Incontinenza: infrangere il tabù per vincere il problema I fattori di rischio nella donna e nell'uomo - La prevenzione nelle varie età della vita La riabilitazione, la terapia farmacologica, la chirurgia più sofisticata Il ruolo dei centri di riferimento e l'importanza di intervenire precocemente I 15 anni della Federazione Italiana Continenza per vincere lo stigma e fare informazione
Parlare di incontinenza vuol dire infrangere un tabù che spinge oltre persone a vivere nel silenzio il problema. Eppure gli italiani che ne soffrono in forma più o meno grave sono oltre 5 milioni soprattutto nella terza età, anche se il problema può riguardare anche giovani donne dopo il parto o bambini per i quali l'enuresi notturna (quindi la pipì a letto) rappresenta un vero stress, tant'è che uno studio anglosassone la indica come terzo fattore di stress nella vita di un bambino dopo la perdita di un genitore o una malattia-incidente che porta alla disabilità. E quante donne e uomini rinunciano ad una vita sociale per paura di un incidente? La depressione è sperimentata da almeno la metà delle persone che soffrono di incontinenza e molto spesso l'unica soluzione è il ricorso al pannolone o ad alcuni farmaci, che peraltro non sono rimborsati e quindi vanno a gravare sul già fragile equilibrio economico degli anziani. E per sensibilizzare sull'importanza di non vergognarsi dell'incontinenza e fare informazione sui fattori di rischio, sulla prevenzione e sul trattamento personalizzato e precoce del problema la Federazione italiana Continenza, a 15 anni dalla sua nascita, ha voluto tenere un Forum a Milano per ricordare quali siamo le condizioni che possono rappresentare un fattore di rischio (per le donne il parto, specie se multiplo e ravvicinato nel tempo e successivamente la menopausa) per l'uomo la chirurgia di prostatectomia radicale in caso di tumore alla prostata, per i bambini alcune malformazioni oppure una cattiva educazione minzionale (e per questo è stata istituita la "scuola della pipì" che insegna ai più piccoli come gestire l'urgenza e lo stimolo. Un altro capitolo importante è quello della prevenzione, sia primaria con informazione e conoscenza del proprio corpo sia secondaria con un trattamento precoce per una maggiore probabilità di successo. E il trattamento inizia sempre con una riabilitazione acui possono essere affiancati dei farmaci e che può essere integrata dalla microchirurgia in day surgery nei primi stadi del problema fino ad arrivare ad una chirurgia complessa e sofisticata per i casi più severi.
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Tutto questo naturalmente richiede la presenza sul territorio di centri di riferimento dove il paziente sia al centro di un percorso che lo accompagni verso la fine del tunnel dell'incontinenza, perchè le soluzioni sono molte e tutte applicabili, l'importante è parlarne, chiedere consiglio ed essere tempestivi nel trattamento per non rassegnarsi a vivere on un disagio che oggi può essere affrontato e gestito con serenità. Nel corso del Forum abbiamo intervistato: Prof. Roberto Carone - Presidente SIU - Società italiana di urologia, Presidente Emerito FIC, Urologo, Direttore Struttura Complessa di Neuro-Urologia - Azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute e della Scienza - Torino Prof. Mario De Gennaro - Presidente FIC, Primario Urologo Pediatra, Responsabile U.O. Complessa Urodinamica Pedriatrica Ospedale Bambino Gesù - Roma, Chairman Educational Committee ICCS - International Children Continence Society Prof. Diego Riva - Ginecologo Humanitas San Pio X Dott.ssa Antonella Biroli - Presidente del Comitato Scientifico FIC, già membro del Direttivo della Società italiana di Urodinamica, Fisiatra, Responsabile SS Riabilitazione Neurologica e Disfunzioni autonome – Osp. San Giovanni Bosco - Torino