Il Dispositivo Chromo4Vis per il trattamento del Cheratocono La tecnologia italiana più avanzata per migliorare la tecnica di Cross Linking nei pazienti con cheratocono e prevenire il trapianto corneale Prof. Marco Lombardo, Ing. Giuseppe Lombardo, Dott. Marco Mistretta
Al Premio Speciale Ingdan del premio Gaetano Marzotto partecipano progetti italiani innovativi nei settori della meccatronica (la branca che mira a far interagire tre discipline – la meccanica, l'elettronica e l'informatica -con l'obiettivo di semplificare il processo produttivo con sistemi di produzione automatizzati), della robotica, del biomedicale... tutti progetti che tendono a migliorare la qualità di vita di tutti noi e in particolare di chi vive un disagio dovuto ad una patologia. Tra questi il dispositivo Chromo4Vis messo a punto dal Prof Marco Lombardo,MD, PhD, Ophthalmologist & Eye Surgeon all'IRCSS Fondazione G.B. Bietti e dall'Ingegnere Biomedico Giuseppe Lombardo con la loro PMI Vision Engineering Italy, vincitore del Premio Speciale IngDan e del Premio Corporate Fast Trak, una tecnologia sofisticata e all'avanguardia tutta italiana che potrà rivoluzionare il trattamento dei pazienti affetti da Cheratocono, una patologia che colpisce soprattutto i giovani ed è la prima causa di trapianto corneale e di cecità in età giovanile a livello mondiale. Fino ad oggi il trattamento standar è quello basato sulla tecnica del Cross linking corneale per trattare la cornea con una iniezione di riboflavina sulla cornea e successivamente illuminarla con una lampada ultravioletta per rafforzarla e renderla più resistente alla deformazione rallentando la progressione della malattia. La risposta a questo tipo di trattamento non è però immediato e standar e solo nei mesi successivi si può verirficre se la risposta al trattamento è stata positiva e se la patologia ha interrotto la sua progressione. Oggi però per rendere il trattamento efficace e sicuro - con una immediata certezza di riuscita - è stato messo a punto il Progetto Chromo4Vis per misurare la concentrazione della riboflavina in modo non invasiva durante il trattamento e quindi di istruire il chirurgo a somministrare la sostanza e poi irradiare la cornea secondo un preico schema che si correla con una altissima percentuale statistica di successo (il 96%). Il progetto è stato già validato in laboratorio su un campione di tessuti proveniente dalla banca degli occhi e il prossimo passo sarà il processo di ingegnerizzazione al fine di validarlo in un trial clinico randomizzato e farlo diventare pratica clinica per tutti i pazienti.
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