Legame fra Fibrillazione Atriale e Rischio Ictus Come intercettare una fibrillazione anche in pazienti asintomatici - I farmaci anticoagulanti per prevenire l'ictus - Riconoscere i sintomi di una ischemia cerebrale per intervenire tempestivamente - Il ruolo di una Unità Ictus per le cure appropriate Prof. Filippo Crea, Prof. Danilo Toni
Una fra le aritmie più frequenti, sia nei giovani che negli anziani, è la fibrillazione atriale, disturbo elettrico del ritmo cardiaco che diventa caotico. Ma molto spesso questo tipo di aritmia rimane asintomatico e a diagnosi viene fatta casualmente nel corso di una visita effettuata per altri motivi. E dal momento che un cuore fibrillante rischia di andare incontro ad una trombo-embolia che può portare ad un ictus è fondamentale che la fibrillazione venga tenuta sotto controllo per evitare questa temuta complicanza. E proprio per sottolineare ancora una volta il legame fra fibrillazione e rischio ictus si è tenuto un convegno a cui hanno partecipato il Prof. Filippo Crea, Direttore del Dipartimento delle Scienze Cardiovascolari del Policlinico Agostino gemelli e il Prof. Danilo Toni, Direttore dell'Unità d Trattamento Neurovascolare del Policlinico Umberto I di Roma in cui si è ricordato quanto sia importante intercettare la fibrillazione e trattarla di conseguenza (anche con terapia anticoagulante per prevenire un ictus) come oggi siano a disposizione dei nuovi anticoagulanti orali di più facile somministrazione senza monitoraggio stringente dei valori della coagulazione, di come sia importante per chi ha fattori di rischio come fumo, ipertensione, diabete, ipercolesterolemia o sovrappeso intervenire con modifiche allo stile di vita... E di come sia importante la prevenzione secondaria, quindi in pazienti che abbiano avuto un ictus e che si sia scoperto avessero una fibrillazione non diagnosticata che va trattata adeguatamente. E in caso si verifichi una ischemia (sia legata ad una fibrillazione sia dovuta ad una occlusione delle coronarie o una emorragia cerebrale) è fondamentale saper riconoscere i sintomi (debolezza o formicolio di una parte del corpo, disturbi della parola e della visione...) perchè la tempestività è fondamentale per ridurre i danni causati dalla occlusione di una arteria cerebrale (nella prima ora successiva ad un ictus si perdono neuroni pari a quelli di tre anni di invecchiamento fisiologico). E gli accertamenti devono essere compiuti nei centri di riferimento per stabilire nel minor tempo possibile se ci sia trovi in presenza di un ictus di origine ischemico (e in questo caso si può intervenire con la fibrolisi e l'introduzione di uno stent) o emorragico che necessita di uno stretto controllo della pressione arteriosa. E superata la fase acuta diventa fondamentale una riabilitazione personalizzata che aiuti il paziente a recuperare al massimo possibile le funzioni perse, riabilitazione che oggi affianca alla fisioterapia anche l'utilizzo di esoscheletri che aiutano i pazienti a riprendere la mobilità.
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