La gestione clinica e psicologica delle Leucemie, Linfomi e Mieloma
Lo studio molecolare del tumore per terapie più mirate e meno tossiche I long survivors devono avere a disposizione una equipe che li segua nel tempo sia nei controlli clinici sia nel reinserimento sociale Prof. Corrado Tarella, IEO Istituto Europeo di Oncologia, Milano
Gli avanzamenti terapeutici nel campo dell'oncologia hanno subito una straordinaria accelerazione negli ultimi anni e l'ambito in cui i successi sono arrivati prima e sono stati più evidenti è quello dei tumori ematologici, e quindi leucemie, linfomi e mieloma, malattie che un tempo avevano scarsissime possibilità di essere trattare e che oggi invece portano nella stragrande maggioranza dei casi ad un controllo della malattia nel tempo e in sempre maggior numero di pazienti ad una completa guarigione. E per conoscere le ultime strategie terapeutiche nel campo ematologico abbiamo incontrato il Prof. Corrado Tarella, Direttore della Divisione di Oncoematologia dello IEO Istituto Europeo di Oncologia di Milano che ha spiegato che i tumori del sangue sono quelli che più facilmente possono essere studiati con un semplice prelievo del sangue o del midollo e che reagiscono più di altri tumori solidi alle terapie. In aggiunta a questo negli ultimi anni è stato possibile rendere quasi di routine, almeno nei centro accreditati, lo studio molecolare del tumore che permette di identificare con estrema precisione il tipo di tumore (anche all'interno di una stessa categoria di leucemie o linfomi esistono delle sottocategorie che un tempo non erano state identificate e che ora vengono sempre più a conoscenza dei ricercatori) per arrivare a delle terapie a bersaglio molecolare appunto i cosiddetti farmaci biologici, che sono in grado di colpire selettivamente le cellule malate risparmiando quelle sane e risultando quindi molto meno tossiche per i pazienti. Molto spesso queste nuove terapie vengono usate in abbinamento con la tradizionale chemioterapia che viene ad essere più efficace, a volte vengono usati in abbinamento fra loro e in questo caso si parla di cure chemiofree, e la maggior parte dei casi vengo utilizzate nel mantenimento terapeutico protratto nel tempo, proprio per evitare la tossicità delle chemioterapie. Ma questa grande vittoria della ricerca e delle sue ricadute cliniche - che permette di vivere a lungo liberi da malattia e di riprendere la propria vita lavorativa e sociale con successo - deve essere gestita anche da un punto di vista psicologico perchè i long survivors, hanno bisogno di effettuare controlli nel tempo e hanno soprattutto bisogno di un rapporto privilegiato e continuo con il proprio medico che diventa confidente e punto di riferimento nel momenti difficili, che deve trovare le parole giuste per comunicare diagnosi difficili e deve motivare il paziente e la sua famiglia nei momenti di sconforto. Tutto questo, ci spiega il Prof. Tarella, deve essere alla base di un percorso di diagnosi e di cura perchè limitarsi a prescrivere un farmaco, in patologie che durano a lungo nel tempo e hanno bisogno di impegno e coraggio devono essere gestite con un approccio a 360°, tant'è che il professore ci parla della necessità di un punto di ascolto 24 ore su 24 , per cementare ancora di più quell'alleanza terapeutica che è parte integrante del percorso di guarigione in ogni malattia, e a maggior ragione in malattie complesse come i tumori ematologici.
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