Personalità Passiva-Aggressiva Torna a Caratteri, Personalità e Mondo dell'Arte
Chiunque di noi convive con istinti di rabbia e abbandoni alla passività, sentimenti contrastanti che fanno parte dell'umano sentire. Ma c'è chi questi due estremi li porta costantemente in sè, incapace di manifestare palesemente la rabbia e l'aggressività, ma mai del tutto convinto di voler riconoscere l'altrui pensiero. Ed ecco allora che si crea un conflitto spesso paralizzante che sfoga in un comportamento apparentemente estremamente gentile ed educato ma che nasconde un'ostilità mai del tutto manifesta e mai abbandonata. Caratteristiche tipiche del comportamento passivo aggressivo (che è saltuario, occasionale, o magari riservato solo a determinate persone a differenza della personalità passiva-aggressiva che è invece una caratteristica costante del comportamento e che può essere anche un disturbo che rende difficile relazionarsi con chi lo mette in atto ogni giorno nelle relazioni interpersonali e lavorative) sono l'essere apparentemente disponibili ad ogni richiesta salvo poi procrastinare il compito che ci si era assunti, fare un complimento e inevitabilmente aggiungere un "ma" che cambia completamente il senso della frase ("Che bel vestito hai oggi, ma quelle scarpe secondo te sono adatte?", "Come sei carina, oggi...", un bisogno di manifestare l'ostilità verso quella persona mascherandola però da gentilezza). Il sottrarsi alle discussioni è un altro tratto caratteristico, dovuto all'educazione familiare o religiosa talvolta, in cui un aperto dissenso viene vissuto come un evento drammatico e non come un salutare confronto, atteggiamento che fa crescere con la convinzione che opporsi sia un modello comportamentale sbagliato e che quindi ogni opinione che contraddice quella dell'Autorità (che sia familiare o religiosa o sul lavoro) va mascherata. Naturalmente questo atteggiamento che spesso viene messo in moto in modo automatico finisce con generare frustrazione e la rabbia che se espressa e motivata potrebbe rapidamente sbollire sedimenta e diventa un ostacolo al confronto aperto e sincero con il prossimo. Difficile discutere con un marito o una moglie passivo aggressivo, perchè l'atteggiamento nei confronti di chi rivendica il bisogno di un chiarimento sarà di apparente disponibilità e apertura al dialogo, salvo poi nella messa in atto successiva non tenere minimamente conto dei bisogni del partner. Importante è non mettere alle corde una persona del genere, scapperà ancora di più, si sottrarrà adducendo il suo comportamento all'eccessiva aggressività di chi ha di fronte. Del resto se nel passivo aggressivo i due estremi del sentire, e quindi passività e aggressività convivono, è anche vero che una aperta aggressività, come pure una passività costante, sono estremi che rendono ugualmente difficile relazionarsi agli altri. Esiste però un atteggiamento sano, che è quello assertivo, di chi è capace di esprimere se stesso senza temere il giudizio degli altri ma sa anche rispettare le idee altrui senza imporsi con la forza. Essere assertivi significa avere capacità di autonomia nel giudizio e nell'azione, ma rispettare chi si ha di fronte senza altresì aver paura del suo giudizio.
Una personalità assertiva riesce a vivere serenamente con se stessa e con gli altri, è consapevole dei propri limiti ma anche della propria forza, accetta le sue responsabilità e se sbaglia non incolpa gli altri come invece succede spesso alle persone passive aggressive che tendono a vedere nel comportamento altrui l'origine della propria frustrazione.E sa anche dire di no, primo vero passo nella direzione dell'assertività, perchè non riuscire a dire no e poi star male per aver concesso qualcosa che non avremmo voluto, altro atteggiamento tipico del comportamento passivo aggressivo, può solo farci sentire peggio.
Una personalità assertiva riesce a vivere serenamente con se stessa e con gli altri, è consapevole dei propri limiti ma anche della propria forza, accetta le sue responsabilità e se sbaglia non incolpa gli altri come invece succede spesso alle persone passive aggressive che tendono a vedere nel comportamento altrui l'origine della propria frustrazione.E sa anche dire di no, primo vero passo nella direzione dell'assertività, perchè non riuscire a dire no e poi star male per aver concesso qualcosa che non avremmo voluto, altro atteggiamento tipico del comportamento passivo aggressivo, può solo farci sentire peggio.
E passiamo a vedere qualche esempio di comportamenti passivi aggressivi nel mondo dell'arte. Cominciamo con un'enunciato del padre della psicanalisi, Sigmund Freud, che a rigor di semantica non può essere annoverato fra gli artisti anche se spesso nelle sue parole c'è un afflato poetico di grande profondità. "È rimarchevole il fatto che l'uomo, quanto più limita la propria
aggressività verso l'esterno, tanto più diventa rigoroso, ossia aggressivo, nel
proprio ideale dell'Io...." dice Freud e niente è più vero per chi non riesce a manifestare palesemente la propria rabbia o aggressività e finisce con il mascherarla da gentilezza senza peraltro trovarne alcun giovamento come l'immagine sotto ben esemplifica, mostrando un uomo palesemente arrabbiato che però mostra un volto sorridente ad una compagna totalmente perplessa, perchè niente spiazza maggiormente di un atteggiamento apparentemente incomprensibile nel corso di una discussione - nè peraltro mascherare la rabbia è d'aiuto all'uomo che continua a provare rancore.
