Per il trattamento delle problematiche delle valvole cardiache (stenosi valvola aortica, prolasso valvola mitrale) un percorso diagnostico-terapeutico innovativo per curarle al meglio con scelte personalizzate tra riparazione o sostituzione (con l'opzione di interventi oggi mininvasivi)
Il Policlinico universitario “A. Gemelli” di
Roma ha una marcia in più nella gestione delle patologie delle valvole
cardiache, condizioni in costante aumento nel nostro Paese, complice
l’invecchiamento della popolazione: si tratta di un percorso
diagnostico-terapeutico che accompagna il paziente dalla diagnosi alla cura,
consentendo di seguirlo al meglio e di ottimizzare i risultati degli
interventi.
Il successo è descritto dai numeri: quasi 200 pazienti inseriti nel percorso clinico-assistenziale in pochi mesi dalla sua attivazione presso il Dipartimento di Scienze Cardiovascolari diretto dal professor Filippo Crea.
Il nuovo percorso, unico in Italia, è stato ufficialmente presentato ieri nel corso del convegno “Imaging nella chirurgia valvolare riparativa--‐cardiologo e cardiochirurgo a confronto”, tenutosi al Policlinico A. Gemelli.
“Questo modello è l'unico attualmente esistente in Italia”, spiegano il prof. Alfonso Sestito e la dott. sa Natalia Pavone. Quella del Gemelli è un’esperienza d’avanguardia anche in Europa dove solo centri ospedalieri a Londra, Parigi, Vienna hanno percorsi simili.
Le patologie valvolari rappresentano una nuova “epidemia” di tipo cardiovascolare, la loro prevalenza è correlata all'aumentare dell'età raggiungendo il 12% nella popolazione con età >75 anni.
Con il progressivo invecchiamento della popolazione si assisterà a un costante aumento della loro incidenza. “Negli ultimi anni – ha spiegato il prof. Sestito - abbiamo assistito al cambiamento dell'eziopatogenesi (delle cause) delle cardiopatie valvolari, con la progressiva scomparsa della malattia reumatica (complicanza della febbre reumatica che colpisce soprattutto bambini e giovani, ma la cui incidenza è fortemente diminuita in Italia) e al sopraggiungere delle forme degenerative legate all'invecchiamento. L'età media della nostra popolazione di pazienti, infatti, è di circa 70 anni, sovrapponibile a quella della popolazione europea”.
“Analizzando la nostra gestione di queste patologie sino a oggi – continua il prof. Sestito - abbiamo rintracciato una seria di criticità da superare e che imponevano la realizzazione di un nuovo modello di gestione più efficiente ed efficace.”
Il percorso clinico e assistenziale valvulopatie del Policlinico A. Gemelli è il primo esempio in Italia di completa gestione, centrata sul paziente, delle patologie valvolari cardiache. Questo settore ha iniziato a operare il lo scorso maggio e, da allora, quasi 200 pazienti sono transitati attraverso il percorso clinico, che ha assicurato loro continuità assistenziale, interventi cardiologici e cardiochirurgici innovativi e sempre più mini-invasivi. Il percorso mette sempre al centro di tutti gli interventi il paziente, che viene esaminato in una fase pre-operatoria con esami altamente sofisticati come l'Ecocardiogramma quadrimensionale, e la TAC coronarica ad alta risoluzione (Inquadramento clinico‐ecocardiografico).
Attraverso questo inquadramento del singolo paziente si può stabilire con certezza il percorso terapeutico migliore per lui, quindi dire ad esempio se sia meglio riparare o sostituire la valvola mal funzionante o se vi sia indicazione per il trattamento percutaneo mininvasivo.
“Questo tipo di organizzazione ci permette di inquadrare in maniera migliore e in numero maggiore la totalità dei pazienti con valvulopatie”, conclude Sestito, consentendo di fatto di estendere l’offerta di diagnosi e cura a un maggior numero di pazienti.
Fonte: Ufficio Stampa Policlinico Agostino Gemelli, Roma
Il successo è descritto dai numeri: quasi 200 pazienti inseriti nel percorso clinico-assistenziale in pochi mesi dalla sua attivazione presso il Dipartimento di Scienze Cardiovascolari diretto dal professor Filippo Crea.
Il nuovo percorso, unico in Italia, è stato ufficialmente presentato ieri nel corso del convegno “Imaging nella chirurgia valvolare riparativa--‐cardiologo e cardiochirurgo a confronto”, tenutosi al Policlinico A. Gemelli.
“Questo modello è l'unico attualmente esistente in Italia”, spiegano il prof. Alfonso Sestito e la dott. sa Natalia Pavone. Quella del Gemelli è un’esperienza d’avanguardia anche in Europa dove solo centri ospedalieri a Londra, Parigi, Vienna hanno percorsi simili.
Le patologie valvolari rappresentano una nuova “epidemia” di tipo cardiovascolare, la loro prevalenza è correlata all'aumentare dell'età raggiungendo il 12% nella popolazione con età >75 anni.
Con il progressivo invecchiamento della popolazione si assisterà a un costante aumento della loro incidenza. “Negli ultimi anni – ha spiegato il prof. Sestito - abbiamo assistito al cambiamento dell'eziopatogenesi (delle cause) delle cardiopatie valvolari, con la progressiva scomparsa della malattia reumatica (complicanza della febbre reumatica che colpisce soprattutto bambini e giovani, ma la cui incidenza è fortemente diminuita in Italia) e al sopraggiungere delle forme degenerative legate all'invecchiamento. L'età media della nostra popolazione di pazienti, infatti, è di circa 70 anni, sovrapponibile a quella della popolazione europea”.
“Analizzando la nostra gestione di queste patologie sino a oggi – continua il prof. Sestito - abbiamo rintracciato una seria di criticità da superare e che imponevano la realizzazione di un nuovo modello di gestione più efficiente ed efficace.”
Il percorso clinico e assistenziale valvulopatie del Policlinico A. Gemelli è il primo esempio in Italia di completa gestione, centrata sul paziente, delle patologie valvolari cardiache. Questo settore ha iniziato a operare il lo scorso maggio e, da allora, quasi 200 pazienti sono transitati attraverso il percorso clinico, che ha assicurato loro continuità assistenziale, interventi cardiologici e cardiochirurgici innovativi e sempre più mini-invasivi. Il percorso mette sempre al centro di tutti gli interventi il paziente, che viene esaminato in una fase pre-operatoria con esami altamente sofisticati come l'Ecocardiogramma quadrimensionale, e la TAC coronarica ad alta risoluzione (Inquadramento clinico‐ecocardiografico).
Attraverso questo inquadramento del singolo paziente si può stabilire con certezza il percorso terapeutico migliore per lui, quindi dire ad esempio se sia meglio riparare o sostituire la valvola mal funzionante o se vi sia indicazione per il trattamento percutaneo mininvasivo.
“Questo tipo di organizzazione ci permette di inquadrare in maniera migliore e in numero maggiore la totalità dei pazienti con valvulopatie”, conclude Sestito, consentendo di fatto di estendere l’offerta di diagnosi e cura a un maggior numero di pazienti.
Fonte: Ufficio Stampa Policlinico Agostino Gemelli, Roma