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Il ruolo della Dermatologia in Oncologia
Un consulto dermatologico prima di iniziare le terapie per programmare un percorso di prevenzione e cura 
degli effetti collaterali delle diverse molecole - Come gestire i rush cutanei dovuti ai farmaci biologici - 

Come proteggere i capelli dalla chemioterapia per garantire una successiva ricrescita ottimale
Le protesi autologhe  la soluzione più innovativa - Come prevenire il distacco delle unghie

Prof. Alfredo Rossi, Policlinico Umberto I, Roma


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Le terapie oncologiche oggi a disposizione sono sempre più mirate e personalizzate grazie all'analisi molecolare del tumore e all'utilizzo di farmaci a bersaglio molecolare, i cosiddetti farmaci biologici, ma se gli effetti collaterali delle chemioterapie sono noti da anni, si deve comunque ricordare che anche questi nuovi farmaci possono dare effetti collaterali, soprattutto a carico della cute. Ecco perchè è fondamentale, ancora prima di iniziare il percorso di cure, effettuare un consulto dermatologico per prevenire o comunque rendere meno severi i disturbi sia a carico della cute che a carico dei capelli. E per parlare di tutto questo abbiamo incontrato il Prof. Alfredo Rossi, Direttore dell'Ambulatorio di Tricologia del Policlinico Umberto I di Roma che ci ha spiegato come sia importante conoscere quali molecole saranno utilizzate nel protocollo terapeutico per poter prevenire o rendere meno severi gli effetti a carico della cute provocati dai farmaci biologici come ad esempio i rush cutanei che in alcuni casi costringono a ridurre il dosaggio dei farmaci o addirittura a  sospendere il trattamento. Fondamentale valutare sia le molecole che verranno usate sia il tipo di pelle, che naturalmente reagirà in modo diverso a seconda se sia integra o già gravata da fragilità o secchezza. I consigli vanno dalla detersione all'idratazione all'utilizzo di alcuni farmaci che aiuteranno a rendere meno severe le lesioni. Per quando riguarda la caduta di capelli è sempre opportuna una visita tricologica che preceda la chemioterapia per valutare le condizioni di partenza del paziente, se soffre già di alopecia androgenetica, se ha un numero sufficiente di capelli terminali che potranno garantire una buona ricrescita...  E naturalmente si deve intraprendere un programma di protezione dei capelli che può andare dalla vasocostrizione nell'arco di tempo che dura l'infusione (come ad esempio le cuffie refrigeranti che impediscono al chemioterapico di raggiungere il follicolo pilifero) vasocostrizione che però che deve essere  iniziata prima della chemioterapia e proseguita anche nei giorni successivi, ed oggi esistono molecole vasocostrittrici che proteggono il follicolo dai danni delle chemioterapie al fine non tanto di impedirne la caduta quanto di garantirne una successiva ricrescita che altrimenti può risultare parziale o incompleta.

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 Con il Professore parliamo poi del perchè al termine delle terapie chemioterapiche i capelli talvolta ricrescano diversi (sia nel colore che nella consistenza) e questo è legato al fatto che le cellule staminale legate al ciclo di crescita dopo le cure possono ripartire con nuovi stimoli che tendono a modificare la morfogenesi del capello. E soprattutto parliamo di come si possa sostenere la ricrescita incentivando le cellule staminali e la loro capacità di rigenerare il follicolo cercando di ottenere un capello grosso che scongiuri il pericolo di un cuoio capelluto rado. Senza dimenticare che nel periodo delle cure oggi è possibile indossare una protesi autologa, quindi realizzata con i propri stessi capelli tagliati prima che cadano, ottenendo così un effetto più naturale che viene solitamente meglio accettato anche da un punto di vista psicologico. E infine con il Prof. Rossi parliamo di come sia possibile prevenire anche il distaccamento delle unghie quindi l'onicomadesi,  con l'utilizzo preventivo di vasocostrittori e cortisone per ridurre l'apporto ematico e l'infiammazione impedendo così al chemioterapico di aggredire la matrice.
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