Protesi Dolorose
Quando una protesi di ginocchio, di anca o di spalla provoca dolore anche a distanza di tempo dall'intervento quali accertamenti fare per valutare se c'è infezione o meno - L'importanza del trattamento con infiltrazioni di antibiotico locale anche in caso di antibiogramma negativo (spesso le infezioni sono subdole e non danno riscontri nelle analisi) - Quando ricorrere al trattamento chirurgico per trattare protesi dolorose apparentemente non infette e quando invece può provocare ulteriori danni - Il supporto psicologico per chi convive con il dolore cronico anche dopo vari espianti e reimpianti di protesi
Prof. Francesco Centofanti, Isituto Codivilla-Putti, Cortina d'Ampezzo
Le protesi di anca, ginocchio e spalla sono ormai un intervento chirurgico estremamente diffuso, sia in casi di degenerazione dovuta all'artrosi sia in caso di frattura - soprattutto del femore in pazienti anziani - ma talvolta anche a distanza di tempo dall'intervento la protesi può provocare dolore, sia a riposo, soprattutto notturno, sia in fase di carico. Cosa fare in quel caso, e quale percorso è il più corretto per individuare eventuali infezioni o per alleviare il dolore? Lo abbiamo chiesto al Prof. Francesco Centofanti, Direttore dell'Unità di Ortopedia e Traumatologia dell'Istiuto Codivilla-Putti di Cortina d'Ampezzo, uno dei massimi esperti di infezioni ossee periprotesiche che nel suo centro visita ogni anno migliaia di pazienti che a volte si sono sottoposti - spesso inutilmente - anche a due, tre o anche più sostituzioni di protesi senza però trarre giovamento sul dolore. Il professore ci ha spiegato che esiste un decalogo delle protesi dolorose che è fondamentale seguire per evitare di procedere ad una sostituzione talvolta inutile e anche potenzialmente rischiosa perchè sottopone il paziente ad un intervento chirurgico. La prima cosa da fare è naturalmente una attenta valutazione dello stato della protesi e un antibiogramma per valutare se sia in corso una infezione, ma poichè spesso le infezioni sono subdole e non danno riscontro nelle analisi si può avviare un programma di infiltrazioni con antibiotico locale che possa andare a coprire anche le infezioni nascoste. In caso di dolore persistente si può comunque ricorrere alla chirurgia e ad un'antibiogramma in fase operatoria per poter scoprire ulteriori infezioni. La sostituzione della protesi a quel punto verrà effettuata in due tempi dopo aver applicato per alcune settimane un cemento antibiotato che bonifiche l'infezione periprotesica per sempre. E in caso di protesi dolorose non infette è comunque importante trattare il dolore non solo come sintomo ma come problematica a sè stante perchè convivere con un dolore cronico è invalidante anche in assenza di una patologia di base e quindi il supporto psicologico per imparare a convivere con il dolore, a gestirlo e a ridurlo al minimo con i trattamenti oggi a disposizione, uniti ad un supporto psicologico che aiuti il paziente nel lungo percorso di recupero, è fondamentale per recuperare la migliore qualità di vita possibile riducendo interventi inutili e concentrandosi sul percorso personalizzato più corretto.
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