La medicina d'urgenza dei medici e chirurghi volontari nei paesi in guerra o in via di sviluppo La medicina delle migrazioni e i nuovi modelli assistenziali per patologie che in Italia non si vedevano più da anni Come si opera senza la tecnologia e come ci si relaziona con culture diverse Dott. Massimiliano Carletti Gli Incontri di Cassa Galeno
Che cosa vuol dire operare senza la tecnologia di ultima generazione a cui siamo ormai abituati? Che cosa vuol dire assistere chi è stato ferito in guerra o chi vive in condizioni precarie, dove contrarre una malattia che noi consideriamo banale può portare alla morte per mancanza di farmaci o di armi chirurgiche? Lo sanno i medici che fanno volontariato in zone di guerra o in paesi in via di sviluppo che ogni giorno combattono contro le malattie ma anche contro le condizioni ambientali e sociali e per conoscere questa realtà difficile ma anche emozionante abbiamo incontrato il Dott. Massimiliano Carletti, Specialista in Chirurgia Generale che ha effettuato molte missioni in Sud Sudan, Afghanistan, Cambogia e ha conosciuto persone che hanno lasciato ricordi indelebili, ricordi in cui si mescolano l'urgenza clinica - che ha bisogno di regole e attenzioni particolari per far sì che la chirurgia d'emergenza non venga vanificata da infezioni o condizioni ambientali ostili - e la sensibilità con cui si deve approcciare chi ha una cultura diversa - e un esempio su tutto sono le ragazze che hanno subito mutilazioni genitali e che spesso presentano infezioni molto gravi. E l'esperienza di chi ha vissuto in condizioni così estreme a contatto con patologie endemiche - parassitosi ed infezioni su tutte - o ferite da armi da fuoco o da esplosione di mine - può essere al servizio di quella medicina delle migrazioni che sempre più deve andare incontro a chi arriva in Italia con i nuovi flussi migratori e ha bisogno di essere curato, ma soprattutto ha bisogno di essere ascoltato e compreso, motivo per cui si deve imparare non solo a gestire patologie come la tubercolosi che in Italia erano pressochè scomparse ma anche ad accogliere le difficoltà psicologiche e sociali di chi ha attraversato tragedie, perdite e sofferenze e quando si rivolge ad un medico cerca anche soprattutto un amico e un confidente.
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