E questo mascherarsi, schermarsi dietro un volto che non rappresenta le nostre reali emozioni è il prodromo dell'incomunicabilità, quel baratro che si forma lentamente all'interno di un rapporto di coppia in cui nessuno dei due riesce più ad esprimere se stesso. Il quadro famosissimo di Magritte ne è un esempio magistrale, due volti celati che si confrontano senza nulla esprimere dei propri veri sentimenti. L'incontro può essere seducente, il mistero ha da sempre un fascino inarrivabile all'interno del confronto amoroso, ma quando la maschera arriva a celare le nostre vere intenzioni, quando un altro sè prende il nostro posto allora il rischio di allontanarsi dal nostro vero Io è concreto e reale.
E per sottolineare l'importanza del dialogo sincero all'interno di una coppia riportiamo qui una parabola raccontata dal Mahatma Gandhi che ben esemplifica quanto un atteggiamento assertivo e positivo possa essere la strada giusta nei rapporti umani.
Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli: "Perchè le persone gridano quando sono arrabbiate?"
"Gridano perchè perdono la calma" rispose uno di loro.
"Ma perchè gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore.
"Bene, gridiamo perchè desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo.
E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?"
Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò: " Voi sapete perchè si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perchè? Perchè i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano." Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perchè arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."
E per tornare al comportamento passivo aggressivo e al mondo dell'arte come non citare " Bartleby lo scrivano" , racconto sublime di Herman Melville, scritto nel 1853, in cui il protagonista, un oscuro scrivano che lavora in uno studio legale a Wall Street improvvisamente, a qualunque domanda o richiesta gli viene posta inizia a rispondere "Preferirei di no..." gentilmente, educatamente, senza mai fornire una spiegazione del suo sottrarsi, senza imporsi agli altri o rifiutarsi apertamente di svolgere un compito, ma di fatto negandosi sempre di più. Non sapremo mai il vero stato d'animo di questo pacato scrivano che si rifiuta di confrontarsi con i suoi interlocutori, sappiamo solo che Melville non avrebbe potuto meglio descrivere una personalità passiva-aggressiva. E per finire con il cinema due citazioni in cui passività e aggressività si manifestano in modo molto diverso. La prima è il confronto aspro e sempre più crudele fra Wendy e Jack Torrance in "Shining", capolavoro di Stanley Kubrik incentrato, al di là degli aspetti metafisici, sul rapporto fra una personalità debordante e aggressiva e una personalità passiva e sottomessa. Niente passivo aggressivo in questo caso, ma due estremizzazioni di personalità il cui incontro è foriero di catastrofi. E finiamo con una nota più leggera, l'apparizione nel film "I puffi 2" di un puffo passivo aggressivo, già menzionato nel primo film da Puffetta che lo descrive come un puffo “che sembra sempre tanto gentile, ma quando se ne va ti senti in colpa” e che appare nel secondo episodio, a testimonianza di un carattere molto più universale di quanto si creda.
Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli: "Perchè le persone gridano quando sono arrabbiate?"
"Gridano perchè perdono la calma" rispose uno di loro.
"Ma perchè gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore.
"Bene, gridiamo perchè desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo.
E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?"
Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò: " Voi sapete perchè si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perchè? Perchè i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano." Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perchè arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."
E per tornare al comportamento passivo aggressivo e al mondo dell'arte come non citare " Bartleby lo scrivano" , racconto sublime di Herman Melville, scritto nel 1853, in cui il protagonista, un oscuro scrivano che lavora in uno studio legale a Wall Street improvvisamente, a qualunque domanda o richiesta gli viene posta inizia a rispondere "Preferirei di no..." gentilmente, educatamente, senza mai fornire una spiegazione del suo sottrarsi, senza imporsi agli altri o rifiutarsi apertamente di svolgere un compito, ma di fatto negandosi sempre di più. Non sapremo mai il vero stato d'animo di questo pacato scrivano che si rifiuta di confrontarsi con i suoi interlocutori, sappiamo solo che Melville non avrebbe potuto meglio descrivere una personalità passiva-aggressiva. E per finire con il cinema due citazioni in cui passività e aggressività si manifestano in modo molto diverso. La prima è il confronto aspro e sempre più crudele fra Wendy e Jack Torrance in "Shining", capolavoro di Stanley Kubrik incentrato, al di là degli aspetti metafisici, sul rapporto fra una personalità debordante e aggressiva e una personalità passiva e sottomessa. Niente passivo aggressivo in questo caso, ma due estremizzazioni di personalità il cui incontro è foriero di catastrofi. E finiamo con una nota più leggera, l'apparizione nel film "I puffi 2" di un puffo passivo aggressivo, già menzionato nel primo film da Puffetta che lo descrive come un puffo “che sembra sempre tanto gentile, ma quando se ne va ti senti in colpa” e che appare nel secondo episodio, a testimonianza di un carattere molto più universale di quanto si creda.