Il Coping: resistenza ad ansia e stress Perchè alcune persone riescono a reagire positivamente agli eventi avversi della vita ed altri invece no? L'ottimismo e il pessimismo influenzano la nostra capacità di coping? Le varie tipologie del coping e in quali modi possiamo migliorare la nostra capacità di reagire I modelli di coping nell'arte e nel cinema Prof. Salvatore Giaquinto
Ognuno di noi quando deve affrontare un momento di difficoltà nella vita (malattie, perdite, difficoltà lavorative, economiche...) si trova a cercare in se stesso quelle risorse che possano aiutarlo a contrastare l'evento negativo e a reagire positivamente trovando una soluzione o comunque affrontando in modo positivo il problema. Ma alcuni hanno una maggior facilità a contrastare gli eventi negativi e a riescono a tirar fuori energie e atteggiamenti costruttivi e positivi, mentre altri si abbattono e si chiudono in stessi. perchè questo' dipende dal nostro carattere, dall'essere ottimisti o pessimisti? o da una innata capacità e mettere in atto quello che in inglese si chiama coping, e quindi una tendenza positiva ad opporsi allo stress? lo abbiamo chiesto al prof. Salvatore Giaquinto, Specialista in Neuropsichiatria e già professore di neuropsichiatra a La Sapienza Università di Roma che ci ha spiegato come il termine stress - usato ormai abitualmente come sinonimo di vita frenetica e difficile - ha un'origine clinica e significa situazione o evento che cambia la vita (per poco o per molto tempo) e che richiede un adattamento, un compenso e un contrasto, il coping appunto). Gli eventi stressanti (stressors) possono essere sia negativi (una malattia, una perdita, un licenziamento, un tracollo economico...) ma anche positivi (una vacanza con tutti gli imprevisti che possono accadere, un trasloco, la laurea, il matrimonio...) e ognuno di noi reagisce attuando - anche in modo automatico e non calcolato - un coping che può essere di vario tipo: - coping zero: evitamento delle situazioni stressanti (che vanno dal semplice evitare persone luoghi o situazioni che non ci fanno sentire a nostro agio fino a condizioni patologiche gravissime come lo stato catatonico o al rifiuto totale della vita che sfocia nel suicidio) - coping proattivo o anticipatorio: prendere precauzioni per prevenire una situazione negativa (dai vaccini allo stipulare una assicurazione) - coping focalizzato sul problema: partendo dal problema chiedersi: cosa faccio per risolverlo? come mi adatto alla nuova situazione, come compenso? atteggiamento che richiede una fusione fra risorse personali e analisi della realtà esterna, che prevede anche la richiesta di aiuto per un supporto sociale e il ricorso a parlare o scrivere del problema per circoscriverlo e focalizzarsi sulla soluzione, che può anche essere affrontata step by step, con una verifica periodica degli obiettivi raggiunti e la messa a fuoco degli obiettivi futuri.
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- coping focalizzato sulle emozioni: si viene sopraffatti da un evento e dalle emozioni che scatena, se ne parla, si può ricorrere anche a farmaci se il problema è troppo presente e ossessivo, ci si avvale di una psicoterapia di superficie (ipnosi, meditazione, yoga...) per rilassarsi, e si prova a spostare l'attenzione dal problema socializzando e vivendo esperienze positive come ad esempio il ballo che attiva la psicomotricità o altre attività rilassanti che aiutino a controllare le emozioni negative - coping religioso: ricorrere alla forza della fede per affrontare un evento fortemente stressante (la propria malattia o la malattia o la morte di un familiare ad esempio) ed esiste una scala del coping religioso che somministrata a varie persone ha mostrato come i punteggi più alti siano sempre raggiunti da persone in condizioni difficili come l'anziano fragile, chi è ricoverato in lungo degenza, chi si trova in un hospice...). Ma anche il tratto caratteriale - essere ottimisti o pessimisti - influisce sulla nostra capacità di coping perchè chi è ottimista tende ad avere un coping focalizzato sul problema, pensa di farcela ed in caso di fallimento si dice che ha comunque guadagnato in esperienza (ci sono molti detti popolari in proposito, da "si chiude una porta si apre un portone" a "ti sono caduti gli anelli ma hai ancora le mani") e alcuni studi hanno valutato che ad esempio nella Malattia di Parkinson le persone ottimiste vivono meglio, mentre il pessimista tende all'evitamento, quindi ad un coping zero. E per finire il professor Giaquinto ci regala una carrellata di modelli dell'arte, della storia, del cinema e della musica con varie tipologie di coping (da quelle estremamente positive ed ottimistiche come i film di Frank Capra a quelle profondamente tragiche come la Tosca o Madama Butterfly).