Target Therapy e Terapie Personalizzate in Ematologia
Lo studio genetico del paziente e del tumore per terapie personalizzate,
con farmaci a bersaglio molecolare abbinati alle chemioterapie standard,
studio della risposta ai farmaci (farmacogenomica)per terapie meno tossiche e possibili anche nella terza età
Il Ruolo dell'Immunoterapia per eliminare le cellule tumorali
L'importanza di un centro multidisciplinare per la gestione di un corretto percorso diagnostico-terapeutico
Le indagini gentiche per fare "Prevenzione" e scoprire quali triggers innescano i tumori del sangue
Prof. Giovanni Martinelli, Policlinico Sant'Orsola di Bologna
Quelle che fino a pochi anni fa erano considerate patologie estremamente difficili da curare o gestire, parliamo quindi dei tumori del sangue quali leucemie, mielomi e linfomi, negli ultimi anni hanno potuto beneficiare di terapie sempre più efficaci, sempre meno tossiche e in grado in molti casi di portare ad una remissione completa della malattia. Questo grazie allo studio genomico del paziente e del tumore, che ha consentito la messa a punto di quella che viene definita la target therapy, una terapia personalizzata, fatta di farmaci biologici a bersaglio molecolare a volte in abbinamento con la chemioterapia classica, supportata dalla cosiddetta farmacogenomica in grado valutare la risposta del paziente ad un determinato farmaco e in stretto legame con l'immunoterapia per andare a riattivare il sistema immunitario e metterlo così in condizione di eliminare le cellule tumorali. Parliamo di tutto questo con il Prof. Giovanni Martinelli, Responsabile del Programma Leucemie Acute e Mielodisplasie dell'Unità Operativa di Ematologia del Policlinico Sant'Orsola di Bologna che ci spiega come dallo studio del genoma di un determinato paziente - che si può ormai ottenere in breve tempo e a prezzo contenuto - si possano identificare quali sono gli "errori" genetici intervenuti e in base a questo profilo impostare un programma terapeutico estremamente personalizzato a base di farmaci biologici e chemioterapia standard, valutando la risposta del paziente per impostare cicli di terapia meno tossici che permettono di essere affrontati anche da pazienti anziani e fragili. Un altro aspetto estremamente importante è la possibilità di avere a disposizione anche l'arma dell'Immunoterapia che si concentra sulla riattivazione di un sistema immunitario non più in grado di aggredire cellule anomale - come sempre nel caso in cui un tumore riesca a svilupparsi - per consentirgli di tornare a funzionare correttamente ed eliminare le cellule tumorali. Fondamentale, ci spiega il Prof. Martinelli, la possibilità di un centro multidisciplinare dove un paziente possa essere seguito a 360° per impostare fin dall'inizio, un corretto percorso diagnostico-terapeutico, che oggi in molti casi può essere eseguito a domicilio, con innegabili vantaggi psicologici oltre che fisici. E in conclusione parliamo con il Professore di quali novità vi siano nel campo della prevenzione dal momento che fino ad oggi non era stato possibile impostare un percorso di prevenzione vero a proprio nel campo dell'ematologia, ma che adesso, sempre grazie allo studio genetico di un individuo, può fornire informazioni importanti, anche nell'individuare quelli che possiamo definire triggers, quindi fattori in grado di attivare un tumore del sangue, fra cui una proteina, la P53, chiamata il "guardiano del genoma", che normalmente controlla la divisione cellulare e se avviene in modo anomalo la blocca, ma che in alcuni soggetti smette di funzionare correttamente ed espone quindi a maggior rischio.
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