Progetto"Quello che i bambini non dicono"
La Ludoteca dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma
Il ruolo del gioco e del linguaggio non verbale per i bambini malati
Come familiarizzare con siringhe, tac e flebo per averne meno paura
Nel gioco il bambino esprime paure che a volte non confida neanche ai genitori
Il ruolo del gioco nei bambini con malattie croniche
Dott.ssa Carla Carlevaris, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Roma
L'esperienza di malattia, e ancora più di ricovero in on Ospedale, è traumatica per tutti e a maggior ragione per i bambini che vengono strappati alla familiarità della loro casa, entrano a contatto con realtà che fanno paura - pensiamo ai prelievi di sangue, alla diagnostica con la Tac, alla chirurgia... - e tutto questo porta ad un disagio psicologico che non può che rendere più gravoso il percorso di malattia. Senza contare bambini con malattie croniche che debbano effettuare numerosi ricoveri e passare quindi lunghi periodi lontano da casa. E allora diventa importantissimo che in Ospedale esista un luogo non medicalizzato dove i bambini si sentano liberi di giocare di ritrovare la dimensione ludica e spensierata per qualche ora al giorno, riuscendo così a sciogliere le tensioni e le paure che le terapie comportano. Abbiamo parlato di tutto questo con la Dott.ssa Carla Carlevaris, Psicologa Responsabile della Ludoteca dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma che ci ha spiegato come attraverso il gioco il bambino esprima il disagio le paure e le difficoltà che spesso non ha il coraggio di confidare neanche ai genitori, di come possa "delegare" al personaggio che interpreta il ruolo che lo aiuterà a combattere le malattie (è di questi giorni la foto sui social di un bimbo inglese che si traveste da tartaruga Ninja ogni volta che deve fare la chemioterepia per vincere la paura) e di come sia possibile, attraverso il linguaggio corporeo intercettare quelle che sono le fragilità di ogni bambino per aiutare lui e la sua famiglia. Nella ludoteca si svolgono giochi speciali poi, si impara a giocare con siringhe senza aghi, tubi da flebo... per familiarizzare che oggetti che una volta in reparto faranno meno paura, e ogni tanto i ruoli si invertono, i bambini si travestono da dottori e i dottori si fanno curare, così che i piccoli pazienti si possano sentire per una volta protagonisti e non soggetti passivi delle cure. E nel caso di bambini con patologie croniche o che prevedano lunghi tempi di ospedalizzazione la ludoteca diventa uno spazio essenziale per recuperare la "dimensione infanzia" che è diritto di ogni bambino ma che purtroppo a volte la malattia nega, ed allora è giusto poterla recuperare con l'aiuto degli psicologi che hanno modo di interagire in modo informale con i bambini ed di intercettare così quel malessere non espresso che se non gestito può essere una malattia nella malattia.
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