Medicina e Informazione Web Tv
La salute è il primo dovere della vita.

Oscar Wilde
  • Home
  • Cardiologia
  • Oncologia
  • Ematologia
  • Pediatria
  • Geriatria
  • Odontoiatria
  • Oculistica
  • Ginecologia
  • Urologia e Andrologia
  • Nefrologia
  • Neuroscienze
  • Dermatologia
  • Allergologia
  • Immunologia
  • Malattie Infettive
  • Gastroenterologia
  • Otorinolaringoiatria
  • Medicina Interna
  • Endocrinologia
  • Chirurgia
  • Ortopedia-Riabilitazione
  • Psichiatria
  • Neuropsichiatria Infantile
  • Genetica
  • Reumatologia
  • Pneumologia
  • Alimentazione
  • Terapia del Dolore
  • Malattie Rare
  • Diagnostica
  • Diabetologia
  • Epatologia
  • Angiologia
  • Medicina dello Sport
  • Medicina d'Urgenza
  • Vero o Falso
  • Studi e Ricerche
  • Centri di Eccellenza
  • I Grandi Medici Italiani
  • Progetti Speciali
  • Prevenzione
  • News
  • Medicina e Libri
  • Sanità e Società
  • Medicina Estetica
  • Gli Specialisti
  • Tecnologia per la Medicina
  • I Farmaci
  • Arte Terapia
  • Benessere

L'Obesità è un fattore negativo 
per la risposta ai farmaci nella spodiloartrite reumatica


L'obesità è una problematica che porta numerose complicanze, fra queste anche la mancata risposta terapeutica in caso di spondiloatrite, la malattia reumatica che colpisce la colonna vertebrale e le anche. Da un studio effettuato da un'equipe del Policlinico Agostino Gemelli di Roma e guidata dal professor Gianfranco Ferraccioli Ordinario di Reumatologia presso l'Università Cattolica di Roma risulta che il processo infiammatorio generato dalle cellule grasse fa sì che ci sia una prognosi meno favorevole nello sviluppo della malattia e che anche la risposta alle terapie sia meno efficace (il meccanismo esatto lo spiega lo stesso Prof. Ferracciolo dicendo che gli adipociti producono molecole della infiammazione e quindi nel sesso femminile, che già è più suscettibile a stati infiammatori, c’è una malattia più grave e più difficile da trattare.
La spondiloartrite è una patologia che colpisce tra lo 0,5 e l'1% della popolazione ed ha in picco di insorgenza fra i 28 e i 30 anni. La terapia deve essere iniziata il più precocemente possibile con antiinfiammatori tradizionali e se non vi è risposta si passa ai farmaci biologici. La risposta alle cure si aggira intorno al 40/50% per quanto riguarda una remissione completa e intorno al 75/80% per quanto riguarda un miglioramento parziale. Nelle 50  donne prese in considerazione dallo studio le pazienti in sovrappeso od obese rispondevano decisamente meno ai trattamenti e quindi mantenere il peso sotto controllo ha un indubbio vantaggio anche per avere la migliore risposta ai farmaci. Per una diagnosi precoce lo strumento più efficace risulta essere un esame di risonanza articolare mirata sulle sedi del dolore. “A questo fine – conclude il professor Ferraccioli - abbiamo avuto, tramite una donazione, in comodato una Risonanza Articolar proprio per la diagnosi precoce dei nostri pazienti. I medici di famiglia del Municipio Roma XIV, sono stati coinvolti in un percorso di accesso per diagnosi e inizio terapia il più rapido ed efficace possibile proprio per non perdere quella che chiamiamo la finestra di opportunità clinica e terapeutica”.

Fonte: Ufficio Stampa Policlinico Agostino Gemelli 

Foto
Foto
Foto
Medicina e Informazione​
 e mail: redazione@medicinaeinformazione.it                

​Tutte le Prossime Video Interviste   
Speciale Estate -  I consigli per viverla al meglio
Newsletter ​con gli Aggiornamenti