Personalità Timida Torna a Caratteri, Personalità e Mondo dell'Arte
Un bambino timido fa tenerezza, suscita voglia di protezione e un'attenzione in più per la sua sensibilità, un adulto invece subisce una sorta di emarginazione sociale, dovuta alla sua difficoltà ad interagire in modo "tradizionale", di relazionarsi con facilità in ambiti lavorativi come di svago, di tendere all'introversione, ad arrossire, a non esporsi in una conversazione, a sfuggire feste e ambienti affollati. Nella società contemporanea il timido ha difficoltà ad esprimere se stesso, a manifestare il proprio stato d'animo e il proprio pensiero, tende a rifugiarsi nel proprio metaforico cantuccio e a restare in disparte, anche se lo spirito d'osservazione di chi è timido è più ricco del normale, tant'è che studi e ricerche effettuate su persone timide prendendo a misura una risonanza magnetica funzionale evidenziano come nell'osservare o analizzare una determinata scena nei timidi vengano attivate le aree cerebrali deputate alla percezione visiva e sensoriale maggiormente rispetto alle persone socievoli. E però il disagio che vive un timido inizia fin dall'infanzia, e coincide anche con sintomi fisici come un'eccessiva sudorazione, cuore che batte in modo accelerato, guance che si imporporano quando è chiamato a parlare, dispnea e disturbi gastrointestinali. Nei casi più gravi la timidezza può sfociare in disturbi d'ansia, in attacchi di panico di fronte a situazioni particolarmente stressanti, in un meccanismo di evitamento che porta a chiudersi fisicamente in se stessi, e a rifiutare ogni contatto impegnativo. La resa scolastica o nel mondo del lavoro è spesso insufficiente rispetto alle potenzialità ed è compito degli insegnanti mettere il bambino nelle condizioni di rendere al meglio, evitandogli quel surplus di stress che può essere costituito da un'interrogazione alla lavagna ad esempio. Un timido sa quanto la sua vita possa essere difficile in una società che premia l'estroversione, il mostrarsi e l'affermarsi in modo autoritario e talvolta aggressivo - basta vedere la scena politica, televisiva, sportiva... per rendersi conto che un timido può solo che soccombere in discussioni in cui vince chi più alza la voce, ma se si ha l'intelligenza di ascoltarlo può essere una fonte inesauribile di sensibilità e tatto, educazione e capacità di ascolto, perle sempre più rare. Personalità famose nel passato e nel presente sono state timide da Darwin a Nietzsche, dall'autrice di Harry Potter J.K. Rowling a Kafka , da Einstein ad Emily Dickinson... E veniamo al mondo dell'arte, dove figure di timidi sono protagonisti di pagine intense di letteratura come nel brano di Hemingway che così descrive il suo timido: "Sorrise
come soltanto i veri timidi sanno sorridere. Non era la risata facile
dell'ottimista né il rapido sorriso tagliente dei testardi ostinati e dei
malvagi. Non aveva niente a che fare col sorriso equilibrato, usato di
proposito, del cortigiano o del politicante. Era il sorriso strano, inconsueto,
che sorge dall'abisso profondo, buio, più profondo di un pozzo, profondo come
una miniera profonda, che è dentro di loro...". E dal grande romanziere statunitense passiamo ad una poesia di Pablo Neruda, che fin dal titolo, "Timidezza" appunto, manifesta il suo bisogno di raccontarla con delicatezza, pudore e sincerità.
Timidezza - Pablo Neruda
Appena seppi, solamente, che esistevo
e che avrei potuto essere, continuare,
ebbi paura di ciò, della vita,
desiderai che non mi vedessero,
che non si conoscesse la mia esistenza.
Divenni magro, pallido, assente,
non volli parlare perché non potessero
riconoscere la mia voce, non volli vedere
perché non mi vedessero,
camminando, mi strinsi contro il muro
come un’ombra che scivoli via.
Mi sarei vestito
di tegole rosse, di fumo,
per restare lì, ma invisibile,
essere presente in tutto, ma lungi,
conservare la mia identità oscura,
legata al ritmo della primavera.
E quando quel restare in disparte non è possibile ecco che subentra il disagio, anche nelle situazioni più gioiose, più felici. Quanti timidi sono arrossiti davanti al sorriso della persona amata, proprio nel momento di massima felicità? E però è proprio quello svelare inconsapevolmente se stessi che rende un timido affascinante, capace di catturare con la sua candida trasparenza. Guardate questa versione del famoso quadro di Klimt "Il Bacio" e capirete di cosa stiamo parlando.
Timidezza - Pablo Neruda
Appena seppi, solamente, che esistevo
e che avrei potuto essere, continuare,
ebbi paura di ciò, della vita,
desiderai che non mi vedessero,
che non si conoscesse la mia esistenza.
Divenni magro, pallido, assente,
non volli parlare perché non potessero
riconoscere la mia voce, non volli vedere
perché non mi vedessero,
camminando, mi strinsi contro il muro
come un’ombra che scivoli via.
Mi sarei vestito
di tegole rosse, di fumo,
per restare lì, ma invisibile,
essere presente in tutto, ma lungi,
conservare la mia identità oscura,
legata al ritmo della primavera.
E quando quel restare in disparte non è possibile ecco che subentra il disagio, anche nelle situazioni più gioiose, più felici. Quanti timidi sono arrossiti davanti al sorriso della persona amata, proprio nel momento di massima felicità? E però è proprio quello svelare inconsapevolmente se stessi che rende un timido affascinante, capace di catturare con la sua candida trasparenza. Guardate questa versione del famoso quadro di Klimt "Il Bacio" e capirete di cosa stiamo parlando.
Il rossore sulle guance della ragazza è un elemento di fascino, quel volto abbandonato ma non proteso è sinonimo di amore senza sfrontatezza, di resa incondizionata ai propri sentimenti, anche al coraggio di mostrarsi fragile, incapace di mascherare il proprio avvampare di fronte ad un bacio. C'è niente di più sensuale? E sempre in tema di rossori qualcuno riesce a non sorridere pensando a Mammolo che arrossisce ogni volta che Biancaneve gli schiocca un bacio sulla guancia? altro timido irresistibile...
E passiamo al cinema con due esempi fra i tanti, "Marty vita di un timido" con Ernest Borgnine, Premio Oscar come miglior film nel 1955, ritratto di un giovane goffo, incapace di trovare moglie e insicuro del proprio fascino al punto da rinunciare ad invitare ad uscire la ragazza che gli piace, e poi "Emotivi anonimi", film francese del 2010 in cui entrambi i protagonisti sono timidi al limite del patologico e trascorreranno gran parte del film cercando il coraggio di rivelarsi all'altro. Una frase su tutte rende il senso della timidezza in tutta la sua complessità "Tutto le fa paura, vero? Parlare con la gente, entrare in un negozio, vivere, è così? Io lo nascondo sa, ci si può riuscire...". Ma è davvero necessario nasconderlo, quando basterebbe vivere la propria timidezza con serena consapevolezza e scegliendo le persone giuste da frequentare, che possano comprendere ed apprezzare quella sensibilità, quell'emotività, quel rossore fulmineo che racconta tutto un mondo...