Lettura Magistrale Prof. Gascoyne
Alterazioni Genetiche nei linfomi diffusi a grandi cellule B (DLBCL)
I linfomi diffusi a grandi cellule B (DLBCL) rappresentano la forma
di neoplasia linfoide di più comune osservazione. Essi consistono in realtà in
un insieme eterogeneo di condizioni, accomunate dalle ampie dimensioni degli
elementi neoplastici e dalla modalità di crescita diffusa. I criteri per la
loro suddivisione su base morfologica sono del tutto aleatori. All’inizio di
questo secolo, Alizadeh e Collaboratori per primi dimostrarono come questi
potessero essere suddivisi in due grandi gruppi sulla base della loro firma
genica, correlati agli elementi B del centro germinativo (GCB) ed ai linfociti
B attivati del sangue periferico (ABC), rispettivamente. Tale distinzione,
confermata da numerosi studi indipendenti, è provvista di rilevanza
prognostica, dal momento che le forme GCB hanno comportamento decisamente più
favorevole rispetto a quelle ABC, dato che ha mantenuto la sua significatività
anche in epoca di chemio-immunoterapia. Il principale limite alla applicazione
della classificazione basata sulla cellule d’origine (COO) è stato
rappresentato per oltre un decennio dalla necessità di eseguire l’indagine su
materiale fresco o criopreservato, disponibile solo presso pochi centri
specializzati, nonché dai costi di gestione. Al fine di ovviare a questi problemi,
sono stati proposti degli algoritmi immunoistochimici applicabili al materiale
di routine. Nessuno di questi si è, tuttavia, rivelato come un effettivo
surrogato del profilo di espressione genica (GEP). Più recentemente, il Prof.
Gascoyne ha sviluppato un approccio basato sulle nanotecnologie, che permette
di valutare l’espressione di un numero limitato di geni su tessuto fissato in
formalina ed incluso in paraffina, con costi paragonabili a quelli
dell’immunoistochimica. Inoltre, Egli ha contribuito ad identificare ulteriori
elementi di rischio nei DLBCL, rappresentati dalle doppie/triple anomalie
citogenetiche, che ulteriormente alla COO influenzano significativamente
l’andamento della malattia (e.g.: riarrangiamenti dei geni BCL2, BCL6, MYC,
IRF4).
Prof. Stefano Pileri, Professore Ordinario di Anatomia Patologica e di Patologia dei Linfomi all'Università di Bologna e Direttore dell'Unità Operativa di Emolinfopatologia dell'Ospedale Sant'Orsola Malpighi di Bologna |
Your browser does not support viewing this document. Click here to download the document.
|