Per la prima volta sono state estratte cellule staminali embrionali
senza danneggiare l'embrione - Quali nuove strade si aprono
Le cellule staminali embrionali sono quelle più versatili, capaci cioè di generare tessuti di ogni organo. Fino ad ora però problemi etici legati al fatto che l'estrazione delle cellule staminali dagli embrioni - solitamente embrioni crioconservati per la fecondazione artificiale - danneggiava l'embrione stesso che doveva essere poi eliminato. Molti paesi fra cui l'Italia non permettono infatti sperimentazioni con cellule staminali embrionali, anche se dopo l'apertura del presidente Obama che ha autorizzato la ricerca anche su cellule staminali embrionali si è avuta una estensione degli studi. Ma adesso una scoperta del Karolinska Institute di Stoccolma potrebbe finalmente mettere fine alle polemiche di natura etica e consentire l'utilizzo di cellule staminali embrionali, sicuramente le più promettenti nella cura di molte malattie genetiche. Gli scienziati sono stati in grado di prelevare una cellula staminale da un embrione arrivato allo stadio di sviluppo di otto cellule senza danneggiare l'embrione, procedimento già adottato per la diagnostica preimpianto, ma in questo caso il passo avanti consiste nel fatto che quell'unica cellula estratta - che solitamente per riprodursi impiegava un tempo lunghissimo - è stata posta in una coltura che accelera la riproduzione e rende i tempi di moltiplicazione cellule più compatibili con l'utilizzo e questo potrebbe permettere di sviluppare cellule staminali embrionali e differenziarle poi a seconda del tipo di tessuto che si deve andare a riparare in tempi ragionevoli, senza peraltro andare a danneggiare l'embrione che può essere ricongelato ed utilizzato al momento opportuno.