’impianto di una protesi di anca o di ginocchio con lo scopo di fare prevenzione
di infezioni ossee, come pure importantissimo l'uso dei cementi antibiotati nella chirurgia legata a lesioni ossee di origine
traumatica, specie quando ci si trovi di fronte a frammenti più o meno ampi di
osso necrotico e ad infezioni, prima di un impianto di osso autologo, eterologo
o di protesi. Altra applicazione molto importante è quella nella gestione di
infezioni periprotesiche. In quel caso si provvede alla rimozione della protesi
infetta, all’applicazione di una simil protesi in cemento antibiotato che verrà
tenuta in sede tra le sei e le dodici settimane - anche perché il rilascio di antibiotico va a
scalare nel corso delle settimane fino ad esaurirsi – fino all’estinzione dell’infezione
o per reimpiantare un secondo cemento antibiotato in caso sia necessario
proseguire la terapia fino a quando si potrà impiantare una nuova protesi (anch’essa
con cemento antibiotato). Fondamentale ci ricorda il Professore anche la
successiva copertura antibiotica per via parenterale nei mesi successivi per
evitare recidive.
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