Prevenzione Oncologica Personalizzata
Considerare i rischi familiari e personali per programmare un percorso di prevenzione - I nuovi studi sul legame fra malattie metaboliche e tumori e la prevenzione conseguente -
Il percorso per chi ha rischio alto, medio o basso - Il ruolo dell'epigenetica
Prof. Bernardo Bonanni, IEO - Istituto Europeo di Oncologia, Milano
Oggi si parla sempre più spesso di medicina personalizzata - grazie anche all'analisi genetica che nel caso di un tumore permette ad esempio di avere i cosiddetti farmaci a bersaglio molecolare - ma se è importante poter avviare, in caso di diagnosi di un tumore, un percorso individualizzato, è altrettanto importante iniziare a parlare di Prevenzione Personalizzata, basata sulla stima dei fattori di rischio familiari e personali, per poter valutare quale percorso sia il migliore per ognuno di noi. Ma come si valuta il nostro personale livello di rischio oncologico? E come si interviene a seconda del nostro profilo? Lo abbiamo chiesto al Prof. Bernardo Bonanni, Direttore della Divisione di Prevenzione e Genetica Oncologica dello IEO - Istituto Europeo di Oncologia di Milano che ci ha spiegato come sia importante un'anamnesi approfondita per poter conoscere sia i fattori di rischio familiari (altri casi di tumore in famiglia ad esempio) che quelli personali (cure che possano nel tempo far sviluppare un tumore, un altro tumore nel passato...) senza dimenticare il grande capitolo, oggi oggetto di molte ricerche, delle malattie metaboliche che si è capito hanno uno stretto legame con lo sviluppo di tumori, e il Professore ci parla di uno studio sulla metformina, farmaco comunemente usato per stabilizzare i livelli di glicemia in caso di diabete, che soprattutto nelle persone con resistenza insulinica può rallentare la moltiplicazione di cellule tumorali. Fondamentale quando si traccia il profilo di rischio è anche il confronto medico-paziente in cui si valuti le aspettative di chi chiede un consulto genetico per decidere quale percorso sia più indicato nelle varie fasi della vita. E naturalmente per alcune selezionate persone può essere indicato arrivare a dei test genetici mentre per altri sarà importante aumentare la sorveglianza e magari entrare in un programma di farmacoprofilassi. E su tutto resta sempre importante ricordare l'importanza dell'epigenetica - quindi lo stile di vita e i fattori ambientali - che possono contrastare alcune alterazioni genetiche, e su tutti alimentazione e attività fisica che hanno un ruolo essenziale nella prevenzione oncologica per chiunque, sia in presenza di rischio genetico sia che rientri nella popolazione che non presenta mutazioni.
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