Io diabetico, e il mio vero diario Mandateci le vostre storie, le pubblicheremo in questa sezione
Diabete
di tipo 1… bene, si riparte da qui. Mio inutile pancreas ti voglio ignorare,
mia bastarda glicemia ti voglio sconfiggere… troppa aggressività ha detto il
mio barbuto diabetologo, non è l’atteggiamento giusto… ok, bene, non sarà
l’atteggiamento giusto ma è il mio, ed è l’unico che sia in grado di avere… i
diabetici possono fare una vita normale, i diabetici possono diventare
sportivi, o politici, o qualunque cosa vogliano…. Ma che l’aveva imparata a
memoria? Sicuramente l’aveva ripetuto al paziente prima di me e l’avrà ripetuto
alla poveretta con la treccia lanosa che è entrata quando sono andato via io…
scriva il diario mi raccomando, ma dubito che voglia davvero leggerlo il mio
diario, il diario di guerra intendo, il diario che combatto contro quelle
bastarde cellule Beta che mi hanno lasciato in mutande… misurare la glicemia,
fare il bolo di insulina prima di pranzo, controllare la basale, e porca
puttana ora vado in ipo e per oggi il cervello è andato… devi imparare a
convivere con la malattia è la frase che mi sento rivolgere più spesso, e sai
che succede? che mi fa andare ancora più in bestia, perché quasi sempre viene
dalla bocca di chi non convive con un bel niente, fa la sua sporca vita e dopo
avermi salutato mangia un chilo di cioccolata senza diversi bucare la pancia…
ma a che serve star qui a lagnarmi degli altri? Dovrei lagnarmi di me, di me
che ho permesso al mio sistema immunitario di distruggere il mio pancreas… mio
il sistema immunitario, mio il pancreas, mio il delitto… cosa ho che non va?
Perché ce l’ho con me stesso fino a questo punto? Ho 32 anni, un lavoro che
detesto ma insomma almeno ce l’ho, Roberta è sempre al mio fianco nonostante le
mie sfuriate… ma quel dubbio che adesso stia con me per pietà chi me lo leva?
Ecco il punto è proprio questo, la voglio ancora al mio fianco ora che non so
se vorrebbe lasciarmi al mio destino e non ha il coraggio di farlo o se davvero
non le importa? Chi farebbe un figlio con uno col diabete, col rischio che ce
l’abbia anche lui poi… ti fai troppi problemi, vivi più serenamente affronta una cosa per volta
dice sempre il diabetologo barbuto, ma a me è proprio quel giorno per giorno
che mi sta stretto, sapere che questo stronzo di diabete sarà con me ogni
giorno, che non se ne andrà mai mai, è come se mi avesse contagiato, come se si
fosse appiccicato alla mia pelle e mi sporcasse con la sua melassa… vattene
vattene imploro di notte, ma so che sono vaneggiamenti infantili, non se ne può
andare, anzi, di più, l’ho generato io, l’ho invitato io ad accomodarsi nelle
mie viscere e questo fa più male di tutto, perché ora questo ospite
indesiderato voglio che se ne vada, che mi lasci libero di mangiare per una
volta senza che diventi un incubo, di andare a dormire senza il terrore di
svegliarmi tutto sudato e con la testa vuota, di correre a perdifiato sulla
spiaggia senza misurare la glicemia prima e dopo… ma che sarà mai in confronto
a chi ha un tumore mi ha detto ieri mia madre vedendomi imprecare mentre
preparavo l’insulina… ha ragione, che sarà mai, ma questo “che sarà mai” ce
l’ho io e io non lo sopporto più, sono solo quattro mesi e già sono esasperato,
è diventata un’ossessione lo capisco, ma col cazzo che vado dallo psicologo,
diabetico e pure nevrotico, sai che spasso… no la devo vincere da solo questa
guerra, la devo sconfiggere io questa bestia che non è il diabete lo so, quello
non si sconfigge… la bestia è la rabbia che mi divora, la frustrazione che mi
rende apatico a volte e feroce altre, la
amarezza che mi toglie ogni finestra sul futuro, perché il futuro,
qualunque scenario io voglia immaginare, è sempre lo stesso, misura la
glicemia, fai l’iniezione di insulina, sentiti male quando hai le crisi di
ipoglicemia, aspetta le complicanze… che non è detto debbano venire se segui
bene le regole ha detto sempre il barbuto di cui sopra, ma che insomma, tanto
prima o poi vengono, le ho lette ben bene su internet…retinopatia, così magari
non ci vedrò più, nefropatia, i reni in pappa, il piede diabetico, foto che se
ci ripenso vomito, e poi anche la fibrosi dei corpi cavernosi, ma sì dai, così
neanche più una scopata decente potrò fare… odio questo atteggiamento vittimistico,
odio piangermi addosso, odio vestire i panni di chi vede tutto nero, ma ho
anche bisogno di poter essere nesto, e nonostante a chi mi chieda come va il
tuo diabete risponda stringendomi nelle spalle e con un mezzo sorriso “E’ sotto
controllo” in realtà no, non è affatto sotto controllo, o meglio lo sarà lui, ma non lo sono io sotto controllo, non
lo è la mia rabbia, questo veleno che mi intasa le vene più dello zucchero e a
cui però non rinuncerei mai, perché mi sembra che sia l’unica parte sana di me ancora
rimasta, quella guerriera, quella assetata di sangue, quella che tiene testa a
questo corpo fragile e malaticcio…