MIELOFIBREOSI TRATTARLA PRECOCEMENTE CON JAK INIBITORI DI ULTIMA GENERAZIONE - IN ARRIVO MOMELOTINIB PER CONTROLLARE I SINTOMI SENZA PEGGIORARE L'ANEMIA
Si è svolto a Verona, nella sede di GSK Italia, il media tutorial dedicato alla mielofibrosi per conoscere meglio la patologia, come riconoscerla e lo scenario terapeutico, che nei prossimi mesi sarà arricchito da una nuova opzione che andrà incontro ai pazienti che non possono utilizzare i farmaci oggi disponibili. Nel nostro speciale di oggi conosceremo meglio le varie forme di mielofibrosi, il ruolo delle mutazioni genetiche, e calcolate che circa l’85% dei pazienti presenta mutazioni genetiche che sono legate anche al rischio di trasformazione in leucemia quindi è essenziale indagarle nel percorso diagnostico terapeutico, analizzeremo la sintomatologia, estremamente variabile ed eterogenea con sintomi come stanchezza, prurito severo, febbre, sudorazione, ingrossamento della milza, quella che viene chiamata splenomegalia, e forte anemia, tutte manifestazioni legate all’infiammazione e al sovraccarico di citochine e capiremo come negli ultimi anni il trattamento sia stato rivoluzionato dall’arrivo dei JAK inibitori, che intervengono con un meccanismo che va a bloccare a monte il segnale infiammatorio. Parleremo poi delle novità in arrivo perché i jak inibitori ad oggi disponibili non possono essere utilizzati da alcuni pazienti in quanto possono peggiorare l’anemia, ecco perché è importante la notizia che nei prossimi mesi arriverà anche in Italia momelotinib, JAK inibitore di nuova generazione frutto della ricerca dii GSK che agisce sulle manifestazioni legate alla patologia senza però esacerbare l’anemia, una molecola che renderà sempre più concreto in concetto di medicina personalizzata e sartoriale, cucita sul profilo di ogni singolo paziente, farmaco che è comunque già disponibile per i centri che ne facciano richiesta. Ne abbiamo parlato con: Francesco Passamonti, Università degli Studi di Milano Alessandro Vannucchi, Università di Firenze Maria Sofia Rosati, Direttore Medico dell’Oncoematologia di GSK
Fra i temi: - un identikit della malattia, del paziente e dei sintomi più comuni.
- le varie tipologie di mielofibrosi e come la conoscenza delle alterazioni genetiche renda più semplice l’iter diagnostico.
- Lo scenario terapeutico con le varie opzioni per il paziente, dal trapianto di cellule staminali alle terapie che agiscono sui singoli sintomi fino appunto ai JAK inibitori e alle nuove frontiere con momelotinib per capire come possa andare incontro ai pazienti con forme di anemia severe e come sia importante a differenza del passato, iniziare il trattamento della mielofibrosi già nelle fasi iniziali della malattia.
- I bisogni dei pazienti che sono legati certamente ai sintomi e in particolare all’anemia, ma anche all’incertezza sull’evoluzione della malattia e a come oggi si stia cercando di personalizzare sempre più il patient journey grazie alla disponibilità di nuove molecole che permette di scegliere il farmaco più efficace per ogni paziente
- Gli sforzi della ricerca scientifica sono ora concentrati nell’andare incontro ai bisogni di pazienti che non rispondono ad alcune terapie o non possono utilizzarle per rendere la mielofibrosi una patologia sempre più gestibile e curabile.