Nuova Tecnica ALPPS
per il trattamento chirurgico dei tumori o delle metastasi epatiche
quando non sia possibile la resezione o la chemioembolizzazione - Due fasi chirurgiche per "isolare" la parte di fegato con tumore e quando la parte sana è ricresciuta - mediamente 9/10 giorni - resezione definitiva
Prof. Michele Colledan - Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo
Il trattamento dei tumori o delle metastasi epatiche - soprattutto quando la lesione sia individuata precocemente - è soprattutto chirurgico perchè offre migliori garanzie in termini di qualità di vita e sopravvivenza rispetto alle tecniche alternative di ablazione a radiofrequenza o di chemioembolizzazione. Purtroppo solo una minoranza dei pazienti, alla diagnosi, è resecabile chirurgicamente. Da pochi anni , però è a disposizione una nuova tecnica che permette di operare alcuni dei pazienti che sarebbero altrimenti non resecabili. La tecnica si chiama ALPPS (Associating Liver Partition and Portail Vein Ligation for Staged Hepatectomy” ossia separazione del fegato associata alla legatura della vena porta per epatectomia in due tempi) e ce la presenta il Prof. Michele Colledan, Responsabile del Dipartimento Chirurgico dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo che ci spiega come si interviene oggi nel casi di tumori epatici e di quali difficoltà si possano avere quando, nel caso della tecnica tradizionale con isolamento della vena porta(sia per via chirurgica che radiologica) - si debba aspettare 4/8 settimane per permettere alla parte sana del fegato di ricrescere e come invece i tempi ridotti della ALPPS - circa 9/10 giorni perchè la porzione di fegato sia ritenuta sufficiente a garantire una buona funzionalità - abbiano consentito di proporla anche a pazienti che altrimenti non avrebbero potuto essere operati. L'intervento, ci spiega il Professore, è mutuato dall'esperienza della tecnica SPLIT che si usa ormai da anni in caso di trapianto di fegato (il Dipartimento Chirurgico dell'Ospedale di Bergamo diretto dal Prof. Colledan è un'eccellenza europea e il centro di riferimento principale per i trapianti in età pediatrica) e l'esecuzione avviene in due distinti interventi: nel corso della prima parte si divide la parte di fegato sano da quella in cui vi è il tumore e non solo si isola la vena porta come nella tecnica radiologica ma vengono anche separate le due parti del fegato, eliminando così le connessioni fra le due porzioni di fegato e di fatto togliendo "nutrimento" alla parte di fegato colpita da tumore o metastasi e dopo un tempo relativamente breve, come dicevamo una decina di giorni, la porzione di fegato sano si rigenera e cresce - sappiamo infatti che il fegato è un organo in grado di rigenerarsi molto in fretta - consentendo quindi un secondo intervento in cui si rimuove definitivamente la porzione di fegato colpita dal tumore, controllando nel frattempo l'emostasi ed andando a chiudere eventuali emorragie che in caso di resezione sono sempre possibili.
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