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Il multitasking (usare più dispositivi elettronici contemporaneamente) continuato provoca modifiche in alcune aree del cervello contribuendo a problemi di ansia, scarsa concentrazione e memoria -  Imparare (di nuovo) a fare una cosa alla volta per "proteggere" le nostre funzioni cognitivi


Leggere una mail e contemporaneamente inviare un messaggio con Whatsapp, guardare un film sul computer e nel frattempo postare un commento su Facebook, comportamenti ormai entrati nella routine, basta guardarsi intorno e abbiamo la riprova che il multitasking tecnologico (quindi usare più dispositivi contemporanei) è una realtà che ha contagiato un po' tutti, soprattutto i più giovani, vuoi per i ritmi frenetici che impongono di stringere i tempi e gestire più cose contemporaneamente, un po' per abitudine, un po' per metterci alla prova e vedere quanti dispositivi riusciamo a gestire nello stesso tempo. Ma tutto ciò quanto fa bene al nostro cervello? Se lo sono chiesto gli scienziati dell'Università del Sussex che hanno sottoposto a Risonanza Magnetica un gruppo di soggetti che erano soliti ricorrere al multitasking -  quindi non un uso saltuario ma abitudinario -  riscontrando delle modifiche in alcune aree del cervello, in particolare una minor densità di materia grigia a livello della corteccia cingolata anteriore, zona deputata al controllo della memoria e delle emozioni, condizione che mette a rischio di avere deficit di attenzione, ansia e incapacità di "immagazzinare" nuove informazioni. Sarebbe bene quindi tornare ad occuparci di una cosa per volta, e se proprio suona il telefonino mentre stiamo scrivendo una mail o guardando un film o postando un hashtag su twitter si potrebbe fermarsi, posare uno dei device che stiamo utilizzando e concentrarsi sulla telefonata in arrivo, salvo poi tornare a cinguettare qualche minuto più tardi!
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